Edifici rurali: tipologie, caratteristiche e modalità di ristrutturazione
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La sostenibilità e il recupero di abitudini di vita sane hanno modificato l’immagine dell’edificio rurale. Da un lato molte persone danno un peso rilevante allo stile di vita e all’ambiente che le circonda, dall’altro tale tipologia di edificio è oggetto di interesse come possibile investimento immobiliare.
Per tale motivo gli edifici rurali rappresentano non solo un patrimonio culturale e storico, ma anche un’opportunità per coloro che desiderano vivere in armonia con la natura o investire in strutture dal forte potenziale.
In questo articolo esploreremo i diversi aspetti dell’edilizia rurale: le sue tipologie, le caratteristiche tecniche e catastali, oltre ai principali interventi di ristrutturazione.
Cosa sono i fabbricati rurali?
Il fabbricato rurale è un edificio situato prevalentemente in contesti agricoli ed essenziale per il supporto delle attività agro-zootecniche.
Dal punto di vista catastale, questi immobili sono registrati con specifiche categorie: non sono quindi destinati, originariamente, a residenza ordinaria, ma a supporto delle attività di campo.
Tecnicamente, la varietà dei fabbricati rurali è ampia, con strutturazioni che possono andare da semplici costruzioni a una più complessa architettura, a seconda delle necessità e della zona.
Solitamente, questi edifici sono realizzati con tecniche che minimizzano l’uso di materiali costosi e non locali, privilegiando la pietra, il legno, il mattone crudo, e talvolta il tufo.
Non raro è trovare strutture che integrano tecniche di bioedilizia per massimizzare l’efficienza energetica e la sostenibilità ambientale, come l’uso di coperture in paglia o di sistemi di raccolta dell’acqua piovana.
Quali sono le tipologie di edifici rurali?
L’edilizia rurale si manifesta in diverse forme, ciascuna con caratteristiche che rispondono alle esigenze dell’ambiente locale e della tradizione costruttiva.
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Maso: nelle regioni alpine, il maso è più di una semplice fattoria. È un complesso di edifici rurali che fungono da centro dell’attività agricola familiare. Spesso include abitazioni, stalle, magazzini per il foraggio e talvolta laboratori per la trasformazione dei prodotti agricoli.
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Cascina: tipica del nord Italia, in particolare nelle pianure di Lombardia e Piemonte, la cascina è una struttura grande e compatta che può includere la casa padronale, le stalle, i granai e altri spazi per la lavorazione e la conservazione dei prodotti agricoli. È caratterizzata da un grande cortile, spesso chiuso, che serve come nucleo operativo e sociale dell’azienda agricola.
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Casale: diffuso nel centro e nel sud Italia, è tradizionalmente una grande struttura residenziale, spesso accompagnata da altre costruzioni minori adibite a supporto delle attività agricole. I casali sono noti per i loro ampi spazi interni e per essere circondati da terreni coltivati. In regioni come Toscana e Umbria sono diventati oggetto di recupero e la ristrutturazione di un casale è vista come un’occasione di investimento.
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Stazzo: nella tradizione sarda, lo stazzo non è solo un tipo di costruzione, ma un vero e proprio stile di vita rurale. Questi piccoli complessi sono spesso isolati, con poche costruzioni sparse che includono abitazioni e strutture per il bestiame, tutti adattati al paesaggio aspro e alle esigenze della pastorizia.
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Trullo: unico della Puglia, è famoso per la sua forma conica costruita interamente in pietra a secco. Originariamente usato come rifugio temporaneo o come magazzino, oggi il trullo è spesso restaurato per diventare una residenza destinata all’ospitalità turistica, mantenendo il suo fascino e la sua funzionalità ecologica.
Come ristrutturare gli edifici rurali?
La ristrutturazione dei fabbricati rurali è un processo complesso che mira a migliorare sia la sicurezza sia la funzionalità degli edifici, preservandone al contempo il valore storico e culturale.
Gli interventi di ristrutturazione degli edifici rurali possono essere categorizzati in tre aree principali: miglioramento antisismico, efficienza energetica e restauro conservativo.
Antisismica
Nei territori soggetti a attività sismica, il rinforzo antisismico è vitale per proteggere le strutture e garantire la sicurezza degli occupanti.
Sono interventi che possono includere il consolidamento dei muri portanti con tecniche come l’iniezione di malte speciali, l’installazione di tiranti metallici per collegare meglio le pareti, o il rinforzo delle fondamenta per renderle più sicure.
Inoltre, si può optare per la realizzazione di solai e coperture più leggere per ridurre il carico sulle strutture esistenti.
Efficientamento energetico
L’adeguamento energetico è essenziale per rendere i fabbricati rurali sostenibili ed economicamente efficienti.
Questo può includere l’installazione di materiali atti all’isolamento termico nelle pareti, solai e tetti, la sostituzione di infissi con soluzioni ad alta efficienza energetica. E ancora: l’integrazione di sistemi di riscaldamento e raffreddamento moderni che utilizzano energie rinnovabili come i pannelli fotovoltaici o le pompe di calore geotermiche.
Anche la scelta di materiali da costruzione eco-compatibili e la progettazione orientata a massimizzare l’illuminazione naturale e la ventilazione sono pratiche comuni in questi interventi.
Restauro conservativo degli edifici rurali
Il restauro di un edificio rurale richiede una particolare attenzione nel preservare l’integrità storica e culturale dell’edificio.
Ciò comporta: il recupero dei materiali originali, come pietre, mattoni e legni; l’utilizzo di tecniche costruttive tradizionali; il restauro di elementi architettonici caratteristici come caminetti a legna o a pellet, travi a vista, e pavimenti in cotto.
Il restauro conservativo può anche includere l’adeguamento degli spazi interni alle moderne esigenze abitative, pur mantenendo inalterato l’aspetto estetico e storico degli ambienti.
Principali normative sull’edilizia rurale
Le normative relative all’edilizia rurale sono cruciali per garantire che la ristrutturazione e l’uso dei fabbricati rurali siano realizzate in modo sostenibile e rispettoso del patrimonio culturale e ambientale.
Le leggi e i regolamenti variano notevolmente a seconda della Regione, tuttavia, esistono alcuni principi comuni che guidano questi interventi in Italia:
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Destinazione d’uso: le norme riguardanti la destinazione d’uso degli immobili rurali sono fondamentali per mantenere l’integrità del paesaggio agrario e rurale. Queste leggi specificano che i fabbricati rurali dovrebbero essere utilizzati principalmente per attività connesse all’agricoltura. Cambiare l’uso di un fabbricato rurale, da agricolo a residenziale o commerciale, generalmente richiede un processo di cambio di destinazione d’uso che deve essere approvato dalle autorità locali.
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Restrizioni sulle modifiche strutturali: le modifiche ai fabbricati rurali sono spesso soggette a restrizioni severe per proteggere il carattere e l’integrità del paesaggio rurale. Questo include limiti sulle dimensioni delle estensioni, sulla scelta dei materiali da costruzione e sul tipo di modifiche ammesse.
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Standard per i restauri conservativi: gli interventi di restauro sugli edifici rurali devono spesso seguire standard rigorosi che mirano a preservare le caratteristiche storiche e architettoniche originali degli edifici. Ciò include l’utilizzo di materiali tradizionali e tecniche di restauro che non compromettano l’integrità strutturale o estetica dell’edificio.
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Rispetto delle normative ambientali: in aggiunta alle direttive sulla conservazione, le normative riguardanti l’edilizia rurale includono spesso requisiti per la protezione dell’ambiente. Questo può includere la necessità di minimizzare l’impatto ambientale degli interventi costruttivi, la promozione dell’uso di risorse rinnovabili e la gestione sostenibile dei terreni circostanti.
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Certificazioni e permessi: per molti tipi di lavori su fabbricati rurali, sono necessari specifici permessi e certificazioni. Ciò include permessi di costruzione, certificazioni antisismiche e, in alcuni casi, l’approvazione da parte di enti per la tutela del paesaggio e dell’ambiente.
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