Cos’è esattamente la bioarchitettura
Bioarchitettura: di cosa si tratta? Si tratta, in breve, dell’uso di accorgimenti costruttivi volti ad assicurare la qualità dell’abitare, intesa sotto forma di salute, benessere psicofisico, riduzione dei rischi di inquinamento tra le mura domestiche. Questo deve essere il principio alla base della progettazione di qualsiasi edificio, residenziale o non.
Praticamente, per avere questa qualità dell’abitare, al momento della costruzione devono essere adottati una serie di accorgimenti che potranno successivamente essere estesi a finiture e arredi, per andare a toccare a 360° tutti gli aspetti che riguardano la qualità della vita all’interno di un edificio.
Nel caso di una nuova costruzione, va valutato anche il sito dove si andrà ad edificare, svolgendo un’analisi degli aspetti ambientali e degli effetti sulla costruzione stessa, come l’esposizione, il microclima, i venti dominanti, le influenze geotermiche.
Case di campagna e bioarchitettura
Nel caso di un immobile esistente, si deve distinguere tra città e campagna e in base all’età dell’insediamento. Solitamente nei fabbricati rurali sono stati già applicati accorgimenti che assicurano il benessere in relazione ai fattori ambientali del luogo. In passato infatti si osservava ad esempio dove crescevano alberi ad alto fusto, meglio crescevano, più salubre era il sito.
Le finestre erano poste a sud nel Nord Italia e a Nord nel Sud Italia. Un edificio datato inoltre ci assicura dal fatto che siano stati usati solo materiali semplici, non nocivi, sostituiti sempre più spesso dal dopoguerra a oggi con altri più nocivi, come ad esempio l’amianto ed eternit. Per quanto riguarda un insediamento urbano, dove la costruzione solitamente è motivata da cause economiche o funzionali, ponendo a volte poca attenzione all’effettiva qualità del sito e del manufatto edilizio. In questo caso si dovrà intervenire esclusivamente all’interno della costruzione per ripristinare un livello di qualità abitativa accettabile.
Ristrutturare casa e bioarchitettura: attenzione ai materiali
Per ristrutturare secondo i principi della bioarchitettura, è necessario avvalersi di materiali naturali e di intonaci a calce, che permettono la traspirazione dell’edificio evitandone la schermatura rispetto all’ambiente esterno. L’edificio deve avere un rapporto continuo col mondo circostante, fornendo sì riparo e calore, senza però diventare isolato dall’ambiente. Gli edifici più antichi solitamente sono progettati su questo principio, da rispettare durante la ristrutturazione.
Fate attenzione allora agli isolanti termoacustici da inserire come schermo per fronteggiare il freddo o il rumore: meglio puntare sul legno a Nord o sul sughero a Sud, in seconda battuta sono concesse lana di vetro o di roccia, mentre sono da tralasciare le varie schiume chimiche, economiche, veloci, ma poco salubri.
Precisiamo comunque che non esistono materiali da costruzione ecologici in assoluto, ma solo informazioni affidabili sui materiali edili, che certificano con chiarezza la loro innocuità nei confronti dell’uomo e degli animali e da cui si possano ricavare i dati necessari per la sicurezza dal punto di vista della salute. Naturale infatti non significa innocuo: l’amianto, materiale oggi confermato come cancerogeno, è una sostanza naturale, così come il legno, che in alcune varietà esotiche rilascia sostanze tossiche.
Non sempre sono chiare le schede tecniche fornite al progettista o al costruttore sulla sicurezza del materiale, che devono comunque essere pretese al momento dell’acquisto per una valutazione oggettiva, come per tutti i materiali da costruzione, senza limitarsi alle sole certificazioni di resistenza meccanica o al fuoco.
Non dimenticate infine che anche le vernici devono essere ecologiche, cioè prive di metalli pesanti o di sostanze pericolose. Ovviamente bandite dalla bioarchitettura vernici impermeabilizzanti, che contengono sostanze chimiche plastiche. Se si acquistano mobili nuovi, si evitino quelli verniciati con vernici chimiche.
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