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Dalle piantumazioni partecipate ai boschi urbani: sempre più città investono nel verde. Ma chi si occupa degli alberi una volta cresciuti? Un viaggio tra progetti virtuosi e interrogativi sulla manutenzione dimenticata e costosa…
Quali città sono più virtuose nelle forestazioni urbane?
Negli ultimi anni, il verde urbano è tornato protagonista del dibattito pubblico. Inquinamento, ondate di calore e consumo di suolo spingono le amministrazioni comunali a investire in progetti di forestazione e nuove alberature, così come in soluzioni edilizie green come tetti verdi, edifici nearly-zero energy e simili.
A Ferrara, ad esempio, è nato il progetto “L’albero di quartiere”, che consente ai residenti di segnalare, attraverso una mappa interattiva, i punti più adatti dove mettere a dimora nuove piante. Le richieste vengono poi valutate dagli uffici tecnici, che ne programmano la piantumazione.
Il progetto è sostenuto da un investimento di 10.000 euro, in parte coperto da una convenzione con il gruppo Nestlé, che contribuisce a finanziare l’iniziativa come misura di compensazione ambientale (Direttiva 92/43/CEE).
A Monza, invece, il verde prende forma in modo più ambizioso: nel quartiere San Fruttuoso sono stati piantati 500 nuovi alberi per dare vita a un bosco urbano. L’iniziativa rientra in un più ampio piano di riqualificazione da oltre 2 milioni di euro, approvato dalla giunta, che include interventi sul verde, sull’arredo urbano e sulla mobilità.
Il nuovo bosco urbano nasce con l’obiettivo di incrementare il verde del 30 % nel giro di quattro anni. Un esempio di investimento che, almeno sulla carta, dovrebbe generare benefici ambientali tangibili per il quartiere e per l’intera città.
Quanto costa la forestazione urbana?
Iniziative simili a quelle sopra citate si registrano anche nelle seguenti città:
- Bergamo, dove il Comune ha lanciato un modulo online per ricevere proposte su dove piantare alberi, con il supporto di operatori di quartiere incaricati di facilitare il processo;
- Reggio Emilia, dove l’amministrazione punta sulla creazione di microforeste e filari lungo le piste ciclopedonali;
- Taranto, dove è stato avviato un piano di piantumazione diffusa in risposta alle criticità ambientali.
Tuttavia, ed è qui il tasto dolente, non tutte le amministrazioni forniscono dettagli chiari sui costi, né tutte adottano strategie strutturate per garantire la sostenibilità nel lungo periodo. In molti casi, si fatica a reperire dati ufficiali sul budget destinato alla sola forestazione urbana, e questo rende difficile valutare l’efficacia reale degli interventi.
La manutenzione del verde urbano è spesso carente, non tanto per mancanza di volontà quanto per limiti di budget, carenza di personale e assenza di piani a lungo termine. E qui molte città mostrano il fianco scoperto.
Boschi urbani all’italiana: il lato oscuro del greenwashing
È facile organizzare una cerimonia per piantare un albero, più difficile è prendersene cura negli anni a venire e ancor più oneroso è farsi carico del costo di potatura degli alberi e di manutenzione ordinaria del verde cittadino.
Insomma, in certi casi ci si riempie la bocca con operazioni green, ma si perde il controllo dell’obiettivo. Un albero trascurato può diventare un rischio: rami secchi pericolanti e radici che sollevano i marciapiedi.
Per non parlare del tema dell’abbattimento: quando un esemplare diventa instabile l’intervento deve essere tempestivo e professionale e realizzato dagli specialisti per taglio alberi privati e pubblici che operano in piena sicurezza e conformità.
Insomma, piantare è solo il primo passo. La vera sfida, come spesso accade, è prendersi cura nel tempo di ciò che oggi seminiamo. La forestazione urbana funziona se inserita in ampi piani di cura e gestione del verde pubblico.