Come funziona la tassazione nel flipping immobiliare?

Come funziona la tassazione nel flipping immobiliare?
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La tassazione nel flipping immobiliare è un argomento complesso che fa la differenza tra la scelta di cimentarsi in questa attività e quella di gettare la spugna ancor prima di cominciare. Merita quindi un approfondimento specifico.

 

Come funziona la tassazione nel flipping immobiliare?

 

La tassazione del flipping immobiliare presenta un quadro ben differenziato, ovvero discrimina tra le varie casistiche.

 

L’acquisto di un immobile e la sua vendita a stretto giro, per trarre un profitto, è un modo di operare che richiede una conoscenza approfondita anche degli oneri fiscali e burocratici.

 

Le tasse del flipping non sono necessariamente alte, ma compiono un discrimine rispetto al soggetto che sta eseguendo l’operazione immobiliare.

 

Quali sono i pro e i contro del flipping immobiliare?

 

In estrema sintesi, il flipping immobiliare è una tecnica di investimento. Consiste nell’acquistare un immobile, spesso in condizioni non appetibili sul mercato, sobbarcarsi i costi per ristrutturare casa e rivenderla nell’immediato.

 

Ovviamente, a un prezzo molto più alto rispetto a quello di acquisto.

 

Per guadagnare con il flipping immobiliare sono necessarie skill specifiche: conoscenza delle dinamiche immobiliari, capacità di contrattazione, visione e lungimiranza.

 

D’altronde, si tratta di immaginare il valore che un immobile può acquisire anche quando versa in condizioni pessime.

 

Come tutte le tecniche di investimento, ha i suoi pro e i suoi contro.

 

Vantaggi di fare flipping immobiliare

 

  • Consente di realizzare ottimi guadagni: spesso è sufficiente mettere a segno un’operazione per guadagnare decine di migliaia di euro. Un dettaglio non di poco conto, se si considera la relativa lentezza con cui altre modalità di investimento generano reddito (es. investimento azionario con dividendi).

 

  • Le occasioni aumentano fisiologicamente: le abitazioni tendono a deteriorarsi. L’offerta di immobili da ristrutturare e quindi da acquistare a poco prezzo, non si esaurisce mai e anzi tende a crescere.

 

Svantaggi flipping immobiliare

 

  • La redditività è suscettibili di fattori aleatori: le dinamiche immobiliari dipendono anche da elementi che l’investitore non può controllare e spesso nemmeno prevedere. Si va dall’aumento del carico fiscale sul mattone, ovvero dall’aumento della tassazione sul flipping immobiliare, alla crescita dei prezzi delle materie prime.

 

  • L’investimento è comunque speculativo: benché retto da competenze tecniche non indifferenti, il flipping rimane un investimento speculativo. Non è una scommessa, ma la quantità di rischio che si deve gestire la fa percepire come tale.

 

Quant’è la tassazione del flipping immobiliare per i privati e per le società?

 

Arriviamo ora al nocciolo della questione e parliamo della tassazione del flipping immobiliare. Ovviamente, vi sono tante tasse da pagare, alcune delle quali vanno oltre quelle riservate alla semplice compravendita dell’immobile.

 

Partiamo dalle prime, quelle standard.

 

La tassa più importante (anche se è improprio definirla tale) è l’imposta di registro. L’ordinamento discrimina tra abitazioni destinate a prima casa e abitazioni destinate a seconda casa. Nel primo caso, si paga il 2%; nel secondo, il 9%.

 

Quasi per definizione, le case oggetto di flipping immobiliare sono seconda casa. Destinarle a prima casa sarebbe un tragico errore e che porta a sanzioni importanti: si violerebbe la norma sulle agevolazioni prima casa e si pagherebbero migliaia e migliaia di euro.

 

Quando si paga invece sul guadagno realizzato? Sul surplus? Gli scenari sono tre.

 

  • Privato senza Partita IVA che vende dopo cinque anni: in questo caso, l’eventuale guadagno non viene tassato in quanto l’attività non viene giudicata speculativa.

 

  • Privato che vende da solo prima dei cinque anni: l’attività viene giudicata speculativa, sicché il fisco pretende una parte del guadagno. Nello specifico, il 26%.

 

  • Privato che vende attraverso una società prima dei cinque anni: di base, non deve pagare nulla. Non materialmente almeno. Nella pratica, la società funge da sostituto d’imposta e trattiene il 26%.

 

  • Società che vende per conto suo: il surplus si trasforma in reddito d’impresa. Come qualsiasi reddito d’impresa, deve pagare – al netto delle varie deduzioni e quindi sull’imponibile – l’IRES e l’IRAP. Queste valgono rispettivamente il 24% e il 3-5% (a seconda della regione in cui la società ha la sua sede). Nel caso in cui gli utili vengano distribuiti tra i soci, tale distribuzione è soggetta al 26% di tassazione.

 

Come rendere proficuo il tuo investimento immobiliare?

 

La tassazione sul flipping immobiliare, come abbiamo visto, è meno pesante di quanto si possa immaginare, soprattutto per i privati.

 

Tuttavia, fare affidamento sul fisco per risparmiare non è la migliore delle soluzioni. Meglio puntare a una sana e coerente contrazione dei costi. Ovviamente, stiamo parlando dei costi di ristrutturazione che seguono l’acquisto e precedono la vendita.

 

Come fare? Un primo consiglio potrebbe essere quello di optare per gli interventi di restyling della casa che costano poco e che allo stesso tempo incidono sull’aspetto esteriore.

 

Non sono tanti, e comunque il trucco funziona solo fino a un certo punto, soprattutto per chi vuole operare con onestà e trasparenza: la riqualificazione edilizia deve essere reale.

 

Meglio puntare al risparmio effettivo scegliendo tra le migliori imprese edili di zona quella in grado di garantire qualità e competitività.

 

Per trovarla hai a disposizione uno strumento efficace: il confronto di diverse offerte (il numero perfetto è quattro), al fine di individuare la soluzione che esprime il miglior rapporto qualità prezzo.

 

Contattare le aziende ad una ad una è scomodo e fa perdere tempo. Meglio farlo usando il servizio gratuito per chiedere preventivi online di Edilnet.it.

 

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