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Se un tempo il valore della casa si misurava con posizione, stato di conservazione e metratura, oggigiorno i parametri sono cambiati. Lo conferma uno studio di settore. Ecco quali sono i dati e le tendenze da monitorare per investimenti immobiliari fruttuosi.
Qual è il nuovo metro di valutazione degli immobili?
Fino a qualche anno fa, il valore di una casa si misurava quasi esclusivamente in base a posizione, metratura e stato di manutenzione. Oggi le regole del gioco sono cambiate con l’entrata in scena delle case green. Ecco, quindi, che la classe di prestazione energetica è diventata un fattore decisivo, tanto da spostare il prezzo finale anche di decine di migliaia di euro.
Lo conferma lo studio congiunto ENEA e I-Com (Istituto per la Competitività): il 92% degli operatori immobiliari ritiene che la classe energetica influenzi concretamente vendita e locazione, mentre il 75% registra un aumento della domanda per abitazioni in classe A o B.
Quello che un tempo era un “plus” per pochi, oggi è un driver di mercato, spinto anche dalle direttive europee e dalla crescente sensibilità di acquirenti e investitori verso consumi ridotti e minore impatto ambientale.
Quanto vale una casa green sul mercato?
L’Italia si sta allineando alle città europee più avanzate: il sovrapprezzo per una casa green non è più un dettaglio, ma una cifra concreta e misurabile. Secondo Nomisma, un appartamento in classe A1–A4 può valere fino al 18% in più rispetto a uno in classe D, a parità di ubicazione e metratura. Il gap diventa ancora più marcato se il confronto è con un immobile in classe G, dove la differenza può superare il 30%.
Esempio pratico:
- un bilocale in zona centrale valutato 250.000 € in classe D può arrivare a 295.000 € se riqualificato in classe A2;
- lo stesso appartamento, se originariamente in classe G, vedrebbe una rivalutazione superiore ai 75.000 € dopo interventi di efficientamento spinti.
Oltre al prezzo, c’è il fattore “tempo”: in città come Milano e Bologna, le abitazioni ad alta efficienza – soprattutto quelle costruite secondo lo standard NZEB – si vendono in pochi mesi, contro i tempi ben più lunghi degli immobili energivori.
A fare la differenza sono anche strumenti come i mutui green, che offrono tassi agevolati, e gli incentivi fiscali per chi investe nella ristrutturazione energetica. In pratica, il green building sta diventando un investimento a rischio quasi zero: la casa green è più richiesta, più veloce da piazzare e, soprattutto, più redditizia.
Gli investitori immobiliari sfruttano il trend delle case green
Il futuro del mercato immobiliare sembra già scritto: edifici energivori fuori gioco, e standard elevati come condizione minima per mantenere il valore dell’immobile. Le direttive UE sull’efficienza energetica prevedono un progressivo adeguamento degli edifici esistenti, e questo rende il segmento green ancora più strategico.
Gli investitori più attenti non si stanno limitando a comprare case già efficienti: molti acquistano immobili datati in ottica riqualificazione energetica, per poi rivendere la casa green con margini a due cifre. Il messaggio è chiaro: oggi chi ignora l’efficienza energetica rischia di trovarsi con un bene immobiliare destinato a perdere valore, mentre chi investe in soluzioni sostenibili cavalca un trend destinato a durare.