Ristrutturare l’impianto elettrico: cosa sapere
Ristrutturare l' impianto elettrico è fondamentale per la sicurezza. Scopriamo come deve essere installato un impianto a norma e come poter risparmiare!
Scopri il contenuto di questa pagina in breve
- Le norme necessarie alla base di un impianto elettrico sicuro sono la Cei 64-8 e il Dm n. 37 del 2008
- Caratteristiche di sicurezza per ristrutturare l’impianto elettrico in maniera ottimale
- L’impianto elettrico a regola d’arte
- L’impianto elettrico certificato
- Ma quanto costa ristrutturare l’impianto elettrico?
Avete bisogno di ristrutturare l’impianto elettrico, ma non sapete nulla in merito? Prima di procedere con i lavori è bene essere informati sulle procedure così da scegliere il professionista adatto che esegua un impianto elettrico a norma e riuscire a contenere i costi.
Gli impianti elettrici domestici sono ormai presenti in ogni abitazione italiana, sono generalmente circuiti semplici installati nelle pareti, i cui cavi percorrono tubi di plastica che collegano le scatole di derivazione, le prese, gli interruttori e punti luce vari fornendo elettricità in ogni stanza.
Ristrutturare l’impianto elettrico diventa necessario nel tempo e va assolutamente fatto da un qualificato elettricista per questioni di sicurezza prima di tutto. Infatti non bisogna mai dimenticare che la tensione proveniente dall‘impianto elettrico domestico monofase arriva fino a 220 Volt e il rischio di scossa elettrica, o folgorazione, è altissimo come altissimo è il rischio di morte. Per questo motivo, per realizzare un impianto elettrico ex-novo ma anche per ristrutturare quello vecchio c’è bisogno di un progetto riconosciuto che ne attesti la completa sicurezza, funzionalità e regolarità.
Le norme necessarie alla base di un impianto elettrico sicuro sono la Cei 64-8 e il Dm n. 37 del 2008
Prima di ristrutturare un impianto elettrico un tecnico professionista abilitato deve compilare uno schema dell’impianto elettrico da realizzare, sulla base delle indicazioni fornite dal progettista e concordate con la committenza (cliente): questo schema deve essere dettagliato e comprendere non solo i vari punti di presa, ma anche il tracciato dei cavi in ogni locale e da uno all’altro per le successive manutenzioni.
- In caso di ristrutturazione, il DPR 6/6/2001 n° 380 (Testo Unico per l’Edilizia) prevede che il progetto vada depositato presso il Comune o lo Sportello unico dell’edilizia, contestualmente al progetto edilizio.
- Il DM n° 37 del 15/4/2008 chiarisce poi che il progetto è sempre richiesto per i casi di nuova installazione, trasformazione e ampliamento di impianti elettrici, mentre non è necessario per gli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione.
Caratteristiche di sicurezza per ristrutturare l’impianto elettrico in maniera ottimale
La variante V3 alla norma Cei 64-8 stabilisce le caratteristiche minime di un nuovo impianto elettrico:
- Sezione del montante di collegamento tra contatore e centralino ≥ 6 mm2 .
- Sfilabilità dei cavi: nota tecnica peraltro già richiesta, ma ulteriormente ribadita anche ai fini qualitativi.
- L’appartamento deve avere un interruttore generale con funzioni di interruttore di emergenza (può coincidere con il generale di appartamento, solitamente già installato).
- I quadri elettrici dell’unità abitativa devono essere dimensionati con il 15% minimo di riserva per capienza modulare.
- Il conduttore di protezione PE deve arrivare nel quadro elettrico generale, per permettere il collegamento di eventuali, anche futuri, scaricatori di sovratensione.
- Il collegamento entra-esci effettuato sulle prese è ammesso solamente per apparecchi posti nella stessa scatola o, al massimo, tra due scatole adiacenti; oltre le due scatole è necessario alimentare il gruppo prese con altra alimentazione, anche dallo stesso interruttore di protezione, ma con linea aggiuntiva e non derivata dalla scatola precedente.
- L’impianto elettrico deve essere protetto da almeno due interruttori differenziali, che garantiscano la continuità di servizio almeno su una delle due linee; solitamente si divide l’impianto in “luce” e “forza” e quindi è necessario garantire selettività orizzontale a queste due linee, installando un differenziale dedicato ad ogni linea.
- Differenziali con elevata insensibilità ai disturbi elettromagnetici oppure, in alternativa, con dispositivo di richiusura automatica;
- Differenziali in classe A per la protezione di circuiti a cui fanno capo lavatrici e condizionatori, nonché apparecchiature con parti elettroniche;
- Punti presa della cucina e della lavatrice con almeno una presa tipo Schuko;
- Predisposizione dell’alimentazione elettrica per un’elettrovalvola di intercettazione del gas domestico, da porre nei pressi dell’ingresso del gas nell’abitazione; unitamente, predisposizione dell’alimentazione di idoneo sensore nel locale cucina.
L’impianto elettrico a regola d’arte
Gli impianti elettrici devono essere realizzati sulla base della Norma CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) 64-8 entrata in vigore il 1° marzo 1993 e secondo quanto prescrive la variante V3 alla norma stessa del 2011.
La realizzazione dell’impianto elettrico deve avvenire solo da parte di imprese iscritte alla Camera di Commercio e ogni intervento, anche se di minima entità e relativo all’impianto stesso, deve essere effettuato solo da personale abilitato.
Al termine dei lavori, la ditta esecutrice è tenuta a rilasciare al committente la dichiarazione di conformità dell’impianto eseguito. Solo in questo modo si è certi che il circuito è a norma e lo si può dimostrare. Tale documentazione è anche obbligatoria nelle compravendite immobiliari.
L’impianto elettrico certificato
Anche gli impianti elettrici sono regolati sotto tutti gli aspetti dal Decreto Ministero dello Sviluppo Economico n. 37 del 22 gennaio 2008 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 61 del 12-3-2008), che ha sostituito la legge 46/1990. Al termine dei lavori, dopo l’effettuazione delle verifiche previste dalla normativa vigente, comprese quelle di funzionalità dell’impianto, l’impresa installatrice rilascia al committente la dichiarazione di conformità degli impianti realizzati nel rispetto delle norme (di cui all’articolo 6 del Decreto n. 37 del 22 gennaio 2008). Di tale dichiarazione, resa sulla base del modello previsto dalla norma, fanno parte integrante la relazione contenente la tipologia dei materiali impiegati, nonché il progetto di cui all’articolo 5 del Decreto stesso.
Nel caso in cui la dichiarazione di conformità, salvo quanto previsto all’ articolo 15, non sia stata prodotta o non sia più reperibile, è sostituita – per gli impianti eseguiti prima dell’entrata in vigore del decreto stesso – da una dichiarazione di rispondenza.
Questa deve essere resa da un professionista iscritto all’albo professionale per le specifiche competenze tecniche richieste, che ha esercitato la professione, per almeno cinque anni, nel settore impiantistico a cui si riferisce la dichiarazione, sotto personale responsabilità, in esito a sopralluogo ed accertamenti.
La sicurezza va posta come elemento fondamentale. La tensione che perviene nelle abitazioni è monofase a 220 Volt (viene prelevata dalla linea trifase esterna). I due conduttori si definiscono fase (dove c’è tensione) e neutro (denominato usualmente conduttore di ritorno).
I due conduttori sono intercettati dal contatore e dall’interruttore-limitatore il cui compito è quello di scattare se l’assorbimento di corrente supera quello stabilito per contratto.
Appena dopo è installato l’interruttore differenziale (detto anche salvavita) che scatta in caso di fuga di corrente. I due cavi, insieme ad un terzo conduttore (la terra) costituiscono il circuito elettrico interno. Il conduttore di terra serve per scaricare eventuali fughe di corrente da utilizzatori vari e convogliarli in una punta conficcata nel terreno.
Da una linea principale con conduttori (fase, neutro e terra) di rilevante sezione per sopportare forti correnti, vengono derivati altri conduttori (in apposite scatole di derivazione), che alimentano le prese, i comandi ed altri servizi.
L’impianto di illuminazione può essere di due tipi: nel circuito chiuso, il neutro parte dall’interruttore generale e viene collegato al primo di una serie di attacchi a soffitto. Da questo va al successivo. Nel circuito a scatole di derivazione, invece, il cavo principale alimenta una serie di scatole di derivazione.
Da ogni scatola partono neutro e terra verso il lampadario mentre la fase scende all’interruttore che la comanda e, da questo, ritorna alla lampada.
Prima di ogni passo per ristrutturare l’impianto elettrico dobbiamo valutare il nostro budget iniziale, senza dimenticare che il rifacimento totale di un impianto elettrico andrà, ovviamente, a costare di più di un classico intervento di manutenzione.
E bene ricordare che, per la sola messa a norma di un impianto, che per svariate motivazioni necessita di intervento, è possibile ottenere delle agevolazioni fiscali. Per avere informazioni più o meno dettagliate è necessario rivolgersi al proprio comune di residenza, dal momento che le normative sicuramente variano da regione a regione.
Un primo passo fondamentale è quello di staccare completamente l’alimentazione elettrica prima di effettuare qualsiasi operazione sul nostro impianto elettrico, al fine di evitare spiacevoli inconvenienti, talvolta anche gravi.
Fatta questa premessa importante dovremo, come seconda cosa allineare il nostro impianto alle normative CEI, in modo che siano perfettamente a norma. Andiamo a visualizzare le canalette a nostra disposizione, per capire se è necessario l’aggiunta di spine e interruttori. Se le canalette sono abbastanza grandi non avremo bisogno di tali aggiunte.
Dopo aver verificato ciò, inseriremo nelle varie prese il classico filo di colore verde/giallo, acquistando anche un salvavita, che verrà aggiunto all’impianto (fondamentale)
Prima cosa da fare è munirsi della planimetria della propria abitazione e studiare con attenzione il tipo di arredamento che desideriamo. Dobbiamo individuare i tipi di punto luce che vogliamo installare, che dipendono dagli elettrodomestici utilizzati e dalle funzioni di cui necessitiamo. In cucina, per esempio, serviranno tante prese: ogni elettrodomestico dovrà avere la sua, e sarà utile averne altre per ogni evenienza.
È necessario studiare con attenzione il tipo di presa che ci serve. In Italia utilizziamo la presa di tipo C (l’europea a due poli, conosciuta anche come eurospina), la presa di tipo F (la tedesca a due poli) e quella di tipo L, la più utilizzata attualmente, conosciuta come l’italiana a 3 poli. Ogni elettrodomestico necessita della sua presa, soprattutto in tempi di globalizzazione, in cui compriamo da ogni parte del globo.
Ma quanto costa ristrutturare l’impianto elettrico?
Ristrutturare un impianto elettrico completo, con potenza di 3 kw, dotato di 50 punti luce, comprensivo di corpi illuminanti, scatole di derivazione, interruttori ha un costo indicativo di 1750 / 3000 €.
Ovviamente la spesa varia a seconda dei materiali utilizzati e del tipo di impianto. Per trovare la migliore offerta dalle ditte della tua zona richiedi gratuitamente dei preventivi online e, avendo la possibilità di confrontarli, potrai risparmiare!
NOTA: tutte le informazioni, i prezzi degli impianti elettrici, i costi da noi forniti hanno carattere puramente indicativo.
Ogni prezzo è variabile per condizioni economiche, di tempistiche, di mercato e di località.
L’impianto elettrico è un elemento molto delicato nella ristrutturazione di appartamento. Stare sempre attenti!
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Grazie del commento.
Un saluto dal team del Blog di Edilnet