Ristrutturazione del tetto: guida definitiva
Ecco cosa c’è da sapere sulla ristrutturazione del tetto: materiali, tecniche di intervento, normativa, consigli per risparmiare.
Scopri il contenuto di questa pagina in breve
- Rifare il tetto: quando è necessario
- Rifacimento del tetto: le tipologie
- Ristrutturazione del tetto: i materiali
- Rifacimento del tetto: tecniche di coibentazione
- Ristrutturare il tetto: la normativa
- Ristrutturazione del tetto: chi la fa
- Ristrutturazione del tetto: come avviene
- Ristrutturazione del tetto: come scegliere un’impresa
- Rifacimento tetto: come risparmiare
La ristrutturazione del tetto è uno degli interventi che genera le maggiori preoccupazioni. Per il costo, certo, ma anche perché impone scelte complicate, e una valutazione attenta sia da parte del committente sia da parte dell’esecutore dei lavori. In questo articolo offriamo una panoramica completa sul rifacimento del tetto, dedicando lo spazio necessario a tutti, ma proprio tutti, gli aspetti da prendere in considerazione.
Rifare il tetto: quando è necessario
Il rifacimento del tetto non è tra gli interventi più richiesti. Anche perché è piuttosto pesante, sia in termini di costi che da un punto di vista meramente tecnico, dunque prima i proprietari di casa sono portati a riflettere attentamente, prima di commissionare l’opera. In alcuni casi, però, il rifacimento del tetto è un intervento semplicemente necessario, e assume i caratteri di una vera e propria urgenza.
Ciò accade, per esempio, quando le condizioni del tetto mettono a rischio l’incolumità delle persone. Il tetto, come facilmente intuibile, è una componente strutturale dell’abitazione, dunque dal suo stato dipende quello dell’abitazione nel suo complesso. Un tetto straordinariamente danneggiato rappresenta un pericolo pressante e concreto per chi abita nell’immobile, e in alcuni casi per chi sosta o transita nelle immediate vicinanze.
In altri casi, però, il rifacimento del tetto, pur non essendo necessario, è comunque altamente consigliato. E’ il caso di tetti costruiti o ristrutturati parecchi decenni fa, dunque con tecniche che oggi possono essere definite senza tema di smentita assolutamente obsolete. Nella fattispecie, rifare il tetto vuol dire garantirsi una copertura certo in grado di cambiare (in meglio) il profilo di un’abitazione, ma anche di migliorare l’esperienza abitativa e determinare un risparmio in bolletta. Ciò è vero soprattutto quando si utilizzano materiali e tecniche moderne, e si procede con una coibentazione attenta.
Il consiglio, quindi, è di prendere sempre in considerazione l’opportunità di rifare il tetto. Nella peggiore delle ipotesi, pur spendendo una cifra significativa, avrete migliorato l’esperienza abitativa e determinato (questo è un altro aspetto da considerare) un aumento del valore economico dell’abitazione.
Rifacimento del tetto: le tipologie
Una delle maggiori difficoltà che i proprietari di casa incontrano quando intendono ristrutturare il tetto, consiste nella valutazione delle varie alternative a disposizione. Queste, infatti, sono numerosissime, e differiscono per tecniche costruttive e materiali. Sia chiaro, spesso sono le imprese edili, e più nello specifico il progettista incaricato, a consigliare questa o quella tipologia di tetto. Tuttavia, il committente potrebbe non fidarsi, o temere che il consiglio possa rivelarsi (a posteriori, ad opera finita) non propriamente disinteressato. Dunque è bene che anche i profani del mestiere conoscano le tipologie principali di tetto, in modo da poter avere piena voce in capitolo sulle decisioni.
La distinzione principale è quella tra tetto non ventilato e tetto ventilato. Il tetto non ventilato è la tipologia più diffusa, quella che rappresentava la norma fino a qualche anno fa. Rispetto alla principale alternativa, spicca per la convenienza, che è però puramente economica. Sotto gli altri punti di vista, infatti, cede letteralmente il passo. Il riferimento è alla capacità di ridurre il rischio umidità, che in questo caso non è affatto spiccata.
Discorso radicalmente diverso per il tetto ventilato. In questo caso, viene realizzata una intercapedine sotto il tetto, la cui funzione è lasciare scorrere l’aria, che così non può condensarsi, trasformarsi in vapore acqueo e causare umidità. Il difetto principale di questa tipologia risiede nel costo, che è in media superiore del 30-50% a quello della tipologia non ventilata.
Vi è poi una marcata differenziazione in termini di materiali. Essa coinvolge due temi: quello delle strutture e quello delle coperture. Ne parliamo nel prossimo paragrafo.
Ristrutturazione del tetto: i materiali
Come già accennato, per parlare di materiali è necessario operare una distinzione tra struttura e copertura. Per quanto riguarda la struttura, in genere, la scelta è tra:
- Legno: materiale abbastanza solido, in grado di sopportare decentemente le sollecitazioni meccaniche. Il suo pregio principale consiste nella capacità di isolamento termico, che è spiccata.
- Cemento: materiale molto solido, capace di sopportare in maniera eccellente le sollecitazioni meccaniche. Il suo difetto principale risiede proprio nella capacità di isolamento termico, che non è delle migliori.
- Acciaio: è il materiale più solido di tutti, dotato anche di una certa capacità antisismica. Eccellente è anche la capacità di resistere alle sollecitazioni meccaniche. E’ carente tuttavia in quanto a isolamento termico.
Mentre per quanto riguarda la copertura, le alternative più frequenti sono:
- Guaine: possono trovarsi allo stato liquido, dunque sotto forma di membrane da stendere, o solido, dunque sotto forma di pannelli. Hanno un pregio, che è quello dell’isolamento termico, che è appunto ottimo. Il difetto principale risiede invece nell’impatto estetico, che nella maggior parte dei casi è semplicemente ordinario, o addirittura scialbo agli occhi dei più esigenti. C’è da dire, però, che negli ultimi tempi sono stati fatti passi in avanti anche da questo punto di vista.
- Laterizio: dal punto di vista estetico, almeno ad oggi, appare come una scelta più che apprezzabile. Tuttavia potrebbe cedere il passo in termini di protezione dal rischio infiltrazioni, che potrebbero risultare elevato. La manutenzione ordinaria, poi, è abbastanza pericolosa (banalmente, si devono sostituire le tegole).
Rifacimento del tetto: tecniche di coibentazione
Per coibentazione si intende l’applicazione di materiale finalizzato alla riduzione della dispersione di calore. E’ una opportunità che va sempre presa in considerazione, visto i tanti benefici che è in grado di apportare. Per esempio, coibentazione è sinonimo di risparmio energetico. Ovvio, se l’edificio rimane isolato dall’ambiente esterno, può mantenersi caldo di inverno e fresco di estate, dunque la spesa per il condizionamento diminuisce. Di conseguenza, la coibentazione innesca un circolo virtuoso, che si traduce in un più spiccato comfort abitativo. Infine, un edificio coibentato è anche un edificio che va incontro a usura molto più lentamente.
Ora, il processo di coibentazione coinvolge non solo le pareti, come sarebbe logico aspettarsi, ma anche il tetto. In genere la coibentazione può essere realizzata o installando coperture in materiali specifici, o applicando un materiale isolante ulteriore o entrambi.
Nel primo caso, la copertura può essere realizzata in PVC, materiale coinvolto nella produzione di infissi isolanti ma che può tornare utile anche per il rifacimento del tetto. Allo stesso modo, sempre in funzione coibentante, un’alternativa è rappresentata dalle cosiddette tegole portoghesi, la cui azione isolante è determinata non tanto dal materiale quanto dalla forma delle tegole stesse.
Nel secondo caso, i materiali d’elezione (sotto forma di pannelli) sono realizzati principalmente in fibra di legno, vetro granulare, sughero e poliuretano espanso. La fibra di legno non è altro che legno pressato e si sposano alla perfezione con i tetti piani. Il vetro granulare è un misto tra elementi in vetro e altri materiali con densità eterogenea. Il sughero, inoltre, spicca per la durabilità e la capacità di usurarsi molto lentamente. Infine, il poliuretano spicca non solo per isolamento termico, ma anche per la sua capacità idrorepellente.
Ristrutturare il tetto: la normativa
Essendo il tetto un elemento strutturale, di grande importanza in una prospettiva di incolumità, il legislatore ha inteso disciplinare in maniera stringente gli interventi di ristrutturazione. La normativa di riferimento è la UNI 8627:1984. Essa coinvolge aspetti cruciali e anche piuttosto tecnici, e impone il rispetto di alcuni elementari requisiti di coibentazione.
Quando si parla di normativa, il pensiero va alla ripartizione delle spese. Questo è un argomento che interessa la maggior parte degli interventi di rifacimento del tetto, dal momento che nella maggior parte dei casi i tetti gravano sui condomini. Insomma, chi paga e in che misura? A rispondere è il codice civile (art. 117) e anche alcune sentenze della Cassazione. Il tetto è una parte comune, dunque gli interventi devono essere pagati da tutti i condomini secondo i millesimi “posseduti” da ciascuno. Inoltre, essendo un intervento pesante, va ordinato ovviamente dall’assemblea, ma con una maggioranza del 50% più uno dei già citati millesimi.
Un altro aspetto normativo riguarda il tema dei permessi. Ovviamente, per rifare un tetto (non manutenerlo semplicemente) è necessario richiedere e ottenere il permesso. Di quale permesso si tratta? In qualità di intervento che coinvolge le parti strutturali, il permesso da richiedere e ottenere è la SCIA, Segnalazione Certificata di Inizio Attività. Il suo costo, parcella del tecnico compresa, consiste in un migliaio di euro circa (a volte qualcosa in più).
Ristrutturazione del tetto: chi la fa
Quando si parla di ristrutturare il tetto, dunque si va oltre la semplice manutenzione o riparazione della copertura, si è nel campo delle ristrutturazioni pesanti. Qualsiasi velleità di fai da te è dunque da scartare a priori. Anche perché ci si porrebbe al di fuori della legge, dal momento che, in questi casi, è sempre necessario un permesso e quindi anche, come minimo, di un tecnico che possa asseverare i lavori e richiedere/ottenere il titolo abilitativo.
Dunque, niente fai da te. L’approccio più semplice e più corretto consiste nel rivolgersi a una competente impresa edile, ovvero una capace di realizzare un lavoro di qualità, che rispetti le norme e, se possibile, non sia esigente dal punto di vista economico. L’altra figura fondamentale è il tecnico progettista, che tra le altre cose può essere fornito direttamente dall’impresa edile.
Ristrutturazione del tetto: come avviene
La ristrutturazione del tetto, lo abbiamo visto, è un intervento molto complesso, il cui ruolo del committente si riduce al minimo indispensabile. Nella maggior parte dei casi, alla scelta della tipologia, che incide in maniera significativa sul costo. Dunque, il processo di realizzazione è interamente delegato all’impresa edile. In genere, si procede in maniera abbastanza lineare.
La prima fase è quella dell’analisi, che consta del sopralluogo e nella valutazione degli interventi realizzabili. Dopodiché si sceglie, appunto, la modalità di intervento, il tipo di tetto, i materiali etc. Dopodiché, si procede con l’esecuzione vera e propria. Dal punto di vista del committente, e solo dal suo, è tutto molto semplice.
Ristrutturazione del tetto: come scegliere un’impresa
Il ruolo del committente si esprime sicuramente nella scelta dell’impresa. Dal momento che ha scarsa voce in capitolo nell’esecuzione dei lavori, dovrebbe porre la massima attenzione nell’individuazione di una impresa edile in grado di esprimere competenza e, se possibile, chiedere il “giusto”.
Come si riconosce una buona impresa edile? Innanzitutto, è bene improntare con essa, già nella fase di valutazione, un clima di dialogo. Solo attraverso il dialogo, infatti, anche un profano può avvertire se l’interlocutore parla con cognizione di causa o nasconde una incompetenza latente. Secondariamente, sempre nell’ottica di una verifica delle competenze, è bene contattare, se possibile, gli ex clienti. Questi possono essere rintracciati anche online, magari a seguito della lettura di un feedback pubblicato sotto forma di commento.
Un altro requisito importante è la trasparenza. Una impresa edile specializzata nella ristrutturazione del tetto è da prendere in considerazione solo se non manifesta remore a spiegare per filo e per segno la successione dei lavori e, soprattutto, i costi. Se per esempio fatica a consegnarvi il preventivo, o se questo non è dettagliato, desistete e passato ad altro.
Rifacimento tetto: come risparmiare
L’elemento su cui riporre le proprie energie è, prima di tutto, la qualità. D’altronde, ne va della propria sicurezza e, come abbiamo visto, del rispetto delle norme. Tuttavia, anche il costo è un elemento da prendere in considerazione. Il consiglio per chi vuole procedere con il rifacimento del tetto (ma potrebbe valere per qualsiasi intervento) consiste nella ricerca del miglior rapporto qualità prezzo, piuttosto che dell’impresa meno costosa in assoluto.
Come si fa a risparmiare senza compromettere la qualità? La tecnica, almeno sulla carta, è semplice: confrontate i preventivi di più imprese, indagate sul loro grado di competenza, e infine individuate quello che sembrare poter garantire il miglior rapporto qualità prezzo.
Non andate alla cieca, anche perché rischiate di perdere solo tempo ed energie. Piuttosto, affidatevi a strumenti “professionali”, come appunto i portali di confronti preventivi. Alcuni sono veramente ben attrezzati in quanto a offerta (di professionisti e imprese) e motore di ricerca interno (che deve essere rapido e ricco di filtri). Edilnet.it è tra i migliori in circolazione per gli interventi edilizi.