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Il 2025 è l’anno delle scuole in legno. Sono in arrivo incentivi per imprese di bioedilizia e sinergie internazionali per rafforzare una filiera ancora troppo dipendente dall’estero.
Nuovi incentivi 2025 per le imprese del legno e della bioedilizia
Un forte impulso al settore della bioedilizia arriverà dal sostegno economico previsto dalla legge “Made in Italy” (n. 206/2023), che dal 15 maggio al 10 luglio 2025 aprirà la finestra per la presentazione delle domande da parte delle imprese boschive e di prima lavorazione del legno. Sul tavolo ci sono 25 milioni di euro, destinati all’innovazione tecnologica e allo sviluppo delle certificazioni di gestione forestale sostenibile.
Questa misura punta a rafforzare una filiera che oggi, nonostante oltre 11 milioni di ettari di boschi presenti sul territorio italiano, dipende ancora per l’80% dalle importazioni. Un paradosso che rende il settore vulnerabile alle oscillazioni dei mercati internazionali: basti pensare che nei primi mesi del 2025 il prezzo del legname è già cresciuto tra il 15 e il 18%, con stime che lo vedono salire oltre il 25% entro giugno.
Nel frattempo, si registra un progresso nelle certificazioni: secondo il Rapporto annuale 2024 del Pefc Italia, gli ettari gestiti in maniera sostenibile hanno superato il milione (+8,2%), mentre le aziende certificate per la tracciabilità sono salite a 1.585 (+16,8%).
Il tema della sostenibilità è centrale anche nella ricostruzione post sisma: il 20 marzo 2025 è stato introdotto un bonus del 10% per l’uso del legno nella ricostruzione degli edifici privati nelle zone colpite dal terremoto del 2016-2017, un’iniziativa pilota che potrebbe diventare un modello da replicare.
Scuole in legno: come cambia l’edilizia scolastica in Italia
La bioedilizia è pronta a diventare uno dei pilastri dell’edilizia pubblica in Italia, con un ruolo sempre più centrale nella realizzazione delle scuole in legno del futuro. Secondo quanto emerso dai dati più recenti, entro il 2025 il 60% delle nuove costruzioni scolastiche utilizzerà il legno come materiale principale. Un balzo in avanti significativo, se si considera che nel 2024 questa quota si attestava attorno al 40%, già in forte crescita grazie agli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Dietro a questa evoluzione c’è una visione strategica che mira a ridurre l’impatto ambientale dell’edilizia pubblica e ad aumentare la qualità e la velocità dei cantieri. Il legno, infatti, è un materiale che consente tempi di costruzione ridotti, ottime prestazioni energetiche e una riduzione significativa delle emissioni. In questo contesto, è fondamentale che i bandi pubblici prevedano l’inclusione della categoria OS32, dedicata alle opere in legno, per garantire l’accesso alle imprese specializzate in bioedilizia.
Ma non si parla solo di scuole in legno: anche le case in bioedilizia stanno prendendo piede. Il comparto complessivamente oggi rappresentata da una quota del 7-8% del totale dei permessi di costruire, ha raggiunto un valore produttivo di 2 miliardi di euro nel 2023, un dato che impressiona se confrontato con i 658 milioni del 2015.
La filiera del legno tra accordi internazionali e nuove strategie
Per ridurre la dipendenza dall’estero e aumentare la resilienza del settore, la Federazione Filiera Legno italiana ha stretto un’importante alleanza con l’Associazione delle industrie del legno austriaca. L’obiettivo è duplice: migliorare la condivisione di dati sui mercati e sviluppare progetti di ricerca e innovazione congiunti, puntando anche su nuove specie forestali.
I rapporti tra Italia e Austria, che rappresentano da soli il 40% del totale degli scambi UE nel settore, sono la base di un progetto più ambizioso che mira ad aprire collaborazioni tecniche con Germania e paesi scandinavi. Questi ultimi stanno già sperimentando architetture reversibili per la bioarchitettura e combinazioni ibride di materiali, sostenute da normative avanzate, un modello che potrebbe ispirare l’Italia nella sua transizione industriale.
Un altro fronte strategico riguarda il social housing e il retrofit energetico e sismico degli edifici esistenti, considerati dal presidente di Assolegno, Claudio Giust, come le vere sfide del prossimo futuro. Non solo edilizia nuova, con case e scuole in legno, quindi, ma anche riqualificazione edilizia dell’enorme patrimonio immobiliare italiano.
Infine, per valorizzare le risorse interne, la Filiera Legno punta alla creazione di marchi Igp per le specie arboree italiane, sfruttando le nuove regole europee in materia di indicazioni geografiche. Un passo che potrebbe dare una forte identità commerciale al legno nazionale e rafforzarne l’attrattività sui mercati internazionali.
L’articolo in breve
Ecco una tabella che riassume i principali dati presenti in questa notizia sulla bioedilizia e sull’edilizia scolastica in legno in Italia.
Categoria |
Dato/Informazione |
Dettagli |
Bioedilizia pubblica |
Percentuale scuole costruite in legno (2024) |
40% degli interventi Pnrr sull’edilizia scolastica |
Percentuale stimata per il 2025 |
60% delle nuove scuole |
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Valore della bioedilizia in Italia (2023) |
2 miliardi di euro |
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Quota bioedilizia sul totale edilizia |
7-8% dei permessi di costruzione |
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Incentivi e investimenti |
Fondo “Made in Italy” (legge 206/2023) |
25 milioni di euro |
Finestra temporale per richiedere il fondo |
15 maggio – 10 luglio 2025 |
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Finalità del fondo |
Innovazione tecnologica e certificazioni forestali |
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Bonus per la ricostruzione post sisma |
10% per uso del legno (zone terremotate 2016-2017) |
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Certificazioni e sostenibilità |
Ettari certificati PEFC (2024) |
Oltre 1 milione (+8,2%) |
Aziende certificate per tracciabilità |
1.585 (+16,8%) |
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Dipendenza dalle importazioni |
Importazioni legno estero |
80% del fabbisogno nazionale |
Prezzo del legname (variazione 2025) |
+15-18% da inizio anno, possibile +25% entro giugno |