23 Dicembre 2025
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La proposta di legge (Pdl) sul condominio fa discutere: a tirare la carretta sui conti saranno sempre i soliti onesti?

Fratelli d’Italia presenta una Proposta di Legge che punta a “professionalizzare” gli amministratori: laurea, elenco nazionale e stop ai contanti. Tutto bello? Vediamo cosa cambia su lavori, spese e (soprattutto) morosità.

 

Condominio: ecco la Pdl dell’ex personaggio TV

 

La notizia (per ora) è questa: è stata presentata alla Camera dei deputati una Pdl (proposta di legge) di Fratelli d’Italia, a prima firma Elisabetta Gardini, che promette una “disciplina più puntuale” del mondo condominiale, meno contenziosi e più trasparenza. Tradotto: basta amministratore “fai-da-te”, più requisiti, più controlli, più tracciabilità.

 

Il tutto a 13 anni dalla riforma del 2012, con una Pdl sul condominio da 17 articoli già incardinata in Commissione Giustizia, ma senza esame ancora avviato. Quindi: attenzione, si parla di proposta, non di regole già operative.

 

Nel mirino c’è un punto che chiunque viva in condominio conosce fin troppo bene: le liti. Secondo la scheda introduttiva citata nella fonte, le discussioni condominiali che diventano “controversie” pesano da sole per il 35% delle cause civili, con una fetta crescente legata a impugnazioni dei rendiconti e riscossioni forzose dei contributi. Insomma, il condominio come palestra di diritto (e di nervi).

 

Cosa prevede la Pdl sull’amministratore di condominio?

 

Il cuore della proposta di legge è la trasformazione dell’amministratore in una figura più “certificata”. La fonte parla chiaro: tra le novità principali c’è l’obbligo di laurea per gli amministratori di condominio. È previsto però un “nulla osta” per chi, alla data di entrata in vigore dell’eventuale legge, risulterà già iscritto ad albi, ordini o collegi dell’area economica, giuridica o tecnica (con riferimento anche a geometri, periti e ragionieri).

 

In più, la PdL su amministratori di condomini prevede l’istituzione di un elenco ufficiale presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con iscrizione obbligatoria per esercitare (vale anche per i revisori contabili condominiali). E la formazione resterebbe obbligatoria per tutti.

 

Il sottotesto, neanche troppo nascosto, è: “Se gestisci soldi e lavori di un palazzo, non puoi improvvisare”. L’obiettivo dichiarato è ridurre incertezze interpretative e contenziosi “ingiustificati”.

 

Lavori e sicurezza sugli impianti comuni

 

Sul fronte “cantiere”, la Pdl sul condominio introduce un punto interessante: in caso di necessità, se l’assemblea non decide, l’amministratore avrebbe concreti poteri di intervento sulle opere per la messa a norma degli impianti comuni. Qui l’idea è chiara: meno immobilismo quando c’è di mezzo la sicurezza.

 

Per chi vive in condominio, può essere un’accelerata utile (meno rinvii, meno “ne riparliamo alla prossima assemblea”). Per imprese e professionisti, significa anche un interlocutore con più leve operative, soprattutto su manutenzioni e adeguamenti impiantistici.

 

Trasparenza sì, ma chi paga davvero?

 

E qui arriva la parte che farà discutere più delle lauree: stop ai pagamenti in contanti e operazioni solo tramite conto corrente, per aumentare tracciabilità e trasparenza. Benissimo, ma poi c’è il tema morosi e fornitori, dove la teoria incontra la vita vera.

 

Secondo quanto si legge, in caso di insolvenza verso i fornitori del condominio a pagare sarà chi è in regola, attraverso “l’ingresso nel conto corrente”. La Pdl sul condominio rafforza anche le tutele dei fornitori, che potrebbero recuperare i fondi direttamente dal conto corrente comune.

 

È una svolta “pro-trasparenza”, ma con un rovescio pratico: se i morosi non pagano, il rischio è che il condominio (cioè, chi è puntuale) debba reggere l’urto per non bloccare servizi e lavori.

 

La proposta aggiunge poi anche nuove figure (e quindi nuove parcelle, potenzialmente). In particolare: se i condomini sono più di 20, sarebbe obbligatoria la nomina di un revisore contabile con incarico di due anni. Inoltre, diventa “istituzionale” la figura del responsabile della protezione dei dati personali, che l’assemblea dovrà nominare.

 

Più controlli possono voler dire più fiducia nei numeri, rendiconti più solidi e meno impugnazioni. Però la domanda che interessa alle famiglie è inevitabile: quanto costa? Perché il condominio, alla fine, è un piccolo sistema economico: per farlo funzionare occorre una distribuzione equa degli oneri. Altrimenti non stiamo correggendo il sistema: stiamo solo spostando il peso con la solita riforma all’italiana (ordinata sulla carta e salata nei fatti).

 

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