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Milk Brick di Ossi: prima licenza per la costruzione in mattoni di latte
La Milk Brick e la Cermal hanno nei giorni scorsi siglato un accordo: nel 2024 è in progetto la costruzione del primo edificio con calcestruzzo prefabbricato a base di scarti dell’industria casearia. I mattoni di latte insomma passano alla fase operativa del loro ciclo di vita, trovando in Sardegna il terreno propizio per partire alla conquista del territorio nazionale e del bacino del Mediterraneo.
Insomma, la storia di Milk brick segna una pietra miliare e nel volgere di meno di 2 decenni porta la scoperta del fondatore Giangavino Muresu al livello successivo: il calcestruzzo a base di latte al posto dell’acqua è nuovo materiale da costruzione.
Arriva così l’atteso ultimo passo di questa impresa vincitrice nel 2019 del “Premio Speciale Italcementi” al premio “Gaetano Marzotto”.
Da startup a scaleup
Correva l’anno 2011 quando ad Ossi, in provincia di Sassari, nel garage di casa Muresu inventò un processo che sostituiva l’acqua del calcestruzzo con gli scarti del latte dell’industria casearia.
Nell’agosto del 2024 la sua azienda, Milk Brick, entra nel mercato edilizio e passa dalla fase di start up a quella di scale up.
L’obiettivo dei mattoni di latte è la realizzazione di un processo di produzione a impatto idrico zero.
Un obiettivo davvero sfidante dal momento che per produrre un solo metro cubo di calcestruzzo tradizionale si usano 120 litri di acqua pura e gli stabilimenti sono circa 2.400 in Italia, oltre 20.000 in Europa e più di 150.000 a livello mondo.
Un’industria globale da oltre 600 miliardi di euro che si apre alle continue innovazioni, come quella dei biomattoni per rispondere alle urgenze di un’edilizia più sostenibile per le risorse e per l’ambiente.
I mattoni di latte sono prodotti ad Alghero e commercializzati online e si rivolgono ai professionisti del settore edile: imprese edili di costruzione, enti pubblici, ma anche tecnici progettisti come architetti e ingegneri.
I vantaggi dei mattoni di latte
I milk brick, blocchi da muratura con latte di scarto, sono a impatto idrico zero, perché prodotti senza una sola goccia d’acqua.
Le analisi di rendimento hanno inoltre evidenziato ottime capacità di isolamento termico.
Inoltre, i mattoni di latte sono un esempio perfetto di economia e di edilizia circolare: il processo caseario produce l’88% di materiali di scarto, per un totale di milioni di metri cubo di latte da smaltire con relativi costi.
Inutile dire, che il mattone di latte risolve il problema degli scarti, abbattendo i costi di smaltimento e valorizzando i rifiuti in un nuovo ciclo produttivo a 0 consumo di risorse idriche.
