20 Novembre 2024
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Quando si accende il riscaldamento centralizzato? Le ultime news
Tutte le più recenti novità sugli orari del riscaldamento centralizzato: normative, decisioni e quando è possibile modificare le fasce.

Chi decide gli orari del riscaldamento centralizzato in condominio? Cosa dice la normativa in merito? Con l’inverno ormai prossimo vediamo quali sono i più recenti aggiornamenti in merito.

 

Qual è la normativa nazionale sul riscaldamento condominiale?

 

Nei condomini con impianto di riscaldamento centralizzato, il tema della gestione degli orari è spesso fonte di discussione, poiché le esigenze dei condòmini possono variare notevolmente.

 

La programmazione corretta degli orari di accensione può preservare la caldaia ibrida condominiale, come anche altre tipologie di caldaie, riducendo l’usura e prolungandone la durata, oltre che garantire l’ottimizzazione dei costi energetici.

 

Tuttavia, chi prende queste decisioni e in che modo possono essere modificate le fasce orarie di funzionamento dell’impianto?

 

In Italia, la legge regola l’accensione degli impianti di riscaldamento, che siano autonomi o centralizzati.

 

Esistono diverse norme che stabiliscono le condizioni per l’attivazione degli impianti in relazione a specifiche fasce climatiche e orari giornalieri:

 

  • Zone climatiche: l’Italia è suddivisa in sei zone (da A a F), determinate dalla posizione geografica e dal clima. In base a queste zone, i periodi di accensione del riscaldamento variano. Nelle zone più fredde, come E o F, l’impianto può essere acceso già a ottobre, mentre nelle aree più calde, come le zone A e B, l’accensione è solitamente posticipata.

 

  • Orari giornalieri: la normativa prevede che in tutta Italia il riscaldamento centralizzato possa essere acceso tra le 5 del mattino e le 23 della sera. Gli orari specifici all’interno di questa fascia vengono decisi a livello condominiale.

 

  • Temperature massime: la temperatura interna degli edifici non deve superare i 20°C, con una tolleranza di 2°C, sia negli edifici pubblici che in quelli privati.

 

Tali norme possono essere modificate temporaneamente con decreti ministeriali in caso di emergenze climatiche o con delibere comunali o regionali che anticipano o posticipano l’inizio del periodo di accensione.

 

Come funziona la gestione condominiale del riscaldamento centralizzato?

 

La gestione degli orari di accensione negli edifici con riscaldamento centralizzato è una questione collettiva.

 

Mentre negli impianti autonomi ogni nucleo decide in autonomia, negli edifici dotati di una caldaia condominiale, le decisioni devono essere prese dall’assemblea condominiale, tenendo conto delle esigenze di tutti i residenti.

 

Spesso, il regolamento condominiale stabilisce già delle fasce orarie di accensione. In assenza di indicazioni specifiche, spetta all’assemblea condominiale prendere una decisione, sotto la supervisione dell’amministratore di condominio.

 

Nessun condomino singolarmente può decidere quando accendere o spegnere il riscaldamento.

 

L’assemblea dovrà valutare diverse opzioni, come l’accensione del riscaldamento centralizzato solo durante le ore mattutine e serali, o estenderlo all’intera giornata.

 

Esempi di fasce orarie possibili:

 

Orari di accensione riscaldamento condominiale

Frequenza

6:00 – 9:00

Mattino

12:00 – 14:00

Pomeriggio

18:00 – 22:00

Sera

 

Cosa succede se non si rispettano le normative?

 

Il mancato rispetto delle norme sul riscaldamento centralizzato può comportare sanzioni.

 

I controlli vengono eseguiti da enti locali, come i Comuni, che verificano il corretto funzionamento degli impianti.

 

In caso venissero riscontrate delle irregolarità, le multe possono essere inflitte sia all’amministratore del condominio, sia ai singoli condomini, a seconda dei casi.

 

Generalmente, situazioni così border line vengono evitate con una “civile” discussione in fase di assemblea, laddove ogni condòmino ha il diritto di presentare proposte sugli orari di accensione e spegnimento del riscaldamento centralizzato.

 

Sempre nel rispetto delle normative vigenti e delle esigenze diversificate, come quelle di famiglie con bambini o anziani, che potrebbero richiedere orari prolungati e temperature più elevate, e quelle di chi lavora fuori casa e vorrebbe limitare le ore per risparmiare sui costi di gestione.

 

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