14 Marzo 2025
Blog.Edilnet.it »» EdilNet News - Le notizie del giorno »» Liti su rumori, parcheggi e lavori in casa? Da oggi decide il giudice di pace
Riforma Cartabia: le liti condominiali saranno discusse soltanto dai giudici di pace.

La nuova riforma in vigore da ottobre 2025 assegna ai giudici di pace il compito di gestire le liti condominiali. Ma le risorse ci sono? La domanda è al centro di un convegno in programma a Firenze. Ecco cosa sta succedendo.

 

A Firenze un convegno sulla Riforma Cartabia: cosa cambia davvero?

 

La Riforma Cartabia (attuata con il D.lgs. 150/2022) è oggetto di studio e dibattito a Firenze dove si svolge un importante convegno dal titolo “Oltre le sfide…”, organizzato dalla Confederazione Nazionale Esperti Immobiliari e dall’Associazione Periti Esperti (APE) Toscana.

 

L’incontro, che si svolgerà all’Hotel Villa Medici di via Il Prato, vedrà la partecipazione di esperti del settore giuridico e immobiliare, tra cui la presidente del Tribunale di Firenze, Marilena Rizzo. Gli esperti proveranno a dirimere la questione, cercando di capire se la Riforma Cartabia aiuterà davvero i cittadini a risolvere le loro controversie più velocemente o si rivelerà l’ennesima promessa destinata a fallire?

 

Con il numero di cause in costante aumento e uffici giudiziari già al collasso, il dubbio resta più che legittimo. Il prof. Sandro Chiostrini, presidente di APE Toscana, sottolinea l’importanza di figure professionali specializzate: «Le liti condominiali coinvolgono milioni di famiglie. Affidare tutto ai giudici di pace senza il supporto di esperti rischia di peggiorare la situazione invece di migliorarla.»

 

E in effetti, la mancanza di periti qualificati potrebbe trasformare la Riforma Cartabia in un boomerang, dal momento che le casistiche sono ampie, quanto i motivi delle liti condominiali. Se i giudici di pace saranno lasciati soli a districarsi tra regolamenti di condominio, interpretazioni normative e battaglie legali infinite, il risultato sarà solo un ulteriore intasamento della giustizia.

 

Liti condominiali ai giudici di pace: soluzione o nuova fonte di caos?

 

Dal prossimo ottobre, con la Riforma Cartabia, tutte le controversie condominiali saranno affidate esclusivamente ai giudici di pace. Un cambiamento epocale che mira a velocizzare le cause civili legate ai condomini, riducendo il carico dei tribunali ordinari, dove attualmente queste liti rappresentano quasi il 50% delle cause. Si litiga per il parcheggio, per i rumori molesti, ma anche in caso di lavori di ristrutturazione, o per la presenza di animali domestici.

 

Davvero, quindi, questa riforma è la soluzione per alleggerire il sistema giudiziario? La realtà potrebbe essere ben diversa. Già oggi, gli uffici dei giudici di pace sono in forte sofferenza a causa della carenza di personale, e l’aumento delle competenze rischia di aggravare la situazione. Se a questo aggiungiamo il numero spropositato di liti condominiali è lecito chiedersi se non stiamo solo spostando il problema senza risolverlo.

 

La mediazione obbligatoria ha davvero funzionato?

 

Negli ultimi anni, l’obbligo di mediazione è stato presentato come la soluzione miracolosa per ridurre il contenzioso in materia condominiale. Ma i numeri raccontano un’altra storia: su circa 180.000 procedimenti sottoposti a mediazione obbligatoria in Italia, ben 25.000 riguardano i condomini. Questo significa che, nonostante il tentativo di trovare soluzioni extragiudiziali, una quota significativa di dispute finisce comunque davanti a un giudice.

 

«Le liti condominiali sono all’ordine del giorno e incidono profondamente sulla qualità della vita di chi le subisce» afferma il prof. Franco Pagani, presidente di Confgiustizia-Confassociazioni. «Con la Riforma Cartabia in arrivo, è inevitabile che il carico di lavoro per i giudici di pace aumenti considerevolmente.»

 

Troppe controversie si trascinano per anni proprio perché chi le giudica non ha le competenze tecniche per risolverle in modo rapido ed efficace. Se la riforma non sarà accompagnata da un adeguato incremento del personale e da consulenti tecnici esperti, il rischio sarà quello di una paralisi del sistema.

 

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