5 Febbraio 2025
Blog.Edilnet.it »» EdilNet News - Le notizie del giorno »» Edilizia green lusso per pochi? Il nuovo report UE lancia l’allarme gentrificazione
Pannelli solari: strumenti di miglioramento energetico per edilizia green ed energia pulita.

Il rapporto sull’impronta degli edifici dell’Agenzia Europea per l’Ambiente mette in luce un rischio nascosto nelle tendenze dell’edilizia: quello della gentrificazione green. Quanto è reale e in cosa consiste?

 

Perché l’edilizia green può essere ingiusta?

 

Uscito qualche mese fa il Report “Addressing the environmental and climate footprint of buildings” dell’EEA (European Environment Agency, Agenzia Europea per l’Ambiente) mette sull’avviso: l’edilizia sostenibile rischia di acuire il divario sociale e di fare esplodere il fenomeno della gentrificazione.

 

L’aumento dei prezzi degli immobili urbani e la deregolamentazione del mercato immobiliare precludono il diritto alla casa alle persone a basso reddito e non solo, tanto che In Italia, e in altri Paesi dell’Unione, si parla di emergenza casa. Allo stesso tempo, si assiste al diffondersi del fenomeno della povertà energetica anche per le famiglie a medio reddito: l’aumento dei prezzi dell’energia complica l’accesso ai servizi energetici anche di base.

 

Date queste premesse, risulta chiara la relazione biunivoca tra povertà e disuguaglianza da un lato e qualità ambientale dall’altro: le persone meno abbienti vivono in ambienti più inquinati e, contemporaneamente, la loro possibilità di rendere più efficienti e confortevoli le proprie abitazioni attraverso una ristrutturazione energetica è limitata da difficoltà economiche.

 

Cos’è la gentrificazione?

 

Si parla quindi di gentrificazione per l’edilizia green. In pratica, la riqualificazione urbana di zone cittadine fa salire il prezzo degli affitti e degli immobili rendendo di fatto inaccessibile quelle zone anche a chi ci ha sempre vissuto. In Italia fanno scuola le zone di Milano dove comprare casa è ormai un lusso per pochi in seguito alle speculazioni di fondi di investimento internazionali.

 

Così si spiega anche lo scetticismo diffuso delle persone nell’affrontare i costi di efficientamento energetico: in Italia l’84% delle persone guarda con timore alle case green.

 

Tutto ciò si scontra con l’urgenza di potenziare le iniziative per decarbonizzazione, soprattutto in merito al consumo energetico degli edifici. Insomma, l’edilizia green e sostenibile non è un’opzione, ma una necessità. Ma lo è anche la giustizia sociale. Serve quindi un modello inclusivo e sostenibile a 360° nel quale tutti gli attori coinvolti facciano la loro parte: architetti, urbanisti, committenti e politici.

 

L’edilizia può essere sostenibile ed equa?

 

L’importanza di una transizione edilizia socialmente giusta è quindi un elemento centrale per l’edilizia green del prossimo futuro. Come sottolinea il citato report EEA che individua alcune strategie da implementare per risolvere questo nodo. In particolare, è fondamentale sia incentivare nuovi modi di abitare come il co-housing sia ripensare ai modelli di produzione/consumo dell’energia, favorendo le comunità energetiche.

 

Quest’ultime non possono limitarsi alla produzione e alla fornitura di energia rinnovabile, ma devono anche sostenere strategie collettive di riqualificazione edilizia e coordinare sistemi di riscaldamento e raffreddamento a livello di quartiere.

 

D’altro canto, i modelli di co-housing offrono una soluzione collettiva in cui le comunità controllano il finanziamento, lo sviluppo e la gestione delle abitazioni, limitando le speculazioni deregolare e contribuendo così a garantire accessibilità ai diritti.

 

Tali approcci comunitari, condivisi e inclusivi possono rappresentare una soluzione a problemi complessi legati al consumo, alla produzione e allo stoccaggio di energia e servizi in un ecosistema più sostenibile all’interno del sistema edilizio.

 

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