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Multe record fino a 30.000€ e addio patente: ecco cosa sapere sulla nuova legge che riguarda rifiuti pericolosi e non, compresi ovviamente gli inerti edili la cui gestione è soggetta a regole molto stringenti.
Rifiuti non pericolosi: multe salate e pene gravi anche per aziende
Dal 9 agosto 2025 è entrato in vigore il Dl 116/2025, che introduce una stretta fino a ieri impensabile sulle violazioni in materia di rifiuti. Le nuove norme non solo aumentano le sanzioni economiche, ma prevedono la sospensione della patente fino a 9 mesi nei casi più gravi. Con le modifiche al TUA (art. 255):
- multe aumentate da €1.500 a €18.000 (prima erano da €1.000 a €10.000);
- se commesso con un veicolo a motore, scatta anche la sospensione della patente da 1 a 4 mesi;
- per imprenditori o enti, la condotta può configurare un reato punibile con reclusione da 6 mesi a 2 anni, oppure multa fino a €27.000.
Insomma, anche un gesto apparentemente innocuo come gettare uno scontrino o un mozzicone può tradursi in sanzioni salate. Ancora più severi i controlli se si parla di smaltimento del materiale edile per il quale è in vigore una normativa stringente che regola lo smaltimento dei materiali da costruzione e demolizione.
Inerti e edili: luci accese sul settore delle costruzioni
Il Dl 116/2025 riguarda direttamente anche gli inerti edili. Questi materiali, come calcinacci, cemento e laterizi, sono considerati rifiuti speciali non pericolosi e devono essere gestiti con procedure precise.
Per le imprese è obbligatorio tenere il registro di carico e scarico rifiuti, pena pesanti sanzioni in caso di omissioni o irregolarità. Senza dimenticare che, chi lavora nei cantieri, o chi supervisiona i lavori, deve sapere cosa sono gli inerti, a cosa servono e come si smaltiscono correttamente.
Rifiuti pericolosi e casi particolari: pene fino a 7 anni
La nuova legge introduce due articoli nel TUA:
- art. 255-bis: abbandono di rifiuti non pericolosi in “casi particolari” → reclusione da 6 mesi a 5 anni, con sospensione della patente di guida da 2 a 6 mesi;
- art. 255-ter: abbandono di rifiuti pericolosi → reclusione da 1 a 5 anni, fino a 6 anni e 6 mesi in presenza di pericoli per la salute o in zone contaminate e sospensione patente fino a 9 mesi.
Queste norme vanno lette in parallelo con le disposizioni sugli inerti edili contaminati, che se non trattati correttamente possono rientrare nei rifiuti pericolosi, con pene molto severe.
Controlli video, Albo e strumenti contro chi inquina
Il decreto sui rifiuti rafforza la barra anche sui controlli e sulla responsabilità amministrativa:
- esclusione dall’Albo dei gestori ambientali per imprese responsabili di abusi;
- possibilità di usare telecamere di videosorveglianza per sanzionare abbandoni anche senza contestazione immediata;
- attivazione dell’arresto in flagranza differita e amministrazione giudiziaria per i crimini più gravi.
La stretta nasce anche dalla condanna CEDU all’Italia per la mancata tutela nella Terra dei Fuochi. Il Dl 116/2025 è quindi una risposta dello Stato a una emergenza sanitaria e ambientale grave. Il messaggio è chiaro: in tema di rifiuti non si scherza più. E per il settore edile questo significa rispettare scrupolosamente ogni fase di gestione degli inerti, dalla produzione in cantiere al trasporto, fino allo smaltimento finale.