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Secondo un gruppo di ricercatori cinesi i materiali compositi prodotti on site sono la svolta per abitare su Marte. Vediamo come funziona questa scoperta e se davvero rappresenta la chiave per costruire case nello spazio.
Abitare su Marte: la scoperta dei ricercatori per costruire on site
Il concetto di casa assume un altro aspetto quando si tratta di abitare su Marte. Eppure, proprio su questo sta lavorando un team di ricercatori cinesi che ha condotto una ricerca sullo sviluppo di materiali per la costruzione di infrastrutture sul Pianeta Rosso.
Lo studio, condotto dall’Istituto Tecnico di Fisica e Chimica dello Xinjiang presso l’Accademia Cinese delle Scienze, ha dimostrato la fattibilità di creare materiali compositi direttamente on site: un approccio che apre nuove possibilità per costruire basi spaziali autonome e ridurre la dipendenza dalle risorse terrestri.
La tecnica utilizzata si basa sulla produzione di fibre da suolo marziano simulato. Utilizzando il basalto terrestre, chimicamente e mineralogicamente simile al suolo marziano, i ricercatori hanno sviluppato un processo di fusione completa a 1360°C e di filatura.
In tale modo sono riusciti a produrre fibre di basalto adatte alla costruzione di strutture abitative essenziali per supportare una presenza umana sostenibile su Marte.
Quali sono le proprietà delle fibre da costruzione per lo spazio?
Uno degli aspetti più interessanti della ricerca cinese riguarda le proprietà delle fibre ottenute dal suolo marziano simulato.
Del resto, l’implementazione dei materiali compositi in edilizia è già un dato di fatto, dal momento che offrono proprietà migliorate dal punto di vista dell’efficienza e della sostenibilità.
Durante il processo di fusione e filatura, gli scienziati hanno rilevato che una filatura a velocità più bassa consente di ottenere una struttura atomica più densa nelle fibre e migliora la resistenza meccanica.
Questa caratteristica è essenziale per garantire che i materiali utilizzati nelle costruzioni siano in grado di sopportare le severe condizioni ambientali di Marte, inclusa la bassa gravità e l’atmosfera rarefatta.
Le fibre così ottenute sono destinate a essere impiegate per la creazione di moduli abitativi e altre strutture chiave, capaci di resistere ai rigori del Pianeta Rosso.
La scoperta del team cinese ha implicazioni dirette anche per altre missioni interplanetarie, poiché la stessa tecnologia potrebbe essere adattata per la costruzione di infrastrutture su corpi celesti come la Luna.
Vantaggi della costruzione on site per l’esplorazione spaziale
Le tecniche di costruzione on site promettono di ridurre i costi delle missioni a lungo termine.
L’idea di sfruttare materiali presenti sul pianeta di destinazione, come la regolite marziana o quella lunare, elimina in larga parte la necessità di trasportare grandi quantità di risorse dalla Terra.
Allo stato dei fatti, il trasporto dei materiali dalla Terra è uno dei principali ostacoli per realizzare il sogno di colonizzazione spaziale e l’idea di abitare su Marte.
Un approccio che sfrutta le risorse locali rappresenta una soluzione innovativa per superare questo problema e porta ulteriori vantaggi:
- riduzione dei costi interspaziali relativi al trasporto di materiali da costruzione;
- aumento dell’autosufficienza delle colonie spaziali;
- diminuzione dei rischi logistici legati alle missioni interplanetarie;
- possibilità di estendere questa tecnologia ad altri corpi celesti.
Abitare su Marte: scienza o fantascienza?
Sia la NASA che l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) stanno vagliando tecnologie simili per l’utilizzo della regolite e di altre risorse locali, come il ghiaccio marziano, tramite la stampa di edifici 3D destinati a zone di habitat vivibile e moduli abitativi.
Nonostante gli avanzamenti, ci sono ancora diverse sfide da affrontare prima che queste tecnologie diventino una realtà pratica per le missioni spaziali, rendendo possibile abitare su Marte.
Tra le difficoltà principali vi sono l’influenza delle condizioni marziane, come la bassa gravità e l’atmosfera rarefatta, sulle proprietà delle fibre. Inoltre, l’integrazione delle attrezzature per la filatura delle fibre rappresenta un ulteriore ostacolo.
Per superare queste barriere, i ricercatori cinesi intendono condurre test in orbita sulla stazione spaziale Tiangong. Gli esperimenti permetteranno di studiare le proprietà delle fibre prodotte in vari ambienti spaziali, fornendo informazioni decisive per il miglioramento delle tecnologie di costruzione di “case spaziali”.