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Efficienza energetica vs tutela bene culturale: qual è la priorità?
C’è una scuola in via Magenta a Como che oggi ospita la media Virgilio, l’IIS Leonardo da Vinci-Ripamonti e la scuola primaria Gobbi.
In vista del prossimo anno scolastico è diventata oggetto di un intervento di riqualificazione energetica. In particolare, l’Amministrazione Provinciale ha optato per l’installazione del cappotto termico.
Il fatto è che questo non è un edificio qualsiasi, perché opera dell’architetto Silvio Longhi. La firma e l’anno di costruzione tra il 1957 e il 1958 lo portano a un passo dall’essere dichiarato bene culturale tutelato.
L’efficientamento energetico, esattamente come l’intervento di tinteggiatura esterna – al quale era stata sottoposta parte della facciata – rischiano di snaturare le caratteristiche originarie del progetto, in linea con le opere razionaliste di Giuseppe Terragni.
Il caso della scuola a Como apre quindi un dibattito su quelli che sono i compromessi necessari tra tutela del valore artistico e miglioramento energetico.
Il cappotto alla scuola razionalista di Como: quali sono i fatti?
Allo scattare dei settant’anni dalla sua costruzione un edificio pubblico, riconosciuto meritevole di tale status, può essere dichiarato come bene culturale.
Ciò comporta una serie di vincoli per la sua ristrutturazione o per eventuali modifiche. La scuola di Como, ideata secondo i principi del Razionalismo, era quindi a un passo da tale condizione.
E che non si tratta di un anonimo edificio ma di un esempio valevole edilizia scolastica, lo testimonia la citazione dell’opera nel catalogo “XXCO – L’architettura del XX Secolo in provincia di Como dal 1900 al 1945”, Nodo Libri Editore.
Insomma, la situazione è complessa e quello della scuola di Como è un esempio emblematico anche in vista dei prossimi interventi di riqualificazione energetica che riguarderanno il patrimonio immobiliare italiano a seguito dell’entrata in vigore della Direttiva Case Green (EPBD, EU/2024/1275).
La situazione dell’edilizia scolastica in Italia: i dati
Il cappotto termico alla scuola di Como rientra nella necessità di ammodernare un parco edifici datato.
Si può discutere del come dell’intervento, per esempio per non snaturare la linea pulita della facciata poteva essere progettato un cappotto interno, ma non del fatto che l’edificio è datato.
Come tante altre scuole in Italia, laddove oltre la metà degli edifici scolastici risale alla seconda metà del XX secolo e solo 1 edificio su 10 è posteriore al 1997.
Va detto, infatti, che l’edilizia scolastica italiana comincia con il boom economico del dopoguerra e prosegue secondo dettami costruttivi tradizionali fino agli Novanta. In quella decade si assiste ad alcune importanti innovazioni, come quella sulle barriere architettoniche e sulla normativa antincendio.
Mentre, per quanto riguarda i fabbricati scolastici realizzati dopo il 2018 – e costruiti con tecniche di ultima generazione, sostenibili, sicuri ed efficienti – sono una percentuale irrilevante dello 0,8%.