Bunker in giardino fai da te: è possibile?
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La situazione politica globale fa tornare di attualità un argomento che ci riporta (tristemente) indietro nel tempo, al periodo della Guerra Fredda: l’idea di costruire un bunker antiatomico in giardino.
Questa immagine, che una volta poteva sembrare estranea alla quotidianità, oggi rappresenta per alcuni una forma di sicurezza per affrontare il futuro. Ma cosa c’è da sapere se si vuole costruire un bunker in giardino o nel proprio terreno?
Quali normative regolano questo tipo di costruzioni in Italia? E come si fa a vivere in un bunker antiatomico? Scopriamolo insieme.
Come è fatto e come funziona un bunker?
Un bunker antiatomico è progettato per offrire protezione contro le esplosioni nucleari e i relativi pericoli, come radiazioni e ondate di calore.
Per tale ragione, le pareti devono avere uno spessore minimo di 30 centimetri, ma spesso si raccomanda uno spessore maggiore per un’ulteriore protezione.
Il calcestruzzo armato è tra i materiali più utilizzati: grazie alla sua densità offre una resistenza elevata sia alle radiazioni ionizzanti che alle intrusioni esterne.
È inoltre essenziale che il bunker sia dotato di un sistema di filtrazione dell’aria, oltre a un sistema di alimentazione energetica indipendente e affidabile, in grado di operare isolato dalla rete elettrica esterna.
La sua efficienza dipende, quindi, da diversi fattori strutturali critici relativi alla resistenza e all’isolamento. Vediamoli nel dettaglio.
Resistenza alle esplosioni
Un bunker efficace deve resistere all’onda d’urto di un’esplosione nucleare, ma anche alle alte temperature e alle radiazioni intense che ne conseguono. La chiave per la resistenza di un bunker è la sua capacità di assorbire e deviare l’energia dell’esplosione.
Le pareti spesse e rinforzate sono essenziali per mantenere l’integrità strutturale. La struttura può essere in calcestruzzo armato, ma anche metallica a seconda del tipo di progetto che si intende realizzare.
Inoltre, la porta di accesso blindata impedisce l’ingresso di detriti e radiazioni, garantendo una barriera quasi impenetrabile contro le forze esterne.
Camera di sicurezza
All’interno di un bunker, la camera di sicurezza è progettata per essere il rifugio più protetto: una capsula di sopravvivenza letteralmente a prova di bomba!
Quest’area è ulteriormente protetta con una porta di sicurezza capace di resistere a pressioni estreme e impatti diretti. È costruita con materiali compositi avanzati o leghe metalliche e spesso è dotata di sistemi di sigillatura che impediscono l’ingresso di agenti contaminanti esterni in caso di attacco nucleare.
Isolamento e controllo ambientale
Oltre alla struttura fisica, un bunker deve essere equipaggiato con sistemi di controllo ambientale per gestire la temperatura interna e mantenere condizioni vivibili.
Ciò include un livello di isolamento termico avanzato per proteggere gli occupanti dalle estreme variazioni di temperatura che possono verificarsi durante e dopo un’esplosione nucleare.
Il sistema di riscaldamento, di ventilazione meccanica controllata e di aria condizionata devono essere progettati per operare in condizioni di isolamento totale, spesso utilizzando fonti di energia indipendenti come generatori diesel o soluzioni di energia rinnovabile.
Questi elementi combinati assicurano che un bunker possa servire come rifugio sicuro ed efficace in caso di emergenze nucleari, proteggendo non solo dalle immediate minacce fisiche, ma anche offrendo un supporto a lungo termine per i suoi occupanti.
Come si sopravvive in un bunker antiatomico?
La sopravvivenza in un bunker antiatomico dipende anche dalla capacità di mantenere un ambiente abitabile a medio-lungo termine.
Il tempo massimo nel quale è possibile vivere all’interno dipende da vari fattori: in primis, l’approvvigionamento di aria, ma anche ovviamente le scorte di acqua e di cibo. Queste ultime devono essere commisurate al numero di occupanti e allo spazio disponibile per lo stivaggio.
Per quanto riguarda l’aerazione del bunker invece ci sono alcuni aspetti tecnici da considerare:
- Sistema di ventilazione e filtraggio: l’aria esterna, potenzialmente contaminata da radiazioni, particelle chimiche o biologiche, deve essere trattata prima di essere introdotta nell’ambiente chiuso del bunker. I filtri ad alta efficienza per particelle aeree (HEPA) sono fondamentali in questo processo. Questi filtri sono in grado di intrappolare particelle molto piccole, fino a 0,3 micron di diametro, con un’efficacia del 99,97%. Ciò significa che possono rimuovere efficacemente la maggior parte delle particelle sospese nell’aria, inclusi molti tipi di radionuclidi.
- Carbone attivo: il carbone attivo integra i filtri HEPA aggiungendo la capacità di assorbire gas e vapori chimici, che non vengono catturati dai filtri HEPA. Questo strato di filtrazione è particolarmente utile per neutralizzare odori e contaminanti gassosi che possono essere presenti nell’aria durante un evento nucleare.
- Sistemi di pressurizzazione: per prevenire l’infiltrazione di contaminanti esterni, i bunker possono essere dotati di sistemi di pressurizzazione positiva. Questi sistemi mantengono la pressione dell’aria all’interno del bunker leggermente superiore a quella esterna, impedendo così l’ingresso di aria contaminata attraverso eventuali aperture.
Infine, per gestire i livelli di anidride carbonica prodotta dagli occupanti del bunker si possono utilizzare scrubbers di CO2 che rimuovono questo gas dall’aria e mantengono un ambiente salubre. Il ricambio d’aria, essenziale per evitare la stagnazione, può essere garantito da sistemi che immettono aria fresca e filtrata mentre espellono l’aria viziata.
Bunker fai da te: cosa dice la normativa
In Italia, la costruzione di un bunker antiatomico è un’impresa che richiede non solo un’attenta pianificazione ma anche il rispetto di precise normative di sicurezza.
Tali standard sono indispensabili per garantire che la struttura sia funzionale in caso di emergenze nucleari e non contravvenga norme e regolamenti in materia di costruzioni.
Per esempio, oltre ai permessi edilizi, si devono considerare le normative locali riguardo l’uso del suolo e la zonizzazione: alcune aree potrebbero avere restrizioni specifiche finalizzate a limitare, o addirittura a impedire del tutto, la costruzione di edifici sotterranei.
Inoltre, per i bunker interrati servono autorizzazioni più complesse rispetto alla CILA perché l’area di interesse viene modificata in modo durevole. Ugualmente, anche per quelli sopra il livello del suolo sono necessari permessi delle autorità locali, come previsto dalla sentenza nr. 19444 del 2014 della Corte di Cassazione.
L’iter burocratico include la presentazione di un progetto dettagliato che deve essere approvato da un ingegnere qualificato. Il progetto deve dimostrare la conformità della struttura alle norme antisismiche e di sicurezza vigenti, perché il bunker deve resistere non solo ad attacchi nucleari ma anche a eventuali disastri naturali.
Date queste premesse, in linea di principio, costruire un bunker fai da te in giardino non è possibile. Viceversa, è consigliabile rivolgersi a professionisti, come ingegneri e geometri per la parte progettuale e alle aziende edili per la realizzazione.
Trovare esperti del settore non è difficile: ti basta compilare il form gratuito di Edilnet.it per ottenere preventivi online dettagliati e trasparenti che ti permetteranno di entrare nel merito dei servizi e dei costi.
Costruzione di un bunker in giardino: cosa incide sul costo?
Per progettare un bunker antiatomico in giardino occorre un approccio meticoloso sia per conformarsi alle normative locali, sia per stimare le risorse utili, quali tempistiche e budget.
Considera che i fattori che incidono maggiormente sulla spesa finale sono: le dimensioni del bunker, i materiali di costruzione e la complessità dei sistemi di isolamento e di ventilazione utilizzati.
Per una stima più esatta dei prezzi, ti consiglio di consultare la guida online di Edilnet.it sui costi di costruzione di un bunker.