Innaffiare il giardino senza consumare acqua: come fare?

Innaffiare il giardino senza consumare acqua: sembra un sogno ma invece è realtà. Anzi, è una soluzione consolidata, a disposizione di chi sceglie la tecnologia. Ne parliamo qui, parlando dei dispositivi che permettono di azzerare i consumi e allo stesso tempo garantirsi tutta l’acqua necessaria alla gestione del giardino.

 

Sistema di irrigazione automatica del giardino per risparmio d'acqua.

 

Innaffiare il giardino: quanto costa?

 

Innaffiare il giardino, e in generale la sua gestione, sono impegno non da poco, sia in termini di costi che di tempo. In media, per un giardino piccolo, intorno ai 100 metri quadri, si rischia di pagare tra i 200 e i 700 euro all’anno. Ma i costi possono aumentare, se il sistema di irrigazione non è efficiente o si procede addirittura manualmente, oppure se le piante che popolano il giardino sono più esigenti della media.

 

Un altro fattore che fa lievitare i costi per l’innaffiatura del giardino è il clima. E’ evidente, zone particolarmente siccitose privano il giardino dell’acqua piovana, la quale va compensata in maniera “artificiale”.

 

Insomma, il problema dei costi di innaffiatura è importante e non va preso sottogamba. Il rischio è di puntare al risparmio semplicemente limitando la somministrazione di acqua, cagionando dunque uno stato di sofferenza nelle piante. Un altro rischio consiste nella tentazione delle classiche scorciatoie, che vedono negli allacci abusivi l’espressione più diffusa del fenomeno, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista etico e anche legale. Essere scoperti più che un rischio è una certezza.

 

Come innaffiare il giardino senza consumare acqua?

 

Lo scopo è contrarre i costi in maniera legale e senza compromettere la qualità dell’innaffiatura e l’efficacia delle attività di gestione del giardino. All’apparenza trovare la quadra è complesso, ma nella pratica esiste un metodo che non solo consente di risparmiare, ma addirittura di azzerare i consumi: la depurazione e il conseguente riciclo delle acque reflue.

 

Per acque reflue si intendono le acque prodotte dalle attività domestiche, e quindi risultato delle abluzioni, del lavaggio di vestiti, del lavaggio delle stoviglie etc. In teoria sono un rifiuto, ma possono diventare una risorsa.

 

Tutto ciò è possibile – come possiamo vedere sul sito web Dorabaltea.com – grazie agli impianti di depurazione acque per uso domestico, messi a disposizione dei privati cittadini.

 

Grazie a questi impianti è possibile riciclare l’acqua già utilizzata in casa e con essa innaffiare il giardino. Ecco che l’approvvigionamento dalla rete pubblica si riduce o addirittura si azzera, concretizzando un risparmio importante, nell’ordine delle centinaia e delle migliaia di euro (per i giardini più grandi).

 

L’implementazione degli impianti di depurazione è anche un gesto eticamente apprezzabile. Permette ai proprietari di casa di partecipare, nel loro piccolo e con le dovute proporzioni, alla salvaguardia del pianeta. Quest’ultima, come tutti coloro che si interessano al tema sanno, passa proprio per la riduzione dei consumi.

 

Sistema di irrigazione a micro-goccia per un giardinaggio efficiente e sostenibile

 

Come avviene il riciclo delle acque reflue?

 

Giunti a questo punto viene da chiedersi come sia possibile depurare acque profondamente sporche e riportarle a nuova vita, a tal punto da risultare compatibili con le attività di innaffiatura. Spiegare le procedure per filo e per segno è impossibile in poche righe, ci vorrebbe un manuale. Possiamo però indicare i principi basilari, ovvero le fasi che, con un certo grado di approssimazione, tutte le tipologie di impianti prevedono.

 

  • Grigliatura. In questa fase l’acqua viene privata degli elementi più grossolani, dello sporco più evidente. Nella fattispecie, si utilizzano dei filtri.

 

  • Dissabbiatura e disoleatura. Questa fase prevede l’insufflamento dell’acqua e la conseguente creazione dei vortici. Questi spingono alcune materie verso l’alto o verso il basso, isolandole e quindi rendendo più semplice la loro eliminazione.

 

  • Sedimentazione. L’acqua viene “arricchita” con dei batteri forniti direttamente dall’impianto. Batteri “buoni”, che proliferano, formano colonie e divorano le sostanze più piccole. In questo modo, l’acqua acquisisce una purezza paragonabile a quella, per così dire, di prima mano. Esistono ovviamente altri metodi, alcuni molto antichi ma più lenti, come la percolazione naturale.

 

Innaffiare il giardino grazie al riciclo dell’acqua: a chi affidarsi?

 

Dunque, il “trucco” sta nell’implementazione dei dispositivi di depurazione. In tal modo è possibile innaffiare il giardini senza consumare acqua, o – per meglio dire – senza consumare nuova acqua. La realtà è un po’ più complessa. Infatti, solo una numero limitato di produttori è in grado di fornire impianti riservati specificatamente a uso domestico. Nella maggior parte dei casi, vengono adattati in maniera posticcia impianti industriali. Ecco che ci si ritrova con impianti costosi, sovradimensionati, poco compatibili con i contesti casalinghi.

 

La gestione dell’acqua, infatti, è solo una parte della sfida di mantenere un giardino sano e bello. Ci sono molti altri fattori da considerare, come il tipo di piante, la disposizione, la qualità del suolo e l’esposizione al sole. Se stai cercando consigli su come progettare un giardino, questo articolo potrebbe essere molto utile.

 

Tra i produttori in grado di fornire reali soluzioni per i privati cittadini che devono “semplicemente” innaffiare il giardino, o al massimo irrigare un orto, spicca DoraBaltea. I suoi impianti sono frutto di un lavoro di adattamento certosino, che prende in considerazione le specificità dell’outdoor domestico. Si rivelano dunque efficienti, ben dimensionati, poco ingombranti, costosi il giusto.

 


 

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