I principi della bioarchitettura per una casa green e bella
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La bioarchitettura è stata teorizzata più di trent’anni fa ma che solo ultimamente ha preso piede, grazie alla crescente sensibilità per i temi ambientali e ai progressi della scienza dei materiali. Ne parliamo qui, fornendo una panoramica generale e suggerendo qualche soluzione edilizia.
La bioarchitettura, nei principi che la reggono e nelle soluzioni che suggerisce, riflette da un lato la sensibilità per i temi ecologici e da un lato l’oggettiva necessità di ridurre l’impronta ecologica.
Rispetto a qualche anno fa, quando era percepita come un vezzo, oggi si profila come una risorsa necessaria, come uno strumento imprescindibile per fornire, anche mediante le attività edilizie, un contributo alla riduzione delle emissioni.
La bioarchitettura è tuttavia complessa, e tocca numerosi ambiti del vivere in abitazione. Partiamo dunque con una definizione, per poi elencare i principi e parlare delle soluzioni.
Cos’è la bioarchitettura?
La bioarchitettura è un approccio progettuale che integra principi ecologici, sostenibilità ambientale e benessere umano. Si basa sull’idea di creare edifici in armonia con l’ambiente naturale, che riducano l’impatto ecologico e che promuovano la salute di chi li abita.
Questo modello mette al centro il ciclo di vita dei materiali, l’efficienza energetica e il rapporto tra costruzioni e contesto naturale. La bioarchitettura si pone obiettivi ambiziosi, tali da disegnare il sentiero verso una vera rivoluzione dell’architettura.
Tra questi spiccano la riduzione dell’inquinamento, il miglioramento della qualità dell’aria e il risparmio di risorse, l’equilibrio tra tecnologia e natura. La bioarchitettura mira, inoltre, a favorire un rapporto più consapevole tra uomo e ambiente, ragione per cui enfatizza l’importanza di vivere in spazi che rispettino le dinamiche naturali senza compromettere la capacità di rigenerazione tipica degli organismi viventi.
Quali sono i principi della bioarchitettura?
I principi della bioarchitettura, così come sono stati enunciati dal suo inventore, sono numerosi e varia. Se ne contano ben venticinque, divisi per aree di riferimento. Ecco una panoramica.
- Clima interno: la bioarchitettura teorizza la riduzione della presenza di sostanze irritanti e dannose nell’ambiente domestico, allo scopo di favorire un costante e salutare ricambio di aria fresca. Tale approccio promuove un’atmosfera più salubre e limita l’esposizione a composti nocivi, migliorando la qualità della vita.
- Materiali edili e arredi: secondo la bioarchitettura, l’utilizzo di biomateriali deve essere prioritario nelle costruzioni e negli arredi. Questi, oltre a evitare sostanze tossiche, contribuiscono a un miglior equilibrio igroscopico, favorendo un ambiente indoor con un’umidità adeguata e un maggiore comfort abitativo.
- Forma degli ambienti e architettura: la bioarchitettura incoraggia il rispetto delle proporzioni armoniche e la creazione di spazi che favoriscano il benessere visivo e sensoriale. Architetture attente a queste caratteristiche, per inciso, promuovono una percezione positiva e un equilibrio tra forma e funzione.
- Ambiente, energia e acqua: secondo la bioarchitettura (ma si potrebbe dire, anche secondo il buon senso) è fondamentale minimizzare il consumo energetico, magari utilizzando fonti rinnovabili. Lo scopo è ridurre l’impatto ambientale, favorire un utilizzo più consapevole delle risorse naturali, preservare il territorio per le future generazioni.
- Spazi di vita eco-sociali: nelle infrastrutture pubbliche e private, è importante ottimizzare i percorsi per favorire la mobilità sostenibile. Si tratta di promuovere percorsi brevi e accessibili, integrati con mezzi pubblici e zone pedonali, rappresenta un passo verso comunità più vivibili e integrate.
Si può intuire come la bioarchitettura si ponga un obiettivo ambizioso: modificare modi di pensare e agire per costruire in modo finalmente compatibile con l’ambiente. E anche nel nostro Paese la tendenza è segnata, come dimostra un esempio di spicco: il progetto dell’edificio più sostenibile d’Italia.
Quali sono i materiali migliori per un edificio sostenibilee funzionale?
Lo si può intuire da quanto detto fin qui: buona parte dell’impianto teorico e pratico della bioarchitettura si fonda sull’utilizzo di materiali diversi, spesso di materiali compositi. Ecco i più impiegati.
- Legno: materiale naturale, rinnovabile e facilmente reperibile, utilizzato per strutture, pavimenti e rivestimenti, garantisce isolamento termico e acustico.
- Pietra naturale: resistente e durevole, ideale per costruzioni e finiture, contribuisce al mantenimento di un clima interno stabile.
- Argilla: versatile e traspirante, utilizzata per intonaci e mattoni, regola l’umidità interna e riduce l’accumulo di polveri e con la stampa 3D è allo studio la realizzazione di grattacieli di argilla.
- Paglia: impiegata come materiale isolante, offre eccellenti proprietà termiche ed è completamente biodegradabile.
- Canapa: adatta per pannelli isolanti e intonaci, combina leggerezza, isolamento e sostenibilità ambientale.
- Sughero: eccellente isolante termico e acustico, naturale e riciclabile, utilizzato per rivestimenti e pannelli.
- Bamboo: materiale estremamente resistente e a crescita rapida, ideale per strutture leggere e rivestimenti interni.
Ovviamente, alcune soluzioni appaiono, già oggi, come più spendibili di altre, alla portata di un maggior numero di persone. Il riferimento è soprattutto al legno e al sughero.
Bioarchitettura, esempi e soluzioni
Come passare dalla teoria alla pratica? Ovvero è possibile applicare i principi della bioarchitettura in progetti a misura di uomo e di cittadino comune? La risposta ce la forniscono gli esempi qui elencati:
- Intonaci naturali: sostituzione degli intonaci tradizionali con intonaci a base di calce o argilla. Questo intervento permette di migliorare la traspirabilità delle pareti, riducendo la formazione di muffe e favorendo un clima interno più salubre.
- Cappotto interno con pannelli isolanti in fibra vegetale: in questo caso si impiegano materiali come canapa, sughero o fibra di legno al fine di aumentare l’isolamento termico e acustico. Si tratta di una scelta ecologica che migliora l’efficienza energetica della casa senza compromettere la sostenibilità.
- Sistemi di raccolta dell’acqua piovana: ossia, l’installazione di serbatoi per raccogliere l’acqua piovana. Questo intervento consente di riutilizzare l’acqua per irrigazione, pulizie esterne o sciacquoni, riducendo il consumo di acqua potabile e l’impatto ambientale.
- Tinteggiature ecologiche: si tratta di preferire vernici naturali a base d’acqua, prive di solventi chimici e VOC (composti organici volatili). Ciò garantisce un’aria più pulita all’interno della casa e un minore impatto sulla salute e sull’ambiente.
Alcuni interventi stanno riscuotendo maggiore successo di altri. Stiamo parlando di quelli in grado di ridurre il consumo energetico, come l’installazione di pannelli isolanti.
Applicare la bioarchitettura nelle ristrutturazioni costa molto?
Seguire i principi della bioarchitettura, nonostante la sua progressiva diffusione, impone uno sforzo economico non indifferente. Allo stesso tempo, è possibile ridurre questo sforzo, e senza che ciò intacchi la qualità dei lavorati. Come fare? A volte, basta confrontare più preventivi.
In tal modo, si impara a distinguere – anche nel complesso campo della bioarchitettura – le offerte buone dalle offerte ‘furbe’ e si individua sempre una soluzione che brilla per rapporto qualità prezzo. Ovviamente, i preventivi devono essere redatti in un certo modo: dettagliati e omogenei tra di loro, in modo da favorire l’analisi comparata.
Bussare alla porta delle singole aziende di zona, chiedere il preventivo una ad una, non è la soluzione migliore. Fa perdere tempo, fa sprecare energie e non garantisce preventivi omogenei. Meglio affidarsi ai portali di richiesta preventivi online, pensati appositamente per questo scopo, come Edilnet.it, che brilla per il network di imprese per ristrutturazione casa specializzate in tecniche e materiali innovativi.