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È vero che il Salva Casa aiuta a vendere o investire nel mattone? Sembrerebbe di sì grazie alla semplificazione burocratica e all’introduzione di nuove tolleranze. Gli esperti immobiliari analizzano le opportunità per i piccoli proprietari.
Le difformità edilizie sono la “norma” in Italia
In Italia, il mercato immobiliare si confronta da anni con un problema diffuso: le difformità edilizie non rilevanti. Il fenomeno massivo, che si manifesta nella maggior parte dei casi sotto forma di incongruenze lievi, è spesso causa di rallentamenti nella vendita.
Le piccole irregolarità da sanare, come chiusure di balconi con verande senza permessi, costruzione di tramezzi non dichiarati, sottotetti abitabili senza requisiti sono la “norma” soprattutto nelle grandi città. Ne consegue che comprare una casa a Torino, oppure investire nell’immobiliare a Milano, diventa ancora più difficile se al prezzo di acquisto aggiungiamo le possibili complicanze burocratiche.
Il decreto Salva Casa mira a sbloccare questi immobili potenzialmente appetibili, sia per le compravendite che per le locazioni, ma attualmente fuori mercato. La maggiore offerta potrebbe contribuire anche a calmierare il boom dei prezzi delle case in affitto attualmente alle stelle.
Davvero il Salva Casa può rilanciare il mercato immobiliare?
Tra le principali novità introdotte dal decreto, spiccano l’aumento della tolleranza edilizia al 6% per gli immobili sotto i 60 mq e la revisione dei criteri di abitabilità. Le modifiche includono una riduzione dell’altezza minima da 2,7 a 2,4 metri e un abbassamento delle superfici minime richieste: da 28 a 20 mq per i monolocali e da 38 a 28 mq per i bilocali.
Queste disposizioni aprono la strada a nuove possibilità, specialmente nelle città ad alta tensione abitativa. A Torino, ad esempio, sono presenti intere aree urbane abbandonate con diverse unità A/10 ai piani terra che non raggiungono l’altezza di 2,7 metri.
Il recupero di tali spazi, inutilizzati per difformità edilizie di vario genere, potrebbe giovare sia al mercato delle compravendite immobiliari che a quello della riqualificazione edilizia. Pensiamo ad esempio a:
- Mansarde e sottotetti che potranno diventare abitabili.
- Garage e seminterrati da trasformare in abitazioni.
- Immobili frazionati che potranno essere accatastati come unità indipendenti, diventando ideali per l’investimento.
Tutto ciò, nei casi più fortunati, non graverà sui piccoli proprietari che saranno in regola fino a quando non interverranno per ristrutturare, modificare o frazionare l’immobile. A quel punto sarà necessario il titolo abilitativo e si sosterranno i costi della sanatoria del Salva Casa.
In quali casi vale il silenzio-assenso per le difformità edilizie?
Un altro elemento fondante per l’effettiva efficacia decreto è l’introduzione del silenzio-assenso per le richieste di sanatoria per difformità edilizia. Gli uffici comunali avranno tempo 45 giorni per pronunciarsi, dopodiché la domanda sarà considerata approvata.
Per usufruire di questa possibilità, sarà necessario dimostrare che le irregolarità edilizie per le quali si chiede la sanatoria sono state realizzate prima del 24 maggio 2024, la data limite stabilita dal decreto. La suddetta semplificazione normativa è particolarmente rilevante per i piccoli proprietari, che molto spesso si trovano a fronteggiare procedure molto complesse e onerose per regolarizzare le proprie unità immobiliari.
Al momento, tutte le promesse del Salva Casa sono ancora da mantenere, ma resta alta la fiducia degli addetti ai lavori per dare ossigeno al mercato mediante l’immissione di molti immobili in tutta Italia attualmente fermi per difformità edilizie non rilevanti.