Costruire una chiesa: la normativa sull’edilizia religiosa

Quanto costa costruire una chiesa e quali sono le normative che regolano questa particolare tipologia di edifici? Ne parliamo approfonditamente qui sotto fornendo tutti i riferimenti necessari e offrendo anche informazioni di tipo tecnico.

 

costruire una chiesa

 

L’edilizia religiosa è una branca interessante ma poco conosciuta dell’edilizia in senso lato. In realtà, la normativa sul costruire una chiesa è molto chiara e per certi versi assimilabile a quella dell’edilizia civile.

 

Lo stesso si può dire anche dei costi, che pur tenendo conto delle peculiarità legate al tipo di edificio, devono sottostare a normali leggi di mercato.

 

Edilizia religiosa, le basi: la definizione di luogo di culto

 

Il primo passo per comprendere nella loro totalità le normative sull’edilizia religiosa è capire cosa si intende per luogo di culto. Nell’immaginario collettivo, infatti, luogo di culto è una qualsiasi struttura in cui si prega o si svolgono pratiche religiose. In realtà, questa non è la definizione corretta.

 

Si definisce luogo di culto qualsiasi struttura in cui non ci si limita a pregare e a svolgere pratiche religiose, ma il cui accesso è pubblico, nel senso che è consentito ai fedeli in generale e non a uno specifico gruppo di persone.

 

Per esempio, è luogo di culto una chiesa ma non una cappella privata. Allo stesso tempo, è luogo di culto una moschea, ma non la sede di un’associazione, fosse anche destinato esclusivamente alla preghiera. In questo caso, infatti, l’accesso è consentito ai soci, e non al pubblico in maniera indiscriminata.

 

La questione dell’accesso, come vedremo, genera conseguenze importanti dal punto di vista dei permessi e dei titoli abilitativi.

 

Le tipologie dei luoghi di culto

 

Prima di passare alla normativa sull’edilizia religiosa, è bene fare il punto sui principali luoghi di culto presenti in Italia.

 

  • Chiesa: non necessita di presentazioni, è semplicemente il luogo di culto riservato ai cristiani, ovviamente aperto al pubblico.

 

  • Cattedrale: chiesa principale di una diocesi e sede del vescovo.

 

  • Basilica: chiesa di grande valore storico, spesso di grande valore storico.

 

  • Moschea: luogo di preghiera per i musulmani, con una sala di preghiera, minareti e spesso una cupola.

 

  • Sinagoga: luogo di preghiera, studio e discussione degli ebrei praticanti.

 

  • Tempio: termine generico che sta a indicare un luogo di culto afferente a una religione diversa da quelle monoteiste (es. tempio buddista, shintoista, induista etc.).

 

Chi può costruire una chiesa?

 

Entriamo ora nel dettaglio della normativa, partendo da un argomento suggestivo: quello del chi. Per esempio, chi può costruire una chiesa?

 

In realtà, tutti possono farlo. E d’altronde in passato persone illustri, ma pur sempre laici (es. signori e nobili) costruivano spesso chiese per rendere omaggio a una comunità, per aumentare il prestigio personale o come regalo a una comunità.

 

La questione non riguarda tanto le amministrazioni locali, quanto le autorità ecclesiastiche. Affinché la chiesa diventi attiva, ovvero venga consacrata, deve ricevere l’approvazione del vescovo ed essere oggetto di uno specifico rituale.

 

Si tratta di un processo lungo, che può richiedere anni, da qui il consiglio di occuparsi prima dei permessi delle autorità ecclesiastiche e solo dopo dei permessi delle autorità “laiche”.

 

Quali sono i permessi per costruire una chiesa?

 

Per costruire un luogo di culto è necessario il Permesso di Costruire. È il titolo abilitativo più pesante, che può costare qualche migliaio di euro. È anche il più complesso da ottenere in quanto legato a un iter burocratico non di poco conto e al meccanismo del silenzio-diniego. Insomma, necessita del parere esplicitamente positivo dell’ente.

 

La necessità di procedere con il Permesso di Costruire, di fatto, equipara i luoghi di culto a qualsiasi altra nuova costruzione.

 

Cosa dire, invece, degli interventi agli edifici preesistenti, finalizzati all’istituzione di un luogo di preghiera? Semplicemente, si segue la normativa relativa agli edifici civili: CILA per interventi che modificano la planimetria, SCIA per interventi che modificano elementi strutturali, nessun permesso per interventi che gravano solo sulle finiture. Di nuovo, Permesso di Costruire per interventi che cambiano la destinazione d’uso.

 

Da questo punto di vista, vale quanto detto sui luoghi di culto. Se i locali vengono adibiti a luogo di culto, ovvero se si garantisce l’accesso al pubblico, si tratta di cambio di destinazione d’uso. Altrimenti, non sussiste alcun cambio di destinazione.

 

Costruzione di una chiesa: quali costi?

 

I costi da sostenere per costruire una chiesa sono estremamente variabili e dipendono dalle dimensioni, dalle finiture (che possono essere di pregio) e dalle esigenze dell’impresa costruttrice.

 

Si possono pagare poche centinaia di migliaia di euro come anche due o tre milioni di euro. Per avere un’idea più precisa delle voci di spesa, torna utile consultare la guida sui costi per la costruzione di una chiesa.

 

Se avete in mente di realizzarne una, potrebbe fare al caso vostro.

 

A chi rivolgersi per una consulenza sull’edilizia religiosa?

 

Il consiglio è di rivolgersi a imprese edili che si dedicano esplicitamente alla costruzione di luoghi di culto. Questi edifici, infatti, pongono in essere sfide peculiari, ben differenti da quelle che caratterizzano l’edilizia civile. Il riferimento non è solo alle finiture ma anche alla gestione degli spazi, alle dimensioni spesso imponenti e via dicendo.

 

Come individuare una buona impresa specializzata? Agire in proprio significa perdere tempo e sprecare energie, soprattutto se non si ha idea di dove iniziare. Meglio rivolgersi a chi ha già operato una scrematura, come le piattaforme di confronto preventivo.

 

Per inciso, si rivelano estremamente utili in quanto forniscono ipotesi di costo facili da analizzare, e che quindi consentono di individuare soluzioni dal buon rapporto qualità prezzo.

 

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