22 Novembre 2024
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Ruderi in Italia, la fotografia di ISTAT e Confedilizia
Qual è la situazione dei ruderi in Italia? Quanti sono, dove si trovano e che prospettive ci sono per il loro recupero e la riqualificazione edilizia? Scopriamolo in questa notizia di approfondimento.

In una recente nota stampa, Confedilizia ha rimarcato che gli immobili in Italia accatastati in categoria F sono aumentati del +1,6% nell’arco di 12 mesi. Stiamo parlano di edifici ridotti a ruderi per l’alto livello di degrado. A cosa è dovuta questa tendenza in crescita e quali sono le prospettive?

 

Tutta colpa dell’IMU?

 

Stando al comunicato di Confedilizia il dato più evidente, e anche più allarmante, è quello che mette a confronto le cifre dei ruderi pre-IMU e quelle post IMU.

 

Dal 2011, anno di entrata in vigore dell’Imposta Municipale Propria, gli immobili in condizione di rudere hanno avuto un incremento del 123%, passando da 278.121 a 620.003 unità.

 

In altre parole, gli obblighi catastali e fiscali gravanti sui ruderi sono un onere troppo gravoso per i proprietari che, in molti casi, provvedono alla rimozione del tetto per evitare il pagamento almeno dell’IMU. Mentre la patrimoniale immobiliare (che produce un gettito di 22 miliardi di euro annui) vale anche per i fabbricati definiti “inagibili o inabitabili” anche se con aliquote ridotte.

 

La situazione, secondo Confedilizia, crea un corto circuito: gli edifici abbandonati e lasciati andare, creano un problema di degrado ambientale e di ingiustizia sociale, dal momento che aumentano le case “non occupate”.

 

ISTAT e le case fantasma

 

Qualche giorno fa ISTAT aveva diffuso una nota sul tema delle case vuote.

 

L’Istituto Nazionale di Statistica, parlando di “case non occupate” ha aperto un dibattito sulle cosiddette “case fantasma”, ovvero abitazioni lasciate vuote senza essere messe sul mercato ufficiale delle locazioni o delle compravendite immobiliari.

 

In realtà, nelle case censite da ISTAT con la dicitura “non occupate”, circa nove milioni e mezzo di unità immobiliari, rientrano categorie molto diverse:

 

 

  • abitazioni date in affitto a persone che non vi prendono la residenza, come studenti e turisti;

 

  • immobili case in attesa di vendita o di locazione;

 

  • immobili inagibili, come appunto i ruderi.

 

Quali sono le tipologie di ruderi nel panorama italiano?

 

Ma quali sono i ruderi in Italia, ovvero di che tipo di immobili parliamo e dove si trovano?

 

Le unità collabenti, ovvero gli edifici comunemente denominati ruderi, sono 620.000 stando ai dati dell’Agenzia delle entrate. In molti casi, sono collocati in territori con alte potenzialità dal punto di vista del turismo e della qualità della vita.

 

Pensiamo alle varie tipologie di edifici rurali presenti sulla nostra Penisola e agli investimenti di privati e holding su casali da ristrutturare come abitazione o come fonte di reddito immobiliare.

 

I ruderi sono nella maggior parte dei casi di proprietà di persone fisiche, spesso frutto di eredità e privi di quel certificato di agibilità che permette di abitare nell’immobile, oppure di venderlo o di locarlo.

 

La soluzione? La completa detassazione di immobili in evidente stato di abbandono e la possibilità di agevolare l’acquisto, come le iniziative di case a 1 euro, e di abbattere le spese di ristrutturazione sono strategie che possono condurre al recupero e alla riqualificazione del patrimonio immobiliare.

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