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Una nuova sentenza rafforza la tutela dei cittadini: se il Comune tace per 2 anni e la documentazione è regolare, il titolo in sanatoria è valido. Anche se nel frattempo arrivano vincoli come quello idrogeologico o paesaggistico.
Tutto in regola sul condono, ma dopo 20 anni si sveglia il burocrate di turno
Presenti una pratica di condono nel 2004. Hai pagato l’oblazione, allegato ogni documento, e aspetti. Due anni passano. Poi cinque. Dieci. Diciannove anni dopo, nel 2023, l’amministrazione comunale decide di rispondere: la tua richiesta è respinta.
Motivo? Nel frattempo, è stato apposto un vincolo idrogeologico (nel 2013), che – secondo il Comune – renderebbe la sanatoria non più concedibile.
È quello che è accaduto in Sardegna, dove un cittadino aveva comprato un immobile confidando nel silenzio-assenso maturato dopo 24 mesi. Invece, a distanza di decenni, si è visto negare tutto. Ma questa volta la giustizia ha messo un freno all’ennesimo abuso di inerzia amministrativa.
Il Tar dice basta: “dopo 24 mesi scatta il silenzio-assenso”
Con la sentenza 339/2025, il Tar Sardegna ha accolto il ricorso dell’attuale proprietario, annullando gli atti con cui il Comune aveva respinto la sanatoria. Secondo i giudici, l’articolo 32, comma 37, del decreto-legge 269/2003 è chiarissimo: se il Comune tace per 2 anni, il condono è valido.
E poco importa se nel frattempo spuntano vincoli, piani, ostacoli o cavilli: la legge è legge. E l’articolo 32 del DL 269/2003 parla chiaro. Uno dei passaggi più forti della sentenza riguarda l’inerzia amministrativa: “L’amministrazione non era più titolare del potere di valutare i presupposti della sanatoria dopo il decorso del termine legale.”
In parole semplici: non puoi stare in silenzio per 20 anni e poi decidere che un vincolo sopravvenuto cambia le carte in tavola sul condono. La pubblica amministrazione ha dei termini da rispettare, e il cittadino ha il diritto di fare affidamento sul fatto che la legge venga applicata.
Cosa cambia per tecnici e cittadini: i punti da ricordare sul condono edilizio
Nel caso in oggetto, il ricorrente aveva tutto in regola: documenti, pagamenti, opere realizzate prima del vincolo. Eppure, il Comune voleva annullare tutto appellandosi a un vincolo entrato in vigore 11 anni dopo la presentazione della pratica.
Come detto, il TAR della Sardegna ha evitato l’ennesimo paradosso della burocrazia in Italia: la decisione rafforza la certezza del diritto, soprattutto in quei Comuni in cui molte pratiche di condono restano abbandonate per anni. Le cose salienti da ricordare per chi ha una richiesta di condono in corso:
✅ Hai una domanda di condono edilizio vecchia di oltre 24 mesi? Se hai pagato tutto e hai consegnato la documentazione prevista, il titolo si è già formato.
✅ Vincoli paesaggistici o idrogeologici successivi non annullano la sanatoria, se il silenzio-assenso si è formato prima.
✅ Tecnici, legali e geometri: questa sentenza è un precedente prezioso per difendere i clienti da rigetti tardivi e ingiustificati.