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Si chiama “staff housing” ed è la misura che il governo è pronto a stanziare per case a basso costo destinate ai lavoratori del turismo. Fondi pubblici destinati a immobili di soggetti privati. La nostra analisi del piano casa per il turismo tra luci e ombre.
Il nuovo piano casa: aiuto ai lavoratori o agli imprenditori?
Lo staff housing è la novità che accende i fari sul sistema di accoglienza turistica in Italia. Il decreto, appena approvato dal Consiglio dei ministri e presentato come un vero piano casa, prevede lo stanziamento di 120 milioni di euro in tre anni (dal 2025 al 2027) per abitazioni agevolate per i lavoratori del comparto turistico e della ristorazione.
Una prima risposta concreta all’emergenza abitativa che affligge le località turistiche, dove i canoni di affitto rendono spesso impossibile la permanenza di camerieri, cuochi e receptionist stagionali.
I fondi serviranno infatti a finanziare interventi di nuova costruzione e riqualificazione edilizia a favore di soggetti privati, come albergatori, gestori di bar e ristoranti. Un dettaglio che potrebbe trasformare un’iniziativa sociale in un potenziale assist agli imprenditori del settore, che riceveranno denaro pubblico per migliorare immobili privati.
La ministra del turismo Santanchè ha definito la misura “senza precedenti” e ne ha sottolineato la “doppia valenza”: da un lato migliorare le condizioni dei lavoratori, dall’altro dare un supporto concreto agli imprenditori in difficoltà nel reclutare personale.
Anche Confindustria ha applaudito il piano casa per il turismo: secondo il presidente Emanuele Orsini, è “un passo necessario per attrarre talenti” e “una spinta alla crescita delle comunità”.
Come funziona lo staff housing?
Nel dettaglio, i 120 milioni del piano casa per il turismo saranno così distribuiti: 44 milioni nel 2025, 38 milioni nel 2026 e altri 38 nel 2027. Di questi, una metà sarà destinata a finanziare direttamente gli investimenti per realizzare nuovi alloggi o riqualificare quelli esistenti, con particolare attenzione alla ristrutturazione energetica e alla sostenibilità.
L’altra metà sarà usata per coprire una quota dei costi di locazione, prevedendo affitti ridotti almeno del 30% rispetto ai prezzi di mercato. È prevista anche una durata minima degli affitti calmierati: almeno cinque anni.
Piano casa “Staff Housing” 2025–2027
Anno |
Totale € |
Investimenti in costruzione/riqualificazione |
Contributi per locazioni agevolate |
2025 |
44 milioni |
22 milioni € |
22 milioni € |
2026 |
38 milioni |
16 milioni € |
22 milioni € |
2027 |
38 milioni |
16 milioni € |
22 milioni € |
Totale |
120 milioni |
54 milioni € |
66 milioni € |
Dettagli operativi
- Finalità degli investimenti: costruzione, riqualificazione e ammodernamento di alloggi destinati ai lavoratori del comparto turistico-ricettivo e della ristorazione, con particolare attenzione all’efficientamento energetico e alla sostenibilità ambientale.
- Contributi per locazioni agevolate: sostegno ai costi di locazione degli alloggi, con canoni ridotti almeno del 30% rispetto al valore di mercato, per un periodo minimo di cinque anni.
Beneficiari piano casa per il turismo
- Operatori con piena e esclusiva disponibilità degli immobili adibiti ad alloggio per i lavoratori del turismo.
- Gestori di strutture ricettive.
- Titolari di esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, come bar e ristoranti.
Politica e affari: la zona grigia del settore turismo
La misura, voluta fortemente dal Ministero del Turismo guidato da Daniela Santanchè, apre le porte alla polemica. Il tema dell’emergenza casa in Italia è caldo e il dibattito è inevitabile. Soprattutto quando privato e pubblico si intrecciano a vario titolo. Basti pensare agli interessi del compagno della ministra, Dimitri Kunz d’Asburgo, noto per gestire locali di successo a Firenze e pronto a investire ancora in un noto locale della movida fiorentina. Un investimento “a sei zeri” tra cessione e ristrutturazione.
Un potenziale beneficiario della piano casa per il turismo, insieme ai gestori di hotel, titolari di bar e ristoranti e imprenditori che abbiano piena disponibilità di immobili destinabili all’accoglienza dei lavoratori. Un modello che di fatto delega la soluzione del problema abitativo a chi, fino a ieri, lo causava con stipendi bassi e contratti stagionali precari.
In definitiva, lo Staff Housing rischia di trasformarsi in un piano di valorizzazione per immobili privati in zone a forte richiamo turistico e con alti margini per gli affari di speculatori immobiliari.
E tu, lo chiameresti ancora Piano Casa?