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Nel 2025, il comparto immobiliare italiano continua a crescere e anche la domanda delle locazioni resta robusta. Ma il livello raggiunto dai canoni crea dubbi sulla sostenibilità del caro casa per giovani e famiglie.
Quando si fanno progetti per la casa solitamente la prima decisione da prendere è se comprare casa o restare in affitto. La prassi “normale” prevede, per i giovani soprattutto, un periodo in affitto e poi l’accensione del mutuo per l’acquisto della prima casa, ma la situazione “caro casa” in certe città rischia di mandare all’aria ogni piano.
Provare a comprare casa a Milano, ma anche in altri capoluoghi, diventa un’utopia se si considerano i salari medi, basti pensare che nella metropoli lombarda con uno stipendio da 1.300 euro si può puntare al massimo a un immobile grande come un box auto! E anche dal punto di vista dei canoni la situazione non è molto migliore.
Caro casa: ecco dove salgono di più i prezzi al metro quadro
Il mercato immobiliare italiano conferma il trend di crescita dei prezzi, sia per l’acquisto che per l’affitto, anche per il 2025. I dati raccolti dal portale Immobiliare.it evidenziano aumenti significativi in molte città, rendendo la casa sempre meno accessibile. Questa dinamica del caro casa è particolarmente evidente nei grandi centri urbani, dove la domanda abitativa resta elevata.
L’analisi di mercato ha preso un campione di 12 capoluoghi e riscontrato un trend previsionale del +6/8% per i prezzi al metro quadro. Scendendo nel dettaglio, spicca la situazione di Milano che registrerà il maggiore aumento assoluto, con un incremento di oltre 300 €/mq, portando i prezzi da 5.400 €/mq a 5.700 €/mq.
Rincari anche a Genova (da 1.666 €/mq a oltre 1.800 €/mq) e Bologna (da 3.600 euro a oltre 3.870 euro per mq). Fenomeno evidente del caro casa anche a Firenze, dove gli investimenti per il turismo e la richiesta molto alta di locazioni a breve termine ha fatto salire il prezzo medio a mq a ben 4.500 euro.
Al Sud, le variazioni saranno più contenute ma comunque rilevanti, con Bari che supererà i 2.200 €/mq e Napoli che per la prima volta andrà oltre i 3.000 €/mq. Infine, Roma, pur rimanendo fanalino di coda tra le grandi città, registrerà oscillazioni positive.
E gli affitti sono sempre più salati
Anche i canoni di locazione sono in salita, così chi per il momento ha accantonato l’idea di comprare casa a Torino, optando per la locazione nel capoluogo piemontese, avrà un’amara sorpresa: gli affitti medi saliranno dell’8%. E a Napoli le cose non vanno meglio (+7,4%). A Milano il caro casa assume contorni quasi “grotteschi”, e il canone medio continuerà a salire del 4,3%.
Nella classifica delle città con una politica abitativa mediamente poco accessibile c’è ancora Firenze, che per i motivi già spiegati (alta richiesta bassa offerta) segnerà un incremento del 5,3%. A Catania, Palermo e Bari i rincari saranno compresi tra il 5,5% e il 7,4%. A Roma i canoni cresceranno oltre il 4%, consolidando la pressione del caro casa sui locatari.
Tabella dei prezzi medi per acquisto e affitto
Città |
Prezzo Vendita 2024 (€/mq) |
Prezzo Vendita 2025 (€/mq) |
Variazione Vendita (%) |
Milano |
5.400 |
5.700 |
+5,6% |
Firenze |
4.300 |
4.500 |
+4,7% |
Roma |
3.800 |
3.900 |
+2,6% |
Napoli |
2.900 |
3.000 |
+3,4% |
Bari |
2.100 |
2.200 |
+4,8% |
Quali sono le cause del caro casa?
Gli incrementi del “caro casa” sono attribuibili a una combinazione di fattori. La ripresa dei tassi dei mutui ha riacceso l’interesse per l’acquisto, mentre l’offerta di immobili di qualità è rimasta insufficiente per soddisfare la domanda. Nel settore degli affitti, la crescente urbanizzazione e la pressione del flusso turistico sui grandi centri urbani contribuiscono a mantenere elevati i prezzi.
Il 2025 si prospetta come un anno difficile per chi cerca casa, sia per acquisto che per locazione. Interventi mirati per incentivare la costruzione di nuovi immobili e calmierare i prezzi potrebbero rappresentare una soluzione necessaria per garantire un mercato più accessibile a tutti.
Altrimenti si rischia di fermare l’economia reale e di far pagare alle famiglie i costi di una politica abitativa deficitaria, a discapito della produttività dei giovani e della loro reale autonomia di vita.