Il pellet rimane la scelta più conveniente nonostante i rincari

Il pellet rimane la scelta più conveniente nonostante i rincari
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Il rincaro del pellet è sotto gli occhi di tutti: rispetto allo scorso anno, il prodotto è diventato molto meno accessibile, tanto dal punto di vista economico che sotto l’aspetto pratico.

 

 

La ragione è semplice: a causa della guerra in Ucraina, iniziata a febbraio 2022, è diventato molto più difficile procurarsi la materia prima, che spesso si trova proprio nelle foreste dell’est Europa. La crisi energetica scatenata dal conflitto, inoltre, ha determinato un forte aumento della domanda di pellet e, secondo le leggi di mercato, se una risorsa è scarsa ma molto richiesta, il suo costo, inevitabilmente, aumenta. E così è stato anche per il pellet, di cui molti consumatori lamentano i forti rincari.

 

Nonostante il caro pellet che tanto allarma chi utilizzava questo materiale per il riscaldamento domestico, e come possiamo vedere su Pellet1.comil pellet rimane ancora la scelta più conveniente rispetto ad altri combustibili, tra cui innanzitutto il gas.

 

In base a un calcolo dell’Aiel, l’Associazione italiana energia dal legno (sito web ufficiale Aielenergia.it), il costo per riscaldare un appartamento di medie dimensioni con il pellet è inferiore del 36% rispetto all’utilizzo di gas naturale e del 19% in confronto al gasolio.

 

Cifre alla mano, l’Aiel ha calcolato che, per equiparare la spesa per il riscaldamento domestico a quella di gas e gasolio, un sacco di pellet dovrebbe costare, rispettivamente, 16,5 e 13 euro, mentre attualmente si attesta attorno ai 10 euro.

 

Per il calcolo, l’Aiel ha escluso, per motivi di natura tecnica, sistemi di riscaldamento comunque più economici, come per esempio le pompe di calore, che funzionano magari in combinazione con impianti di fotovoltaico o di solare termico. Si tratta comunque di soluzioni, anche se efficaci, comunque ancora poco diffuse rispetto al riscaldamento a gas o a gasolio.

 

Pellet e biomasse

 

Il pellet è una biomassa, ossia un materiale biologico che, nel momento in cui subisce particolari modifiche, permette di ottenere combustibili oppure energia.

 

Tra le biomasse, oltre al legno, si contano anche materiali liquidi, come quelli reflui generati dagli allevamenti o gassosi; le biomasse possono essere di origine animale o vegetale, ma non sono comunque fossili, a differenza di altri combustibili, come per esempio il gas naturale.

 

Il pellet è una biomassa che consente di generare energia termica, assicurando numerosi vantaggi. Questo materiale, infatti, garantisce un rendimento massimo, che supera addirittura del 90% quello della normale legna da ardere, rispetto alla quale ha anche un maggiore potere calorifico.

 

Ma non solo: il pellet rappresenta anche una scelta green, perché ha una quantità ridotta di emissioni di CO2, pari a quelle generate dalla naturale decomposizione del legno. Optare per il pellet è anche una scelta pratica, perché può essere stoccato facilmente, dal momento che si trova già in comodi sacchi da immagazzinare senza occupare troppo spazio.

 

Come ridurre il consumo di pellet

 

Se il pellet consente, nonostante i forti rincari che ha subito nel corso del 2022, di risparmiare comunque sulle spese relative al riscaldamento domestico rispetto ad altri combustibili – gas naturale in primis – è comunque importante mettere in pratica alcuni utili accorgimenti per ridurre i consumi del riscaldamento.

 

Il primo consiglio è quello di avvalersi unicamente di pellet di alta qualità e certificato, come quello proposto da Pellet1. Il pellet scadente, infatti, tende a bruciare molto più velocemente e quindi ne occorre una maggiore quantità. Si risparmierà così sul costo del singolo sacco, scegliendo un pellet di bassa qualità, ma se poi ne occorre molto di più, la spesa sarà comunque identica se non addirittura più elevata.

 

Anche una buona stufa a pellet rappresenta un fattore chiave per contenere la spesa per il riscaldamento domestico: è molto importante sceglierne una calibrata alla dimensione dell’ambiente che occorre riscaldare, in modo da evitare il più possibile la dispersione di calore. Relativamente alla stufa, oltre alla potenza occorre prestare attenzione a impostarla correttamente: per esempio, fissando la temperatura a 18-19°C si consumerà meno, mentre con una temperatura maggiore sarà necessario più materiale da bruciare, con un conseguente aumento della spesa complessiva.

 

Un ultimo accorgimento riguarda la struttura stessa dell’edificio: effettuando interventi di coibentazione, per esempio tramite l’installazione di un cappotto termico o di doppi o tripli vetri, sarà possibile limitare la dispersione di calore e quindi ridurre i consumi.

 

 

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