Tutto quello che c’è da sapere sul senior housing in Italia
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Il senior housing sta prendendo campo anche in Italia. Ma di cosa si tratta e perché può essere un modo di vivere alternativo per la terza età?
Il senior housing, o per meglio dire il cohousing per anziani, è una modalità abitativa che si sta diffondendo a macchia d’olio.
In Italia non è nuova, ma nemmeno così radicata ma è comunque un’opzione alla quale guardare per trovare soluzioni ai problemi conseguenti all’invecchiamento della popolazione.
La coabitazione di persona in età avanzata promette un miglioramento della vita sociale e una semplificazione di accesso ai servizi.
Ma è davvero così? Scopriamolo, procedendo con ordine.
Cos’è il senior housing?
Il senior housing è una modalità abitativa condivisa in cui persone anziane vivono insieme mantenendo la propria indipendenza ma beneficiando della vicinanza e del supporto reciproco.
Si sviluppa attraverso la creazione di comunità autogestite in cui i residenti hanno spazi privati e condividono aree comuni come cucine, salotti, giardini o spazi per attività ricreative.
I partecipanti collaborano nella gestione delle attività quotidiane e nella cura degli spazi comuni, garantendo un equilibrio tra vita privata e collettiva.
Questo tipo di abitazione si organizza solitamente attorno a un progetto condiviso, che può essere gestito da privati o da associazioni, i quali garantiscono anche un supporto di carattere assistenziale. In alcuni casi, però, i progetti sono gestiti direttamente dai residenti.
In tal caso, gli anziani (o chi per loro), partecipano attivamente alle fasi di pianificazione, progettazione e costruzione del complesso abitativo.
A prescindere da ciò, una volta stabilito, il cohousing prevede una vita comunitaria che si fonda su principi di collaborazione, solidarietà e autonomia individuale.
Le attività di gruppo, come pasti condivisi, attività ricreative o riunioni di gestione, si svolgono in modo regolare, offrendo alle persone anziane un contesto sociale stimolante e sicuro.
Al contempo ciascun individuo mantiene la libertà di organizzare la propria quotidianità secondo le proprie necessità.
Come è nato il senior housing?
Il senior housing nasce dall’osservazione di un dato reale: molti anziani vivono in solitudine.
In Italia, il 38% degli over 75 vive da solo. In Nord Europa, dove questa modalità abitativa è nata, la percentuale è ancora più alta.
Questi dati, però, non devono stupire. Sono molti i fenomeni che stanno alla base.
In primis, la crescente tendenza delle persone più giovani a spostarsi alla ricerca di condizioni di lavoro migliori e poi il calo delle nascite.
Se in passato era improbabile che un anziano rimanesse solo, visto l’abbondante prole, oggi rischia di diventare una questione di tempo.
Ecco che la rete sociale si riduce, fin quasi a scomparire.
Il fenomeno è grave, anche perché alcuni studi dimostrano come a livelli elevati di solitudine si associ un più rapido declino cognitivo.
Un anziano solo è dunque un anziano che rischia, ogni giorno che passa, di perdere la sua autosufficienza, con tutto ciò che ne consegue per il suo benessere personale ma anche i costi a carico della collettività.
Quali sono i vantaggi del senior housing per gli anziani?
Alla luce di ciò, si intuiscono i vantaggi del senior housing per gli anziani. Ma ecco un recap.
- Benessere psicosociale: vivere in un contesto di senior cohousing offre agli anziani la possibilità di sviluppare relazioni sociali quotidiane, riducendo il rischio di isolamento e solitudine. L’interazione costante con i vicini, la partecipazione ad attività comuni e il senso di appartenenza a una comunità migliorano il benessere emotivo, contribuendo a una maggiore soddisfazione personale e qualità della vita.
- Supporto: nei progetti di cohousing per anziani, spesso vi è il coinvolgimento di associazioni o organizzazioni che offrono supporto pratico e logistico. Queste associazioni possono gestire le attività comuni, fornire assistenza in situazioni particolari e organizzare servizi per facilitare la vita quotidiana degli abitanti, garantendo un ambiente sicuro e controllato. Il supporto può includere anche consulenze o servizi sanitari di base.
- Rallentamento del declino cognitivo: la vita comunitaria, con le interazioni sociali e le attività ricreative condivise, stimola la mente degli anziani e aiuta a mantenere attive le loro capacità cognitive. Gli studi scientifici, come abbiamo visto, parlando chiaro.
- Risparmio: il cohousing permette di ridurre le spese condividendo risorse come spazi abitativi, utenze e servizi. Gli anziani possono suddividere i costi di affitto, bollette e manutenzione degli spazi comuni, il che determina in un notevole risparmio economico rispetto a una vita in solitudine o in una residenza tradizionale.
Perché investire nel senior housing?
La buona notizia è che il senior housing reca vantaggi anche a chi mette a disposizione un immobile, sia esso da ristrutturare per rispettare le normative o da costruire per l’occasione.
Ecco i principali:
- Guadagni sicuri: affittare una casa per il senior cohousing offre una fonte di reddito stabile, poiché gli anziani spesso dispongono di pensioni o entrate fisse. Questo li rende pagatori affidabili e costanti nel lungo termine, riducendo il rischio di morosità e garantendo un flusso di guadagno continuo per chi mette a disposizione l’immobile. Un dettaglio non di poco conto in Italia, dove i proprietari di casa sono spesso poco tutelati.
- Possibilità di coniugare guadagno ed etica: offrire un’abitazione per il senior cohousing permette di ottenere profitti sì, ma in una prospettiva etica. Insomma, è uno dei rari casi in cui il perseguimento di interessi personali coincide con il bene del prossimo.
- Interesse da parte di finanziatori: i progetti di cohousing per anziani attirano spesso l’interesse di enti come onlus o fondazioni dedicate al benessere della terza età, che possono contribuire finanziariamente o attraverso servizi. D’altronde, vista la dinamica demografica, la domanda è destinata a crescere. Anche eventuali interventi statali in futuro potrebbero, in futuro, fornire agevolazioni o incentivi fiscali per chi realizza o mette a disposizione immobili destinati a questo tipo di progetti.
Senior housing: cosa dice la legge?
La normativa italiana, per ora, non disciplina il senior housing. Siamo di fronte a un vero e proprio vuoto legislativo. In assenza di regole ad hoc, si deve dunque fare riferimento a quelle esistenti, ancorché niente affatto calate nel caso specifico.
Il riferimento è alle normative edilizie che regolano la costruzione di nuovi edifici o la ristrutturazione di quelle esistenti.
In entrambi i casi, potrebbe rendersi necessario il Permesso di Costruire. Questo titolo abilitativo, infatti, è riservato alle nuove costruzioni o anche alle modifiche sostanziali le quali, per esempio, comportano un aumento volumetrico (evenienza frequente quando si deve adattare un edificio alle esigenze abitative di molte persone).
Progetto di cohousing per anziani? Chiedi ai professionisti!
Realizzare un cohousing per anziani esattamente come aprire una casa di riposo è un progetto impegnativo.
Per non commettere errori è importante affidarsi a professionisti del settore in ogni fase del progetto.
Ciò significa, ad esempio, commercialista per il business plan, geometra per pratiche burocratiche e permessi e ovviamente imprese edili qualificate che possano eseguire interventi a norma e certificare la qualità dei lavori di costruzione o di ristrutturazione.
Qui è importante aprire una piccola parentesi su come selezionare l’azienda più conveniente e più affidabile.
La scelta deve basarsi su dati oggettivi:
- esperienza dimostrabile;
- buon feedback dei clienti precedenti;
- qualità di esecuzione;
- prezzi competitivi.
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