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Affitti casa a quella che sembra una ditta di ristrutturazioni e ti ritrovi l’appartamento occupato, devastato e subaffittato in nero. In pochi mesi smettono di pagare e rientrare diventa un incubo. Ecco come funziona la trappola e come evitarla.
Affitta casa a una ditta di ristrutturazioni e si ritrova 15 abusivi
Tutto inizia come una normale locazione: una proprietaria decide di affittare un appartamento a quella che sembra una impresa edile specializzata in ristrutturazioni. Il referente si presenta in modo convincente, parla di operai che lavoreranno in zona, chiede l’immobile per ospitarli e propone un canone in linea con il mercato, con un mese anticipato.
Firmato il contratto e versato il primo importo, però, qualcosa si rompe. I canoni successivi non arrivano, il referente smette di rispondere, i contatti diventano sempre più difficili. Nel frattempo, il via vai nell’immobile aumenta, i vicini segnalano movimenti sospetti, rumori, degrado.
Indagando, la proprietaria scopre l’amara verità: la “ditta” non fa ristrutturazioni, ma usa l’appartamento come business parallelo, subaffittando in nero a 10-15 persone disperate in cerca di alloggio. L’immobile si degrada, il giardino si riempie di rifiuti, gli altri inquilini dello stabile scappano. E per rientrare in possesso della casa ci vorranno sgomberi, ufficiali giudiziari e mesi di attesa, senza contare i danni per decine di migliaia di euro.
Perché la truffa dei finti operai funziona
La forza di questa truffa sta nella copertura credibile. Una “società di ristrutturazioni” è, sulla carta, un inquilino ideale: profilo professionale, esigenza temporanea ma chiara (ospitare gli operai), possibilità di pagare puntualmente. Il proprietario si sente al sicuro e abbassa la guardia, specie se ha fretta o se ha poca esperienza di affitti per reddito. In realtà, chi organizza la truffa dei finti operai per prendere casa:
- usa prestanome o persone difficili da rintracciare;
- sfrutta l’immobile per fare margine subaffittando in nero a più persone possibile;
- conta sul fatto che, una volta dentro, buttarli fuori sarà lungo e complicato.
Quando il proprietario si accorge del problema, è già tardi: gli abusi sono in corso, i danni all’immobile aumentano ogni giorno e i tempi della giustizia sono inevitabilmente lenti. Anche con denunce e forze dell’ordine, tra notifiche, accessi, eventuali rientri abusivi dopo lo sgombero, possono passare mesi. Nel frattempo, oltre ai canoni non incassati, il proprietario deve sostenere anche il danno economico per i costi di ripristino.
Difendersi dalla truffa dei finti operai (e non solo da quella)
La buona notizia è che esistono controlli preventivi che possono ridurre moltissimo il rischio di raggiri:
- verificare online la società (visura, sito, recensioni, presenza reale di cantieri);
- chiedere riferimenti di altri proprietari con cui hanno già avuto rapporti;
- pretendere che il contratto di locazione sia chiaro su chi effettivamente abiterà l’immobile e vieti espressamente il subaffitto non autorizzato.
Ci sono poi segnali d’allarme da non sottovalutare quando si annusa aria di truffa: fretta eccessiva nel chiudere, rifiuto di mostrare documenti societari, richieste di gestire tutto “senza troppa burocrazia”. Se emergono sospetti, meglio interrompere subito la trattativa o, se il contratto è già in essere, confrontarsi con associazioni di categoria dei proprietari immobiliari e chiedere la consulenza di un professionista per pratica di sfratto ed altri eventuali passi legali.


