1 Marzo 2025
Blog.Edilnet.it »» EdilNet News - Le notizie del giorno »» Crolla il mercato delle pompe di calore: che fine ha fatto la transizione green?
Split a pompa di calore con telecomando per programmazione remota.

Il settore delle pompe di calore entra in crisi? I dati sembrano confermarlo. Le cause sono da ricercare soprattutto nel taglio ai bonus fiscali ha provocato una diminuzione evidente delle vendite, mettendo in discussione la transizione energetica.

 

Il trend del mercato delle pompe di calore preoccupa gli addetti ai lavori

 

Il settore delle pompe di calore vive una fase di forte instabilità nel 2024, con un calo generale del mercato stimato tra meno 3% e meno 5% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, il quadro è più complesso di quanto suggeriscano i numeri: mentre alcuni segmenti stanno registrando una crescita a due cifre, altri stanno affrontando un vero e proprio tracollo.

 

Secondo i dati rilasciati da Assoclima, l’associazione che rappresenta i costruttori di sistemi di climatizzazione estiva e invernale, il mercato degli split per il settore residenziale e degli impianti per il comparto industriale e commerciale ha mostrato segni di crescita significativa. Le pompe di calore aria/aria residenziali hanno addirittura superato le aspettative, con un incremento del 10% nei volumi di vendita.

 

Di contro, il segmento delle pompe di calore destinate alla produzione di acqua calda residenziale ha subito una drastica riduzione, con un calo che supera il 35%. La causa principale sono i tagli ai bonus ristrutturazione, compresi superbonus e cessione del credito. Il risultato è un rallentamento dell’elettrificazione del riscaldamento domestico, elemento cruciale per la transizione energetica del paese.

 

Quanto hanno inciso i tagli agli incentivi fiscali?

 

L’effetto dei tagli agli incentivi è stato evidente per alcuni comparti del mercato delle pompe di calore. La riduzione del bonus dal 65% al 50% per le prime case e al 36% per le seconde ha innescato una corsa agli acquisti nell’ultimo trimestre del 2024, ma ha poi determinato un rallentamento delle vendite nel nuovo anno.

 

Anche il segmento delle pompe di calore aria-acqua e acqua-acqua per uso residenziale, considerato centrale per l’adeguamento alla direttiva europea “Case green”, ha subito un colpo pesante. Questi dispositivi, essenziali per la progressiva sostituzione delle caldaie a gas, hanno visto una riduzione delle installazioni tra il 35% e il 40%.

 

A resistere meglio sono stati i sistemi destinati al settore industriale e commerciale, meno dipendenti dalle agevolazioni fiscali e sostenuti da una domanda più stabile. Le pompe di calore VRF (Variable Refrigerant Flow), ad esempio, hanno mantenuto una crescita solida, dimostrando la resilienza di un settore che si muove a velocità diverse a seconda dell’applicazione.

 

Il futuro dell’elettrificazione del riscaldamento: quali prospettive?

 

Lo scenario per il 2025 potrebbe essere altrettanto incerto. Il governo ha introdotto un nuovo bonus unico, che uniforma le detrazioni fiscali per tutte le tecnologie efficienti, escludendo però gli sconti per le caldaie a gas. Questa mossa è vista come un primo passo verso una maggiore spinta alle fonti rinnovabili, ma rimane il nodo cruciale del prezzo dell’energia elettrica.

 

Secondo Assoclima, la diffusione capillare delle pompe di calore dipenderà fortemente dal “decoupling“, ovvero la separazione del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. Attualmente, il costo dell’elettricità è ancora troppo influenzato dall’andamento delle fonti fossili, rendendo meno competitivo il passaggio alle pompe di calore. Un cambiamento in questa direzione potrebbe portare a una riduzione della quota di energia prodotta da fonti fossili e accelerare il processo di decarbonizzazione.

 

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