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Il Sismabonus è un incentivo davvero inefficace o un’occasione buttata al vento per la solita mala gestio all’italiana? I recenti episodi di terremoto ai Campi Flegrei sollevano la questione. Il ministro Musumeci ammette che il Sisma Bonus non ha funzionato e promette nuovi fondi.
Perché il sisma bonus non ha funzionato? Parla il ministro
Il sisma bonus è stato un flop. A dirlo non sono critici o esperti indipendenti, ma lo stesso ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci. Durante un’intervista su Radio24, commentando la situazione ai Campi Flegrei, il ministro ha dichiarato senza mezzi termini che il bonus edilizio destinato alla sicurezza sismica “Non è stato ben utilizzato”.
Il motivo? Gli italiani avrebbero preferito sfruttarlo per il cappotto termico anziché mettere in sicurezza gli edifici dal rischio sismico. Ma questa giustificazione regge davvero? Il problema potrebbe non essere solo la mentalità dei cittadini, ma un sistema di incentivi poco chiaro e scarsamente efficace. Nel frattempo, i Campi Flegrei tremano e il rischio per chi ci vive è sempre più alto.
Il Sismabonus è stato introdotto con l’obiettivo di incentivare i proprietari di immobili a effettuare interventi per rendere una casa antisismica in caso di terremoto. Tuttavia, l’efficacia di questa misura è stata minata sia dalla complessità burocratica sia dall’uso distorto degli incentivi.
Motivo per cui la scarsa adesione alle misure di prevenzione aumenta il rischio per la popolazione in caso di terremoti.
Campi Flegrei: almeno 2.000 edifici a rischio
Mentre il governo cerca di correre ai ripari, la realtà è che circa 2.000 edifici nella zona dei Campi Flegrei risultano altamente vulnerabili. Una prima ricognizione ha permesso di identificare le strutture più esposte, ma il ministro Musumeci ammette che si tratta di una valutazione preliminare e sommaria.
Il piano di intervento prevede un investimento statale per mitigare il rischio sismico, ma non per mettere in sicurezza le case. Un gioco di parole che lascia più di un dubbio: di fatto, i proprietari dovranno arrangiarsi, con un contributo di 20 milioni di euro l’anno destinati a chi vorrà adeguare la propria abitazione. Questa cifra appare esigua rispetto al numero di edifici a rischio e potrebbe non essere sufficiente a incentivare interventi su larga scala.
Nel frattempo, lo Stato ha stanziato oltre 500 milioni di euro per la messa in sicurezza di infrastrutture pubbliche, in particolare le scuole: un passo positivo, ma le risorse destinate ai proprietari privati sono limitate.
Tra fondi e incertezze: c’è un vero piano per la sicurezza?
Musumeci cerca di rassicurare la popolazione affermando che “Non ci sono evidenze di un’eruzione imminente“. Ma i cittadini delle zone interessate non si fidano e nelle ultime ore monta la protesta: la paura rimane e i piani del governo non convincono fino in fondo.
Le promesse ci sono: 100 milioni di euro da spendere entro il 2029, un aiuto economico per chi vuole mettere in sicurezza la propria abitazione e un decreto in preparazione che potrebbe essere firmato già la prossima settimana.
Ma la realtà è che ai Campi Flegrei la situazione è ad alto rischio e gli interventi dello Stato rischiano di essere troppo lenti. Basteranno questi fondi o stiamo solo rimandando il problema?