Come capisco se la casa ha l’intercapedine?
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L’intercapedine è un elemento di carattere edile spesso sottovalutata. Vediamo perché è un errore trascurarne l’importanza in ottica di preservazione dell’immobile e di miglioramento dell’esperienza abitativa e spieghiamo anche come si controlla se è presente oppure no.
Il primo passo per verificare l’intercapedine è ovviamente capire cosa sia un’intercapedine. Ebbene, con questo termine si intende uno spazio vuoto, solitamente compreso tra due pareti o tra il muro esterno e quello interno di un edificio.
Può essere ventilata o chiusa, con larghezza variabile a seconda delle necessità progettuali. È una caratteristica costruttiva visibile in molti edifici di diverse epoche, comprese le più recenti.
A cosa serve verificare se la casa ha l’intercapedine?
Prima di spiegare come verificare la presenza dell’intercapedine è bene riflettere anche sulla sua utilità. Insomma, a cosa serve? Ecco una panoramica delle sue applicazioni.
- Isolamento termico: lo spazio vuoto può essere riempito con materiali isolanti. Questa tecnica è nota con il termine di insufflaggio e contribuisce a ridurre la dispersione termica tra interno ed esterno. Ovviamente, prima di procedere bisogna analizzare nel dettaglio i costi dell’insufflaggio variabili in base al tipo di materiali e alle esigenze del cliente.
- Controllo dell’umidità: l’intercapedine crea una barriera tra le pareti interne ed esterne, limitando il passaggio di umidità dall’esterno verso l’interno. Questo spazio riduce il rischio di condensa e previene la formazione di muffa sulle pareti. La ventilazione all’interno dell’intercapedine consente di disperdere eventuale umidità residua, mantenendo asciutte le superfici.
- Isolamento acustico: l’intercapedine agisce come una barriera naturale contro la trasmissione del suono, assorbendo le vibrazioni sonore e riducendo i rumori dall’esterno. Se si aggiungono pannelli fonoassorbenti, poi, migliora ulteriormente le prestazioni acustiche, rendendo gli ambienti interni più silenziosi e confortevoli, anche in aree urbane rumorose o vicine a strade trafficate.
Dopo la verifica dell’intercapedine, perché considerare l’insufflaggio?
Verificare l’intercapedine serve anche a prendere in considerazione l’insufflaggio della medesima, ovvero l’introduzione di materiali isolanti all’interno dello spazio vuoto presente tra le pareti.
Per effettuare questa operazione, si praticano piccoli fori nelle superfici del muro, generalmente in punti strategici come la parte superiore, centrale e inferiore. Attraverso questi fori, viene insufflato il materiale isolante utilizzando specifiche apparecchiature che assicurano una distribuzione uniforme e compatta.
I materiali più comunemente utilizzati sono:
- fibra di cellulosa, ricavata da carta riciclata trattata per resistere al fuoco e all’umidità;
- lana di vetro o di roccia, apprezzate per le loro proprietà fonoassorbenti e termoisolanti;
- polistirene espanso o in fiocchi, che offre un’ottima capacità di isolamento termico.
In alcuni casi si impiegano materiali naturali come sughero granulare o fibre vegetali, ideali per chi cerca soluzioni ecologiche come modo di isolare termicamente la casa. Ma quali sono i benefici di questo intervento? Il più evidente è che con l’insufflaggio si recuperano diversi gradi perché migliora l’efficienza energetica della casa e diminuisce i costi di riscaldamento e raffreddamento.
La mia casa ha l’intercapedine? Ecco come capirlo
In realtà, capire se la casa ha le intercapedini è relativamente semplice con i seguenti metodi empirici:
- Bussare alle pareti: bussando su diverse sezioni delle pareti, è possibile percepire un suono vuoto. Ebbene, quello è un segnale che rivela la presenza di un’intercapedine. Questa tecnica è empirica ma fornisce un’indicazione iniziale utile, soprattutto in combinazione con altre verifiche.
- Verificare lo stato delle pareti: esaminare lo spessore delle pareti attraverso punti di riferimento come porte o finestre può aiutare a individuare un’intercapedine. Pareti insolitamente spesse rispetto agli standard costruttivi locali possono suggerire la presenza di uno spazio vuoto interno.
- Ispezione termografica: l’uso di una termocamera consente di individuare variazioni di temperatura sulle superfici delle pareti, le quali possono evidenziare la presenza di intercapedini. Le immagini termografiche mostrano zone più fredde o calde, utili per identificare spazi vuoti non visibili a occhio nudo e analizzare le caratteristiche costruttive.
- Controllare l’anno di costruzione dell’immobile: gli edifici costruite dalla metà degli anni 50 del Novecento e nei decenni successivi hanno nella maggior parte dei casi l’intercapedine. Mentre quelli antecedenti sono spesso costruiti con muri pieni.
Il metodo più affidabile per verificare l’intercapedine, però, è la visione dei documenti di compravendita e l’analisi dei disegni progettuali. Questi, infatti, recano sempre riferimenti alle intercapedini, se implementate in fase di costruzione. In particolare, è importante individuare la posizione dei pilastri, indicati solitamente sui disegni in un colore più scuro, perché la sporgenza dei medesimi dai muri perimetrali indica la presenza dell’intercapedine.
Come ottimizzare l’intercapedine dei muri spendendo il giusto?
Gestire correttamente le intercapedini, magari mediante insufflaggio, richiede il contributo di specialisti, di imprese edili e professionisti tecnici, geometri o ingegneri, con esperienza e un know-how sufficienti. Insomma, bisogna commissionare l’intervento non soltanto per verificare se l’intercapedine c’è, ma anche se si presta a interventi migliorativi.
Questo può essere più o meno costoso a seconda della portata, del grado di invasività e delle tariffe di chi lo realizza. Ma c’è un asso nella manica del contribuente: il confronto dei preventivi.
Confrontando diverse offerte, è possibile farsi un’idea dei prezzi di mercato, imparare a riconoscere le buone offerte dalle cattive offerte e individuarne una che eccella in termini di rapporto qualità prezzo. Il segreto sta nella qualità dei preventivi.
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