Come si rinforzano i pilastri?

Come si rinforzano i pilastri?
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Il rinforzo dei pilastri serve a consolidare gli edifici dal punto di vista strutturale, a combattere l’usura del tempo e a difendersi dai terremoti. Ma quali sono le tecniche usate e che permessi servono per procedere? Lo vediamo in questa guida di approfondimento.

 

Come si rinforzano i pilastri?

 

Il rinforzo pilastri è un intervento complesso, che può essere realizzato mediante tecniche diverse, le quali si differenziano per i principi base, per il grado di invasività e per i costi. In generale, la spesa per rinforzare i pilastri è piuttosto elevata.

 

Ragione per cui, è bene prima di tutto capire quando è veramente necessaria e può tornare utile anche qualche consiglio per risparmiare senza compromettere la qualità dell’intervento.

 

Quando serve il rinforzo dei pilastri?

 

Il rinforzo pilastri è utile sempre e comunque, ma in alcuni casi – come quelli elencati – è assolutamente necessario:

 

  • Necessità di adeguamento sismico: in zone ad alto rischio sismico, i pilastri esistenti possono non essere sufficientemente robusti per resistere ai sismi. Il rinforzo è quindi necessario per migliorare la resistenza strutturale e garantire la sicurezza dell’edificio durante un terremoto.

 

  • Usura causata dal tempo: i materiali costruttivi, come il calcestruzzo e l’acciaio, si deteriorano nel tempo a causa di fattori ambientali come l’umidità, la corrosione e le variazioni di temperatura. Questa usura può compromettere la capacità portante dei pilastri, rendendo indispensabile un intervento di rinforzo.

 

  • Presenza di lesioni post-sisma: dopo un evento sismico, è comune che i pilastri presentino fessurazioni o lesioni, anche se l’edificio non è crollato. Queste lesioni indicano una riduzione della capacità portante del pilastro, richiedendo un rinforzo per ristabilire la sicurezza strutturale e prevenire danni futuri.

 

C’è poi un altro caso che rende necessario il rinforzo pilastri: l’esigenza di aumentare il valore economico dell’edificio.

 

Tale esigenza si manifesta quando si intende vendere l’immobile e realizzare un surplus e trova giustificazione soprattutto in relazione agli edifici posti in zone sismiche.

 

Quali sono le tecniche usate per rinforzare le fondamenta?

 

Trattiamo ora le tecniche per il rinforzo pilastri. Per prima cosa può risultare utile una tabella comparativa dei principali metodi usati, ovvero incamiciatura, iniezione di resine e applicazione dei tiranti.

 

Metodo

Caratteristiche principali

Grado di invasività

Incamiciatura pilastri

Avvolgimento dei pilastri mediante armatura o materiali che migliorano la resistenza

Alto

Iniezione resine

Applicazione di resine in grado di ripristinare la continuità strutturale in caso di lesioni e crepe

Basso

Applicazione di tiranti

Installazione di collegamenti in acciaio tra elementi strutturali

Medio

 

E adesso analizziamo nel dettaglio le singole tipologie di intervento.

 

Incamiciatura pilastri

 

L’incamiciatura è il metodo più comune e anche più efficace e prevede l’avvolgimento del pilastro esistente con un nuovo strato di materiale, generalmente cemento armato o materiali compositi come il carbonio o la fibra di vetro.

 

Lo strato aggiuntivo aumenta la sezione resistente del pilastro, migliorando la sua capacità di sostenere carichi verticali e incrementando la resistenza alle sollecitazioni laterali, come quelle sismiche.

 

Il processo prevede la rimozione dell’intonaco o di altri rivestimenti superficiali del pilastro, seguita dall’applicazione del nuovo materiale rinforzante.

 

Nel caso di incamiciature in cemento armato, vengono posizionati dei ferri di armatura intorno al pilastro, e successivamente si esegue la gettata di calcestruzzo.

 

Nei metodi più moderni, invece, si può optare per materiali compositi che vengono incollati direttamente sulla superficie del pilastro.

 

Gli effetti principali di questo intervento comprendono l’aumento della capacità portante del pilastro, una maggiore resistenza alle forze orizzontali e una migliore duttilità, ovvero la capacità di deformarsi senza rompersi, importante in caso di terremoti.

 

L’incamiciatura è considerata un intervento invasivo, in quanto richiede lavori significativi sul pilastro esistente, compreso lo spostamento o la protezione di eventuali impianti adiacenti, ma ha il vantaggio di poter essere applicata anche su strutture esistenti senza richiedere modifiche strutturali estese.

 

Iniezione di resine

 

Proseguiamo con la tecnica più rapida e meno invasiva: l’iniezione delle resine, utilizzata principalmente per riparare lesioni e fessurazioni nei pilastri.

 

Consiste nell’iniettare resine epossidiche o poliuretaniche nelle fessure e nelle cavità all’interno del pilastro. Queste resine, una volta iniettate, penetrano nelle microfessure e, polimerizzandosi, creano un legame chimico molto forte che ripristina la continuità strutturale del pilastro.

 

Gli effetti dell’iniezione di resine comprendono il ripristino della capacità portante del pilastro e la prevenzione di ulteriori danni, ma non prevede il miglioramento della resistenza del pilastro a sollecitazioni esterne, come i carichi sismici.

 

Come già accennato, il livello di invasività di questo metodo è basso, poiché non richiede interventi strutturali estesi e può essere eseguito senza dover modificare l’aspetto o la funzione della struttura esistente. Tuttavia, è un intervento che si presta meglio a situazioni dove le lesioni sono superficiali e non ci sono gravi compromissioni della capacità portante.

 

Applicazione di tiranti

 

Concludiamo con una tecnica molto versatile, soprattutto in ottica antisismica: l’applicazione dei tiranti in metallo, spesso utilizzata per migliorare la stabilità strutturale di edifici che mostrano segni di debolezza o di cedimento.

 

I tiranti in metallo, solitamente realizzati in acciaio, vengono installati all’interno o all’esterno del pilastro e ancorati alle strutture adiacenti per fornire un supporto supplementare.

 

Questo metodo di rinforzo dei pilastri funziona applicando una forza di compressione e contrastando le forze di trazione che possono causare fessurazioni o cedimenti.

 

L’installazione dei tiranti comporta la foratura del pilastro per inserire le barre metalliche e il loro successivo ancoraggio tramite piastre o bulloni.

 

L’intervento è particolarmente efficace nel rinforzare pilastri che presentano segni di instabilità o che devono sopportare carichi maggiori di quelli per cui erano stati originariamente progettati.

 

Gli effetti dell’applicazione dei tiranti includono un aumento della capacità di resistere a carichi eccedenti, una riduzione del rischio di collasso strutturale, e un miglioramento generale della stabilità dell’edificio.

 

L’invasività di questo intervento è moderata, poiché comporta interventi localizzati sui pilastri e può richiedere la rimozione di parti del rivestimento per consentire l’installazione dei tiranti. Tuttavia, non richiede modifiche estese alla struttura esistente e può essere eseguito in tempi relativamente brevi, con un impatto minimo sull’aspetto estetico dell’edificio.

 

Per il consolidamento delle fondamenta servono permessi?

 

La risposta è affermativa. Per la precisione, per il rinforzo dei pilastri è necessaria la SCIA, Segnalazione Certificata di Inizio Attività. Questo permesso fa riferimento agli interventi che gravano sugli elementi strutturali, categoria cui i pilastri appartengono senza ombra di dubbio.

 

La SCIA non è vincolata al parere esplicito dell’ente. Insomma, i lavori possono iniziare anche se chi di dovere non si è ancora espresso.

 

Costa 2-3mila euro (compresa la parcella del tecnico) e richiede uno sforzo documentale medio.

 

Come risparmiare sull’intervento di rinforzo dei pilastri?

 

I prezzi per un intervento di rinforzo dei pilastri possono raggiungere anche decine di migliaia di euro. La spesa, comunque, dipende dalla tecnica adottata. La più conveniente è l’iniezione di resina, la più costosa è l’incamiciatura.

 

Per fortuna, esiste un metodo sicuro per risparmiare: confrontare i preventivi. Utilizzando tale sistema si riesce a ridurre la spesa anche del 20-30% (rispetto alla media).

 

Il primo passo, ovviamente, è ottenere le offerte dalle ditte specializzate di zona. Si potrebbe pensare che la soluzione più comoda sia chiedere i preventivi direttamente alle imprese, contattandole una dopo l’altra, e invece si tratta di una soluzione faticosa e che richiede molto tempo.

 

Meglio affidarsi ai portali che propongono servizi mirati come quello di Edilnet.it per chiedere preventivi online alle migliori imprese edili per consolidamento strutturale.

 

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