Impianto elettrico a bassa tensione vs impianto elettrico a bassa emissione

Impianto elettrico a bassa tensione vs impianto elettrico a bassa emissione
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Che differenza c’è tra impianto elettrico a bassa tensione e impianto elettrico a bassa emissione in ottica di riduzione dell’elettrosmog? Scopriamolo insieme!

 

Impianto elettrico a bassa tensione vs impianto elettrico a bassa emissione

 

È meglio installare un impianto elettrico a bassa tensione e a bassa emissione? La domanda è urgente soprattutto tra coloro che hanno maturato una certa consapevolezza sui pericoli dell’elettrosmog e vorrebbero ridurli.

 

Prima di confrontare i due impianti, e decretare il vincitore, è bene fornire una panoramica delle loro caratteristiche principali.

 

Facciamo quindi un confronto tra i due impianti e impariamo come difenderci dalle insidie di questo fenomeno.

 

Cosa sono gli impianti a bassa tensione e a bassa emissione?

 

Gli impianti elettrici a bassa tensione sono sistemi progettati per distribuire energia elettrica con una tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata o 1500 V in corrente continua.

 

Questi impianti includono tutte le apparecchiature, i cavi e i dispositivi necessari per garantire il corretto funzionamento degli apparecchi elettrici in ambienti residenziali, commerciali o industriali, riducendo i rischi legati a folgorazioni o cortocircuiti.

 

Sono impiegati in contesti dove la potenza richiesta è relativamente bassa, come abitazioni, piccoli edifici o uffici.

 

Gli impianti elettrici a bassa emissione, invece, sono sistemi progettati per ridurre al minimo l’emissione di campi elettromagnetici durante il loro funzionamento.

 

La progettazione di questi impianti comprende l’implementazione di soluzioni specifiche per ridurre le emissioni.

 

L’impianto elettrico di casa genera campi elettromagnetici?

 

Prima di passare definitivamente al confronto, chiariamo la questione dei campi magnetici rispondendo alla domanda: gli impianti casalinghi generano veramente campi magnetici? Cosa comporta tutto ciò?

 

Purtroppo, sì, l’impianto elettrico di casa genera campi elettromagnetici. Ogni volta che la corrente elettrica passa attraverso i cavi e gli apparecchi, si creano campi elettrici e magnetici.

 

Tuttavia, i livelli di questi campi, generalmente, sono molto bassi e, nella quasi totalità dei casi, rientrano nei limiti considerati sicuri per la salute.

 

Il problema sta nel “quasi”. Anche perché l’abbondanza di campi magnetici genera il fenomeno noto come elettrosmog.

 

L’esposizione prolungata e continua a livelli elevati di elettrosmog può essere dannosa per la salute, sebbene gli effetti a lungo termine non siano ancora del tutto chiari.

Alcuni studi suggeriscono che un’esposizione elevata potrebbe essere collegata a disturbi come insonnia, mal di testa, stanchezza cronica e, in casi estremi, a potenziali effetti cancerogeni.

 

Qual è il miglior impianto per ridurre l’elettrosmog domestico?

 

La risposta è inequivocabile. Il miglior impianto, se lo scopo è ridurre l’elettrosmog, è quello a bassa emissione. Il confronto con quello a bassa tensione, almeno di tipo standard, è semplicemente impari.

 

Gli impianti a bassa tensione, infatti, anche quando generano campi elettromagnetici a livelli generalmente considerati sicuri, non sono progettati specificamente per ridurre l’elettrosmog.

 

Va detto, poi, che la distribuzione dell’energia elettrica a bassa tensione crea inevitabilmente campi elettrici e magnetici attorno ai cavi e ai dispositivi, soprattutto quando la corrente è alta o ci si trova vicino a quadri elettrici, prese e elettrodomestici in funzione. 

 

Gli impianti a bassa emissione elettromagnetica, invece, sono progettati specificatamente per ridurre al minimo la generazione di campi elettromagnetici e, di conseguenza, l’elettrosmog.

 

Utilizzano tecniche specifiche, come l’adozione di cavi schermati, la messa a terra migliorata e l’ottimizzazione del layout dei cavi per limitare le interferenze elettromagnetiche.

 

Questi impianti sono particolarmente adatti in ambienti dove la riduzione dell’elettrosmog è una priorità, come ospedali, centri di elaborazione dati e abitazioni di persone sensibili alle onde elettromagnetiche.

 

Abbiamo appena chiarito quale è il miglior impianto possibile, se lo scopo è ridurre l’elettrosmog.

 

Vale la pena però parlare anche dell’obiettivo minimo. Ovvero, un impianto elettrico semplicemente a norma. In realtà, non è una cosa di poco conto, giacché il legislatore ha inasprito, nel corso degli ultimi decenni, i requisiti degli impianti elettrici.

 

Vivere in una cosa con un impianto elettrico a norma significa dormire sonni tranquilli, soggiornare senza l’assillo dell’incidente (che nel caso degli impianti elettrici è sempre di una certa gravità).

 

Come difendersi dai pericoli dell’elettrosmog in casa?

 

Al netto delle considerazioni sulla tipologia dell’impianto a bassa tensione o emissione, è possibile ridurre l’impatto dell’elettrosmog e quindi porsi al riparo dai pericoli che determina. Ecco una lista di “buoni consigli”.

 

  • Utilizzare strumenti di misurazione per verificare il livello di elettrosmog: lo scopo non è solo rilevare lo stato dell’arte, e quindi intervenire con modifiche all’impianto, ma anche monitorarlo nel tempo.

 

  • Acquistare solo dispositivi a bassa emissione: scegliere elettrodomestici e apparecchi elettronici certificati per basse emissioni elettromagnetiche riduce significativamente l’elettrosmog in casa. Questi dispositivi sono progettati per emettere meno campi elettromagnetici rispetto a quelli tradizionali.

 

  • Posizionare gli elettrodomestici in modo strategico: è importante mantenere una certa distanza tra le aree di soggiorno e gli elettrodomestici che emettono campi elettromagnetici elevati, come frigoriferi, microonde o router Wi-Fi. Collocare questi dispositivi lontano da letti e zone dove si trascorre molto tempo aiuta a minimizzare l’esposizione.

 

  • Evitare di lasciare i dispositivi in stand-by: anche quando non sono in uso, molti dispositivi elettronici continuano a emettere campi elettromagnetici se lasciati in stand-by. Spegnere completamente i dispositivi quando non sono necessari riduce l’elettrosmog in casa e contribuisce al risparmio energetico.

 

A chi rivolgersi per un impianto elettrico a regola d’arte?

 

Di progettare impianti elettrici, magari a norma, sono capaci più o meno tutti gli elettricisti. Pochi, invece, sono coloro in grado di progettare un impianto semplicemente perfetto, che adotti tutte le soluzioni necessarie per azzerare i pericoli e ridurre l’elettrosmog.

 

D’altronde, per farlo è necessario maturare una certa competenza, un bagaglio di competenze che riguardano soprattutto l’ambito progettuale.

 

Da fuori, per un profano, è difficile verificare le skill di questo o quel professionista. Ma c’è una soluzione: fare riferimento a chi ha già operato una scrematura sul criterio della qualità.

 

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