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Il Governo semplifica i bonus casa, ma le nuove regole potrebbero limitare gli interventi green. Ecco cosa cambia con la legge di Bilancio 2025 e come capire se il taglio alle comunicazioni verdi è davvero una buona notizia.
Si può parlare di semplificazione con il nuovo Bonus Casa?
La legge di Bilancio 2025, promossa dal Governo Meloni, introduce un bonus unico per le ristrutturazioni che promette di ridurre drasticamente gli oneri burocratici, in particolare le comunicazioni green.
Una svolta che mira a semplificare la vita dei contribuenti, ma che potrebbe avere implicazioni meno positive per chi punta a interventi di efficientamento energetico e sicurezza sismica. Le modifiche prevedono una riduzione delle comunicazioni obbligatorie, come quelle all’Enea, e delle asseverazioni tecniche, indispensabili per dimostrare il miglioramento delle condizioni strutturali e l’efficienza energetica degli edifici.
Tuttavia, questo alleggerimento delle regole potrebbe risultare un’arma a doppio taglio. Se da un lato si riduce il carico burocratico, dall’altro si rischia un calo degli interventi conformi alla direttiva europea sulle case green, una normativa che punta a un futuro più sostenibile.
Quando non serve la comunicazione green e quando sì
Il cuore della manovra sta nell’uniformazione delle aliquote: il bonus ristrutturazioni prevede una detrazione del 50% per le prime case e del 36% per le seconde. Questi valori, però, sono destinati a scendere ulteriormente a partire dal 2026, salvo ulteriori interventi normativi.
La vera innovazione risiede nella possibilità di accedere alle agevolazioni con un iter semplificato: basterà presentare una fattura e un bonifico parlante per ottenere la detrazione del 50%. Tuttavia, per i lavori più complessi, come quelli coperti da ecobonus e sismabonus, rimangono richiesti adempimenti più stringenti, tra cui la comunicazione green all’Enea entro 90 giorni dal termine dei lavori e le asseverazioni tecniche per garantire l’efficacia degli interventi. Questi requisiti, se non rispettati, possono portare alla perdita dei benefici fiscali, disincentivando chi non vuole affrontare costi e tempi aggiuntivi.
Un altro aspetto interessante riguarda le spese detraibili: il limite per il bonus ristrutturazioni nel 2025 rimane fissato a 96.000 euro. Superata questa soglia, l’unica opzione per accedere a ulteriori agevolazioni sarà l’ecobonus, che offre contatori separati per diversi tipi di interventi, come serramenti e caldaie, con tetti massimi specifici.
Chi perde e chi guadagna con il nuovo sistema?
Per chi supera i 75.000 euro di reddito, il tetto di spesa detraibile si restringe notevolmente, oscillando tra 4.000 e 14.000 euro, in base al numero di componenti familiari. Questo vincolo rischia di limitare fortemente l’accesso agli ecobonus, spingendo alcuni contribuenti a rinunciare a interventi agevolati o, peggio, a scegliere soluzioni non dichiarate e lavori in nero.
Al contrario, chi intende effettuare lavori di manutenzione straordinaria potrebbe trovare nel bonus unico un’alternativa più snella ed economica rispetto agli altri incentivi. Tuttavia, la sovrapposizione di normative e i nuovi limiti di spesa potrebbero confondere i contribuenti e ridurre il ricorso a interventi green, in netto contrasto con gli obiettivi europei di sostenibilità ambientale, come la direttiva Case Green.
In definitiva, mentre il Governo punta sulla semplificazione, le restrizioni imposte e l’uniformazione delle aliquote rischiano di frenare il settore delle ristrutturazioni energetiche.