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Milano è un eldorado per speculatori e investitori. Tra grattacieli di lusso, cantieri bloccati e indagini giudiziarie, la rigenerazione urbana si è rivelata un’arma a doppio taglio. L’analisi degli esperti non lascia dubbi a riguardo.
Milano affonda sotto i colpi dalla rigenerazione urbana?
Negli ultimi anni, il capoluogo lombardo è stato travolto da un’ondata di trasformazioni urbanistiche spinte dalla cosiddetta ‘rigenerazione urbana’. Un termine che, sulla carta, avrebbe dovuto significare la rinascita di aree degradate ed edifici dismessi, ma che nei fatti si è tradotto in una colata di cemento per palazzi di lusso inaccessibili ai cittadini comuni.
Con gli appartamenti che toccano i 10.000 euro al metro quadro, gli affari per investitori privati e speculatori prosperano, mentre comprare casa a Milano per famiglie e lavoratori è diventata un’utopia.
Il risultato? Decine di cantieri aperti senza una visione d’insieme, un’esplosione di volumetrie che ha stravolto l’aspetto della città e stipendi medi che bastano appena per affittare un box auto, altro che casa!
La situazione è precipitata con l’inchiesta sul cosiddetto “Salva Milano”, che ha portato a un terremoto politico e giudiziario. Insomma, siamo di fronte a una trasformazione tutt’altro che rigenerativa che premia pochi e penalizza la maggioranza.
Chi guadagna davvero dalla nuova Milano?
Dietro il boom edilizio di Milano non c’è solo l’idea di creare una città più moderna e attrattiva, con i piani di rigenerazione urbana, ma soprattutto la volontà di massimizzare i profitti. A confermarlo è Alessandro Maggioni, presidente di Confcooperative Habitat, che denuncia una “dinamica puramente estrattiva” in cui la rendita immobiliare è diventata l’unico obiettivo degli investitori.
Dal quartiere di Porta Nuova (dove si trovano molti immobili di lusso a Milano) al Bosco Verticale, passando per gli studentati di lusso, fino al caso della Torre Milano, ogni spazio libero viene trasformato in un’opportunità di guadagno per fondi e imprese private.
Ma cosa resta ai milanesi di tutte le promesse di rigenerazione urbana? Prezzi sempre più alti, una città che espelle chi non ha risorse economiche adeguate e un tessuto urbano che si snatura in favore di una metropoli-vetrina pensata più per gli investitori stranieri che per chi ci vive.
Secondo Sandro Balducci, docente di Politiche urbane al Politecnico di Milano, le politiche di pianificazione hanno finito per favorire i grandi operatori, lasciando poco spazio alle reali esigenze dei cittadini: un far west edilizio totalmente fuori controllo.
Il futuro di Milano: quando la vera rigenerazione urbana?
Di fronte alle inchieste e alle polemiche, la domanda ora è una sola: Milano cambierà rotta o continuerà a essere un laboratorio per la speculazione edilizia? L’amministrazione comunale sta cercando di correre ai ripari con un nuovo piano per la casa che prevede 10.000 appartamenti in affitto a prezzi accessibili, ma il rischio è che si tratti di un intervento tardivo e insufficiente.
Nel frattempo, la città continua a espellere chi non può permettersi di vivere in quartieri sempre più esclusivi. Il sogno di una “Grande Milano” accessibile a tutti sembra ormai lontano, mentre la realtà racconta una città sempre più verticale, costosa e regolata da logiche di profitto che poco hanno a che fare con il benessere dei suoi abitanti.