17 Dicembre 2025
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Controllo caldaia di casa: stop ispezioni in presenza, solo verifica documentale da remoto?

Il nuovo schema di decreto punta a un check di efficienza ogni 4 anni e stop alle ispezioni sul posto per le caldaie domestiche. Meno fastidi per le famiglie, ma con 20 milioni di impianti (7 milioni vecchi) il dubbio è: quanto vale davvero la sicurezza?

 

Cosa prevede la bozza sui controlli alle caldaie?

 

Si parla di uno stop ai controlli della caldaia di casa. Secondo le ricostruzioni, è circolata una bozza avanzata di decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che riscriverebbe le regole sui controlli degli impianti termici domestici. Il cuore del cambiamento è nell’articolo 8, comma 3:

 

  • verrebbero eliminate le ispezioni in presenza per tutte le caldaie sotto i 70 kilowatt di potenza, cioè praticamente quasi tutti gli impianti a gas domestici in Italia;
  • resterebbero solo controlli caldaia documentali a distanza, effettuati dagli enti delegati.

 

Parliamo di numeri enormi: nel Paese ci sono circa 20 milioni di queste caldaie, e almeno 7 milioni hanno più di 15 anni. In parallelo, la bozza fisserebbe come standard nazionale un solo controllo di efficienza energetica ogni quattro anni, lasciando alle Regioni la possibilità di fare di più, ma solo se ci sono “chiare motivazioni”.

 

Significa passare da modelli di verifica frequente a una manutenzione obbligatoria molto diluita nel tempo. Va ricordato che, al momento, si tratta di una bozza: il testo non è ancora legge, può essere modificato o fermato prima della promulgazione definitiva.

 

Fine controlli caldaia: risparmi oggi, rischi domani?

 

Sulla carta, l’idea sembra semplice: alleggerire gli oneri per le famiglie e “snellire” la burocrazia. Ma l’Unione Artigiani della provincia di Milano e di Monza Brianza vede il rovescio della medaglia. Secondo le critiche riportate, il sistema su cui dovrebbe poggiare il nuovo modello di controlli non è pronto:

 

  • i catasti locali degli impianti, a livello provinciale e regionale, non funzionano in modo uniforme;
  • le piattaforme informatiche raramente incrociano i dati dei contratti del gas con quelli catastali, anagrafici o di abitabilità.

 

Affidare la sicurezza delle abitazioni a verifiche solo documentali, basate su banche dati incomplete, significa contare su un sistema informativo che oggi di fatto non esiste nella sua versione ideale. In più, il rischio è che le realtà che hanno costruito nel tempo modelli di controllo più avanzati frenino. Un esempio citato è la Lombardia, dove:

 

  • ogni anno viene ispezionato circa il 5% degli impianti;
  • i controlli di efficienza si alternano alle pulizie delle caldaie, con benefici su emissioni, sicurezza e consumi.

 

Con un decreto che indica come norma un controllo ogni quattro anni, molti territori potrebbero sentirsi “autorizzati” a fare il minimo indispensabile.

 

Come togliere la revisione alle auto: il nodo sicurezza

 

Per Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani, la direzione è chiara: si vuole alleggerire un onere economico e pratico per le famiglie, ma “a scapito della sicurezza e dell’ambiente”.

 

La critica non è che ci sia un grande complotto dietro, ma una “tentazione” molto italiana: togliere un fastidio che viene percepito come secondario. Il paragone che fa è forte ma immediato: sarebbe un po’ come togliere il controllo periodico delle automobili perché costa, con il rischio di avere più incidenti e più inquinamento. A sostegno delle preoccupazioni, l’Unione Artigiani richiama i dati del Comitato Italiano Gas:

 

  • tra il 2019 e il 2023 gli incidenti legati al gas canalizzato per usi civili sono stati 1.119;
  • i decessi sono stati 128;
  • gli infortunati 1.784.

 

Sono numeri che, da soli, bastano a spiegare perché parlare di “fine dei controlli in presenza” faccia alzare più di un sopracciglio tra chi, nelle case, ci entra tutti i giorni per lavorare sugli impianti.

 

Inquinamento e consumi: rischi di caldaie poco efficienti

 

Oltre al tema sicurezza, c’è quello dell’inquinamento atmosferico, soprattutto nelle grandi città. I dati richiamati nell’articolo ricordano che a ogni accensione dei riscaldamenti corrisponde quasi sempre il superamento delle soglie di tolleranza per gli inquinanti. Ridurre i controlli di efficienza su caldaie che spesso sono vecchie, poco efficienti e con poca manutenzione significa rischiare:

 

 

Per questo l’Unione Artigiani chiede al governo di fermarsi, riconsiderare il testo prima della promulgazione e “accendere un faro” su una norma che può sembrare innocua solo a chi non entra mai nelle case e nelle centrali termiche condominiali.

 

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