18 Dicembre 2024
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immagine della giustizia personificata con un cantiere sullo sfondo per esemplificare l'idea della sentenza su offerte senza ribasso nelle gare pubbliche

Stop alle esclusioni illegittime! Una recente sentenza del TAR del Veneto mette fuori legge il rifiuto delle offerte senza ribasso nelle gare pubbliche.

 

Cosa cambia per le offerte senza ribasso negli appalti?

 

La recente giurisprudenza ha confermato l’illegittimità dell’esclusione automatica delle offerte senza ribasso negli appalti pubblici. A ribadirlo con fermezza è il Tar Veneto nella sentenza n. 2908/2024 (sezione III), che ha annullato un provvedimento di esclusione giudicandolo privo di fondamento giuridico.

 

Tale tipo di esclusione, adottato da alcune pubbliche amministrazioni aggiudicatrici (le “stazioni appaltanti”), contrasta con i principi di libera concorrenza e parità di trattamento e rischia anche di compromettere la qualità delle offerte presentate. Infatti, l’esclusione automatica delle offerte senza ribasso nelle gare pubbliche si scontra con un principio fondamentale: la tassatività delle cause di esclusione (art. 10 del Codice degli Appalti, Dlgs 50/2016).

 

La questione nasce da una contestazione avanzata dalla ricorrente, esclusa dalla procedura per aver presentato un’offerta pari al prezzo base. Nel ricorso, l’operatore economico ha evidenziato come questa previsione violasse il principio di tassatività delle cause di esclusione, sancito dal comma 2 dell’articolo 10 del Codice, e andasse contro i principi costituzionali di buon andamento e imparzialità.

 

Il TAR ha accolto questa posizione, affermando nella sentenza che le cause di esclusione devono essere chiare, tassative e rispettose della normativa: ogni clausola che vada oltre tali limiti è considerata nulla e come non apposta.

 

Perché l’esclusione delle offerte senza ribasso è illegittima?

 

In molte gare d’appalto, alcune amministrazioni hanno introdotto clausole che prevedono l’esclusione automatica delle offerte prive di ribasso economico rispetto alla base d’asta. Tali clausole mirano, apparentemente, a favorire il risparmio per la PA. Tuttavia, l’articolo 95 del Codice degli Appalti stabilisce che le offerte devono essere valutate sulla base del miglior rapporto qualità-prezzo, o in alternativa, sul criterio del prezzo più basso, ma comunque garantendo una competizione leale tra i concorrenti.

 

Ecco perché, l’esclusione a priori delle offerte senza ribasso introduce un elemento arbitrario, che penalizza irragionevolmente le proposte tecniche di alto valore. Secondo la giurisprudenza amministrativa, eliminare automaticamente un’offerta senza ribasso equivale a restringere la platea dei partecipanti in modo ingiustificato.

 

Il giudice ha inoltre evidenziato come il disciplinare contestato rappresenti una formalità eccessiva, incapace di tutelare un reale interesse pubblico. Un’offerta senza ribasso non implica un costo superiore rispetto al budget fissato dall’amministrazione, e la sua esclusione non giova alla procedura.

 

Al contrario, il rischio è che l’azione amministrativa venga vanificata da regole inutilmente restrittive, con il risultato di allontanarsi dall’obiettivo principale: affidare il contratto al miglior rapporto qualità-prezzo e garantire la tempestiva esecuzione del servizio.

 

La nostra riflessione sul futuro degli appalti

 

La sentenza n. 2908/2024 (sezione III) del TAR Veneto ribadisce che i principi di concorrenza sono inviolabili e che le offerte per le gare pubbliche devono essere valutate in base al merito tecnico e all’effettivo valore aggiunto che possono apportare, piuttosto che basarsi esclusivamente su criteri economici (come quello delle offerte senza ribasso).

 

Un sistema di appalti ben strutturato non deve penalizzare chi presenta proposte valide, anche senza ribassi. Al contrario, deve incoraggiare una competizione sana e aperta, orientata all’efficienza e alla sostenibilità, garantendo che l’interesse pubblico venga sempre anteposto a logiche meramente burocratiche. Con questa sentenza, il TAR Veneto lancia un messaggio chiaro: la discrezionalità amministrativa non può trasformarsi in arbitrarietà, e le regole di gara devono essere coerenti, ragionevoli e orientate al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

 

Ciò vale anche e, soprattutto, in un settore strategico come quello dell’edilizia laddove troppe volte regole arbitrarie e disciplinari poco chiari complicano l’affidamento di lavori e progetti necessari per le infrastrutture e i contesti abitativi, come lavori su tombini e pozzetti, interventi di scavi e movimento terra per costruzione o riparazione di strade, appalti per nuovi edifici costruiti con criteri antisismici e materiali innovativi.

 

Il settore edilizio necessita di procedure snelle e trasparenti, capaci di garantire competizione leale tra gli operatori e rispetto del denaro pubblico mirando all’efficienza e alla qualità delle opere realizzate.

 

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