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Lo studio “Scenari immobiliari” de Il Sole 24 ore mette in relazione il clima e il cambiamento climatico con le scelte immobiliari degli italiani. In particolare, nell’arco di 10 anni le principali città turistiche di montagna hanno registrato aumenti di prezzo anche superiori al 30%.
La casa in montagna rifugio prezioso contro il cambiamento climatico
Negli ultimi anni la montagna ha messo il turbo come destinazione turistica privilegiata in Italia. Aiutata in questo anche da fenomeni non governabili, come il cambiamento climatico.
Ecco, quindi, che molte regioni italiane, Trentino-Alto Adige, Veneto, Piemonte, ma anche Abruzzo hanno investito sul territorio e sulla ricettività puntando al fatto che in montagna si sta bene d’inverno, ma anche (soprattutto?) d’estate.
Le temperature medie sempre più elevate, dovute al cambiamento climatico, rendono invivibili molte zone del Centro e del Sud del Paese, e il mercato immobiliare nelle regioni montane ha conosciuto un’espansione senza precedenti.
I turisti, sia italiani che stranieri, sono alla ricerca di un po’ di frescura e per la legge della domanda e dell’offerta, si registrano aumenti esorbitanti soprattutto nelle zone tra Alpi e Dolomiti.
Analisi aumento dei prezzi delle case in località montane
L’analisi di Scenari Immobiliari riscontra un aumento generalizzato dei prezzi nelle località turistiche: in pratica, le seconde case al mare o in campagna hanno visto un incremento del 17% negli ultimi cinque anni. Un dato significativamente superiore rispetto alla media nazionale (+4%).
Ma ancora più marcata è l’impennata dei prezzi nelle località di montagna: qui l’aumento medio è del +26,8% (dal 2013 al 2023) ed è possibile, come detto ricollegarlo a fattori di cambiamento climatico.
Ecco l’elenco dei luoghi dove i prezzi al metro quadro delle case in montagna sono schizzati alle stelle:
- Cortina d’Ampezzo (Belluno), +38%;
- Madonna di Campiglio (Trento), +34,7%;
- Ortisei (Bolzano), +34%;
- San Martino di Castrozza (Trento), +33,3%;
- Corvara in Badia (Bolzano), +32,7%;
- Brunico (Bolzano), +32,1%;
- Selva di Val Gardena (Bolzano), +30,4%
Anche altre località montane – come Canazei, Pinzolo e Predazzo – hanno registrato aumenti significativi, rispettivamente del 29%, 27% e 26%.
E non è un caso che edifici montani tradizionali come le case Walser in Piemonte abbiano ormai raggiunto quotazioni record!
La seconda casa torna di moda
L’analisi in oggetto mostra anche un ritorno al passato: le seconde case attirano nuovamente l’interesse dei compratori italiani e ciò indipendentemente dal cambiamento climatico in atto.
I motivi, se mai, sono altri. Se situate in zona turistiche si aprono opportunità di guadagno grazie agli affitti stagionali. Inoltre, lo smart working permette nuove possibilità di fruizione e consente di modulare il lavoro anche da remoto, prolungando weekend o periodi di ferie.
Marco Celani, presidente Aigab (Associazione dei gestori degli affitti brevi) sottolinea che sempre più italiani che hanno ereditato immobili da nonni o genitori, decidono di ristrutturare per B&B e case vacanze.
Questo fenomeno è considerato un vero e proprio ammortizzatore sociale: stando ai dati ISTAT circa 600.000 proprietari riescono a ottenere un reddito aggiuntivo grazie agli affitti brevi.
Tuttavia, non è tutto oro quello che luccica! L’AD di Nomisma, Luca Dondi, ricorda che ogni investimento immobiliare comporta costi fissi e variabili, come tasse, spese di gestione e utenze. Nelle località a vocazione turistica stagionale, il rendimento supera raramente il 3%.
Mentre nelle grandi città la locazione breve ha potenzialità più redditizie, ma anche qui bisogna fare i conti con le spese e con eventuali vincoli come insegna il caso degli affitti brevi a Firenze.