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Il governo Meloni ha in canna una rivoluzione da 5 miliardi (che potrebbero diventare 10) per modernizzare gli stadi italiani. Finisce l’era dei plastici e dei rendering, o è solo l’inizio di una nuova stagione di promesse?
Nuovi stadi in Italia: con il Decreto Sport sarà la svolta?
L’Italia, terra di santi, poeti e stadi fatiscenti. Ma il “Decreto Sport”, che il governo Meloni dovrebbe varare a maggio, promette di cambiare le regole del gioco. Con una procedura commissariale ad hoc, finalmente si potrà aggirare l’ostruzionismo cronico che ha paralizzato qualsiasi progetto serio negli ultimi decenni. L’obiettivo non è solo Euro 2032, che vedrà Italia e Turchia come Paesi ospitanti, ma una rivoluzione infrastrutturale a tutto tondo.
A dare manforte al provvedimento è il ministro Andrea Abodi, che non usa giri di parole: «Basta burocrazia paralizzante, vogliamo strumenti concreti». Sarà davvero così? O rischiamo di trovarci con l’ennesimo plastico impolverato in qualche studio di architetti appassionati di rendering?
Intanto, sulla carta, si parla di 5 miliardi di euro già pronti a essere spesi, e un potenziale effetto volano per il Decreto Sport che potrebbe portare il totale fino a 10 miliardi.
Quali stadi cambieranno volto (e con quanti zeri)?
Ecco una carrellata di progetti già in pista o pronti a partire, che potrebbero beneficiare delle novità del Decreto Sport. Alcuni sono noti da tempo, altri riemergono come zombie urbanistici: li avevamo dati per morti, e invece eccoli lì, ancora a bussare ai Comuni.
Città |
Progetto / Stadio |
Investimento previsto |
Tipo di progetto |
Milano |
Nuovo stadio Inter e Milan |
fino a 1,5 miliardi |
alienazione area San Siro |
Roma |
Stadio Pietralata (AS Roma) |
1,2 miliardi |
nuova costruzione |
Roma |
Riqualificazione Flaminio (Lazio) |
450 milioni |
ristrutturazione |
Firenze |
Artemio Franchi |
150 + 100 milioni |
lavori in corso + contributo privato |
Parma |
Ristrutturazione Tardini |
150 milioni |
finanziato al 60% da privati |
Cagliari |
Nuovo stadio |
150-200 milioni |
PPP con 50 milioni regionali |
Bologna |
Restyling Dall’Ara |
200 milioni |
partenariato pubblico-privato |
Empoli |
Riqualificazione stadio |
50 milioni |
in fase progettuale |
Venezia |
Bosco dello Sport |
92 milioni |
piano pubblico |
Ma non finisce qui. Altri club, da Como a Palermo, passando per Perugia, Lecce, Genoa e Napoli, hanno già sul tavolo progetti più o meno concreti. Il punto è: chi paga secondo il Decreto Sport e, soprattutto, come?
Come si finanziano gli stadi nuovi nel Decreto Sport?
Il grande puzzle finanziario del “Decreto Sport” prevede una vera e propria giostra di strumenti: fondo equity, fondo immobiliare, garanzie miste offerte da Istituto per il credito sportivo e Sace, contributi in conto interessi e un “fondo speciale” destinato all’Icsc (Istituto per il Credito Sportivo).
Il tutto condito da un tentativo di raccogliere risorse anche sul mercato europeo, con condizioni agevolate. Ciliegina sulla torta: la possibilità di alienare direttamente i beni, inserita all’interno della struttura commissariale. Insomma, il Decreto Sport dovrebbe prevedere una cornucopia di strumenti finanziari per evitare che lo stadio dei sogni resti solo un sogno. Ma sarà sufficiente a superare l’infernale burocrazia italiana?
Abodi è ottimista e parla già di nuovi cantieri operativi tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. L’UEFA, dal canto suo, è chiara: se entro aprile-maggio 2027 non si parte coi lavori nei 5 stadi promessi per Euro 2032, l’Italia rischia la revoca dell’assegnazione. Il tempo stringe. I fondi sembrano esserci. Le idee pure. Ci resta solo da scoprire se, stavolta, riusciremo davvero a fare gol.