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L’acquisto di una seconda casa è un’opportunità di investimento, ideale per generare rendimenti aggiuntivi. A patto di valutare con attenzione gli aspetti fiscali ed eventuali bonus e incentivi. Ne parliamo qui.
Comprare una seconda casa: vale ancora la pena?
L’acquisto di una seconda casa resta un’opportunità di investimento attraente, ma l’aumento delle imposte e le nuove regole sui bonus fiscali richiedono una pianificazione più attenta.
Chiunque stia valutando questo tipo di acquisto deve considerare che le tasse applicabili alla seconda abitazione sono più alte rispetto a quelle della prima casa.
Per chi decide di acquistare casa come abitazione non primaria, non sono previsti sgravi fiscali, e il proprietario è tenuto al pagamento delle seguenti imposte:
- imposta catastale e imposta ipotecaria, pari a circa 50 euro ognuna per singolo immobile;
- imposta di registro al 9% sul valore catastale, contro il 2% previsto per la prima casa.
Oltre a quelle di compravendita della casa, poi, bisogna tenere conto anche delle tasse annuali sulla seconda casa.
Quali sono le imposte sulla seconda casa?
Oltre ai costi iniziali, occorre considerare anche le imposte, come Imu e Tari, che – salvo eccezioni – non si applicano alla prima casa.
Tali imposte possono rivelarsi una voce di spesa importante per i proprietari:
- Imu (imposta municipale unica): grava su tutti gli immobili diversi dalla prima casa, eccetto che per quelli di lusso, per cui è prevista un’aliquota variabile dal 8,6 al 10,6 per mille in base alla decisione del Comune;
- Tari: è la tassa sui rifiuti, dovuta anche per le seconde case, indipendentemente dal loro effettivo utilizzo e calcolata in base alla superficie e al numero di occupanti.
La presenza di una seconda casa nello stesso Comune della prima può comportare anche il pagamento dell’Irpef, qualora l’immobile rimanga inutilizzato.
Motivo per cui, per favorire la locazione delle case sfitte, il legislatore ha introdotto una tassazione agevolata, applicata al 50% della rendita catastale rivalutata.
Ristrutturazione seconda casa: costi in aumento e occasioni di risparmio
A breve, ristrutturare diventerà più oneroso. Il legislatore ha introdotto dei tagli alle aliquote di sgravi fiscali: in particolare, il bonus ristrutturazioni continuerà ad applicarsi al 50% per la prima abitazione, ma scenderà al 36% per gli interventi su immobili non principali.
Inoltre, per chi ha già approfittato del superbonus per lavori di ristrutturazione energetica, c’è un altro elemento da considerare: l’obbligo di aggiornare la rendita catastale. L’adeguamento potrebbe far crescere l’importo dell’Imu dovuto annualmente, aumentando i costi di gestione dell’immobile.
Come difendersi in questo scenario? Mettendo in pratica una giusta pianificazione e un approccio accorto alla ristrutturazione dell’appartamento è possibile ridurre l’impatto delle nuove norme fiscali e abbattere le spese dei lavori edili.
Ecco un paio di consigli utili in tal senso.
Se decidi di comprare una casa da affittare puoi da un lato generare entrate stabili che aiutano a coprire i costi delle imposte e dall’altro abbassare la base imponibile Irpef.
Ugualmente, gli investimenti nelle ristrutturazioni possono essere calibrati scegliendo materiali e soluzioni che riducono la necessità di manutenzioni future.
In tale ottica, è fondamentale affidarsi a imprese di ristrutturazione casa qualificate e confrontare attentamente diverse offerte, per trovare il preventivo che aiuta a contenere i costi senza compromettere la qualità.
