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Due abitazioni chalet immerse nei meleti altoatesini, riflettono montagne e frutteti grazie alle facciate a specchio. Progettate da Peter Pichler, con materiali sostenibili, privacy totale e luminosità naturale. Natura, design e discrezione in dialogo perfetto.
Architettura mimetica sulle Dolomiti: riflessi tra frutteti
Immagina due cubi neri che scompaiono tra i meli, illuminati dai riflessi delle Dolomiti. Questo è il colpo d’occhio che cattura chi arriva nelle Mirror Houses, realizzate nel 2014 da Peter Pichler Architecture appena fuori Bolzano. Pagano lo scotto della contemporaneità, ma lo fanno in punta di piedi, fondendosi con il paesaggio per regalarti un’esperienza abitativa che è design elegante e immersione nella natura.
Angela Sabine Staffler, proprietaria di un terreno tra i meleti, voleva due nuclei abitativi riservati, ospitali ma discreti, insomma non la casa in montagna di lusso, ma un’architettura innovativa e stilosa. Il risultato? Due unità di 40 m² ciascuna, come gemme riflettenti, con tutto il comfort e tanta innovazione. Il trucco delle facciate continue a specchio è ciò che rende le Mirror Houses così speciali.
Rivestite in vetri riflettenti alta prestazione e cornici in alluminio nero, le strutture si specchiano nei meleti e nelle montagne, diventando quasi invisibili se viste da certi punti di vista. In poco più di 80 m² totali, Peter Pichler ha plasmato un’esperienza abitativa unica: privacy, comfort, eleganza e sostenibilità, con un abbraccio visivo alla natura altoatesina.
Mirror Houses: luce, ventilazione e privacy garantite
Ogni abitazione è orientata verso est e dotata di un ingresso indipendente, giardino privato, parcheggio dedicato e cantina separata per attrezzature. Gli interni sono essenziali: cucina/soggiorno, camera da letto con lucernari apribili che assicurano luce naturale e ventilazione, e bagno. Le unità si trovano su una base sopraelevata che enfatizza leggerezza e garantisce viste panoramiche senza impattare troppo sul terreno. In particolare, la facciata ovest “cattura” il panorama del giardino del proprietario, creando un effetto partita tra natura reale e specchiata.
Il contrasto tra interni bianchi e arredi minimali – come tavoli e sedie lineari e la famosa lampada Tolomeo Mega Terra di De Lucchi – sottolinea la modernità. I volumi sono leggermente sfalsati in altezza e lunghezza per alleggerire la composizione e offrire carattere a ciascuna abitazione. L’involucro in alluminio nero e il rivestimento in vetro specchiato, anche dotato di protezione UV per evitare collisioni con gli uccelli, celebrano un dialogo tra funzione, estetica e rispetto ambientale.
Case a specchio di design: le Mirror Houses di Bolzano non sono le uniche
L’idea di rendere invisibile un edificio attraverso superfici riflettenti non è esclusiva delle Mirror Houses, ma fa parte di una corrente architettonica che cerca di ridurre l’impatto visivo degli interventi umani in contesti naturali. Ecco alcuni esempi significativi:
- Tree Hotel “Mirrorcube”, Harads (Tham & Videgård, 2010): in Svezia, lo studio Tham & Videgård ha ideato un cubo sospeso tra gli alberi, rivestito di vetri specchianti. Come le Mirror Houses, anche il Mirrorcube integra protezioni UV per gli uccelli e punta sulla sostenibilità. Qui il concetto di invisibilità si lega all’esperienza di dormire immersi nella foresta, mentre a Bolzano il contesto è agricolo e montano, con un approccio più legato al paesaggio coltivato.
- Mirage, Alpi svizzere (Doug Aitken, 2017): un’installazione temporanea firmata dall’artista e architetto americano Doug Aitken, realizzata a Goms, in Svizzera. Il padiglione, completamente rivestito di specchi, riflette le montagne circostanti, creando un effetto straniante di “architettura fantasma”. Rispetto alle Mirror Houses, Mirage nasce con finalità artistiche più che abitative, ma condivide lo stesso desiderio di fusione con il paesaggio alpino.
- Sky Mirror Villa, Corea del Sud (Moon Hoon, 2021): una residenza che utilizza pannelli riflettenti per dialogare con il cielo mutevole e il verde circostante. A differenza del progetto di Pichler, qui il gioco visivo prevale sulla discrezione: le superfici specchianti diventano un espediente scenografico, mentre nelle Mirror Houses restano funzionali a privacy e integrazione paesaggistica.
Le Mirror Houses non sono solo due case: sono riflessi viventi di un paesaggio che va preservato e amato. Chi varca la soglia tra i meli scopre un equilibrio perfetto tra invisibilità e presenza, tra minimalismo e suggestione panoramica.