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C’è un piccolo comune salito agli onori della cronaca per avere ricevuto una cifra folle nell’ambito dei finanziamenti per la ristrutturazione edilizia. La particolarità è che ci troviamo fuori dalle solite zone urbane e dai grandi centri politici e finanziari italiani.
Milioni di euro per residenze fantasma
Il comune di Mezzana, nel cuore del Trentino, conta appena 890 abitanti residenti: questo piccolo paese montano è da mesi al centro di un caso che fa discutere: un finanziamento di 60 milioni di euro in ambito di riqualificazione edilizia.
Parliamo di interventi destinati alla ristrutturazione energetica di residenze turistiche, vuote per gran parte dell’anno. Gran parte del totale dei fondi, 39 milioni, arriva dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza finanziato dall’Unione Europea. Insomma, siamo in presenza del più grande Superbonus assegnato in Italia. E ovviamente la questione ha attirato l’interesse di media e addetti ai lavori che hanno evidenziato alcune “curiosità” (se così vogliamo chiamarle).
L’intervento più significativo riguarda due strutture di Marilleva 1400, un villaggio sciistico degli anni ’70 del Novecento progettato come una base lunare, ma estremamente energivoro. L’obiettivo dichiarato era quello di migliorare l’efficienza energetica e a tal fine si è realizzato un progetto record per quanto riguarda i finanziamenti in Italia: ciascun piano del residence è stato ricoperto da un nuovo involucro di metallo, imbottito da uno spesso strato di lana di roccia.
Ma ha davvero senso investire milioni per riqualificare edifici occupati solo poche settimane all’anno? Il dubbio è legittimo, soprattutto per una comunità che fatica a percepire benefici diretti.
I numeri di un caso sorprendente
Facendo i conti, i 60 milioni corrispondono a 67.415 euro per ogni abitante del comune di Mezzana, neonati e bambini compresi. La cosa fa sorridere, ma la realtà è diversa obbliga a una riflessione. Secondo il sindaco, Giacomo Redolfi, la comunità locale non ha goduto di alcun beneficio tangibile.
I finanziamenti europei legati all’assegnazione del bonus, infatti, sono andati quasi interamente ai proprietari di una seconda casa in montagna, molti dei quali non risiedono in Trentino ma provengono da regioni vicine (come la Lombardia).
Questa distribuzione iniqua ha sollevato polemiche e interrogativi. Mentre i privati rinnovano immobili spesso utilizzati solo per vacanze, i comuni incontrano difficoltà ad accedere a fondi per interventi su scuole, ospedali e altre infrastrutture pubbliche.
Le ombre della politica: una corsa al denaro facile?
La storia del superbonus di Mezzana non è solo una questione di soldi, ma anche di scelte politiche discutibili. Nel 2021, l’allora sottosegretario Riccardo Fraccaro (membro del Movimento 5 Stelle ed eletto proprio nella circoscrizione del Trentino-Alto Adige) visitò la zona per promuovere l’iniziativa.
Tuttavia, sono emerse accuse secondo cui alcuni proprietari delle seconde case avrebbero ricevuto informazioni privilegiate sull’approvazione del progetto, consentendo loro di accedere rapidamente ai fondi europei (prima che si esaurissero).
Questi retroscena alimentano il sospetto che il superbonus, anziché essere uno strumento di rilancio economico e ambientale, si sia trasformato in una “lotteria” per pochi privilegiati. E mentre si stanziano milioni per ristrutturare residenze turistiche, i comuni italiani sono da anni a corto di risorse per progetti di utilità pubblica.