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Il Superbonus 110%, nato come promessa di rilancio economico, si è trasformato in un incubo per famiglie, imprese e professionisti. Il dramma di migliaia di cittadini costretti a fare i conti con lavori incompleti e crediti contestati è solo la punta dell’iceberg.
Esodati Superbonus sul piede di guerra: qual è la situazione?
Famiglie in difficoltà, ormai note come Esodati del Superbonus, lavori incompleti e un caos normativo che ha lasciato sul campo di battaglia centinaia di vittime incolpevoli. La fine dell’incentivo ha tolto il tappeto sotto i piedi di chi aveva investito tutto nella promessa del Superbonus.
E, come se non bastasse, le contestazioni arrivano a cascata, con richieste di restituzione di crediti e multe, lasciando molti senza via di uscita. Nel caos che ha travolto il Superbonus, si aggiunge una tragica realtà: decine di miliardi di euro di crediti sono destinati a essere bruciati, perché scaduti.
Simone Giovanna, presidente dell’Associazione Esodati del Superbonus, ha denunciato che una grossa fetta dei crediti maturati non potrà essere recuperata, visto che il sistema di cessione è stato bloccato, e i crediti, non ceduti, sono ormai inutilizzabili.
Giovanna ha spiegato che, sebbene il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) non possa ancora quantificare esattamente la perdita, la realtà è che solo quando i conti saranno saldati, probabilmente tra il 2026 e il 2027, si avrà una visione chiara dell’entità del danno.
La teoria, infatti, è che tutti i crediti vengano utilizzati fino alla fine, ma la pratica ha mostrato il contrario, con un numero elevato di crediti che ora sono scaduti. Non solo le piccole imprese, ma anche i cittadini, ora si trovano di fronte a richieste di restituzione per crediti che non sono più validi, con sanzioni che raddoppiano l’importo originario.
In alcuni casi, famiglie che avevano usufruito dello sconto in fattura si ritrovano a dover rispondere a debiti che arrivano a centinaia di migliaia di euro.
Le vittime del Superbonus: i casi da cronaca
Il caso di Alex Benedetti, fondatore di Virgin Radio, ha sconvolto Milano e acceso i riflettori sulle vittime del Superbonus. La sua morte, avvenuta dopo una serie di difficoltà legate a lavori incompleti e contestazioni da parte delle autorità fiscali, ha messo in luce la disperazione che scaturisce da un sistema che promette opportunità ma lascia in eredità incubi burocratici e finanziari.
In più, Benedetti non era l’unico a lottare con un sistema che, invece di aiutare, ha esacerbato la situazione, come ha denunciato l’associazione Esodati del Superbonus. Questo scenario, segnato da incertezze normative, ha gettato molte persone in un vero e proprio incubo psicologico, dove il futuro sembra incontrollabile.
E mentre lo Stato non è pronto a risarcire le vittime di questa disorganizzazione, alcune famiglie sono costrette a vivere in case di parenti, non riuscendo neppure a concludere lavori che erano stati avviati con l’illusione di un miglioramento della propria condizione abitativa.
Lo tsunami Superbonus ha travolto esodati, ditte e professionisti
Il settore edilizio, ormai sotto pressione, sta cercando di riorganizzarsi. Tuttavia, i segnali che arrivano dai cantieri non sono rassicuranti. Le ditte, in molti casi, hanno approfittato della situazione per ridurre i costi, lasciando i lavoratori nelle condizioni più precarie. Come sottolineato da Giuseppe Mauri, segretario della Filca-Cisl di Milano, oltre il 50% dei lavoratori edili è inquadrato nel livello più basso, una condizione che riflette una realtà di forte sfruttamento e precarietà.
La critica all’opportunismo delle imprese è più che legittima. Molte aziende, infatti, sono nate e sono scomparse nel giro di pochi mesi, lasciando dietro di sé cantieri incompleti e debiti accumulati.
Il caos ha travolto non soltanto gli Esodati del Superbonus 110%, ma anche i professionisti del settore, come Valentina Bianchi, geometra e amministratrice di condominio. La sua storia racconta di battaglie legali per riavviare i cantieri fermi per spese condominiali straordinarie, con costi ben più alti rispetto a quanto preventivato. Situazione è simile anche per Marco Della Torre, ingegnere edile, che ha dovuto affrontare prima i ritardi sui lavori edili e poi l’interruzione dei medesimi con conseguente indebitamento per completare la sua abitazione.
Le associazioni di cittadini stanno preparando azioni a livello nazionale ed europeo per chiedere giustizia. Ma la domanda rimane: chi pagherà il prezzo di un fallimento sistemico che ha rovinato vite e famiglie?