4 Luglio 2025
Blog.Edilnet.it »» EdilNet News - Le notizie del giorno »» Sono in arrivo nuovi incentivi per sostituire la caldaia a metano (fuorilegge)?
Infografica illustrata sulla sostituzione delle caldaie a metano con alternative sostenibili come pompe di calore, solare termico e biometano, in linea con la direttiva EPBD.

Ho una caldaia a metano: che succede ora con le nuove regole europee? Devo cambiarla? Cosa posso installare al suo posto? E ci sono bonus o incentivi per farlo? Domande lecite alle quali è difficile dare una risposta esatta, per ora si va a tentoni con qualche dato certo.

 

Perché la caldaia a metano sarà fuorilegge?

 

L’Europa ha deciso: le caldaie a metano stanno per diventare un pezzo da museo. A dirlo non è uno slogan, ma l’ultimo e imponente pacchetto di linee guida pubblicato dalla Commissione europea a integrazione della direttiva EPBD (Energy performance of buildings directive), meglio nota come “direttiva Case green”.

 

Con 13 linee guida attuative e 3 atti tecnici, Bruxelles chiarisce una volta per tutte l’obiettivo: tagliare in modo radicale l’uso di fonti fossili negli edifici, in vista della neutralità climatica entro il 2050. E tra le priorità spicca proprio l’eliminazione graduale delle caldaie alimentate da metano.

 

Le date sono chiare:

 

  • Dal 2025: stop agli incentivi fiscali per chi installa caldaie a combustibili fossili.
  • Dal 2040: eliminazione completa delle “caldaie uniche” che bruciano metano.

 

Sebbene il termine del 2040 sia indicativo e non vincolante in senso stretto, la Commissione pretende che i Paesi membri attivino già ora politiche e misure concrete. Non si potrà più fingere che sia una semplice raccomandazione.

 

Quali sono le alternative alla caldaia a gas ammesse dalla direttiva EPBD?

 

La domanda è semplice: cosa possiamo installare al posto delle caldaie a gas? Le strade aperte sono due, ben distinte ma non necessariamente alternative tra loro. La prima prevede la sostituzione degli apparecchi.

 

Le caldaie a metano dovranno essere rimpiazzate con tecnologie più sostenibili. Le principali opzioni ammesse dalla direttiva sono:

 

    • pompe di calore elettriche (aria-aria, aria-acqua o geotermiche);
    • solare termico;
    • sistemi di teleriscaldamento efficienti, possibilmente alimentati da fonti rinnovabili.

 

 In alternativa, si potrà intervenire a monte, sostituendo il combustibile nella rete ovvero cambiando il tipo di gas. Se le caldaie attuali verranno alimentate da biometano o idrogeno verde, non saranno più considerate “fossili” e potranno restare in funzione.

 

In pratica, la direttiva apre anche alla decarbonizzazione dell’infrastruttura gas, ipotizzando un futuro in cui le reti distribuiscano solo fonti rinnovabili. Ma c’è un problema: oggi la quantità di biometano immessa in rete è pari a meno dell’1% del consumo annuo nazionale (500 milioni su oltre 61 miliardi di metri cubi). Serviranno investimenti colossali e tempi lunghi.

 

In arrivo bonus per sostituire le caldaie tradizionali?

 

La fine degli incentivi per le caldaie a condensazione a metano non significa che mancheranno del tutto gli aiuti per cambiare impianto. Al contrario, le linee guida della Commissione indicano nuove leve fiscali che gli Stati membri potranno attivare per agevolare la transizione:

 

 

Altro punto cruciale riguarda i condomini, oggi spesso paralizzati da burocrazia e dubbi giuridici. La Commissione chiede agli Stati di semplificare le autorizzazioni edilizie e di risolvere l’impasse legata alla personalità giuridica dei condomìni, che ostacola i finanziamenti collettivi per i lavori di efficientamento.

 

Insomma, l’Europa vuole accelerare e il tempo per adeguarsi stringe. Chi oggi vive in una casa con caldaia a metano dovrà, prima o poi, decidere: restare al palo o guardare avanti?

 

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