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La sicurezza nei cantieri edili è da sempre una questione spinosa, un equilibrio precario tra normative stringenti e la pratica quotidiana delle imprese.
Recentemente, l’Associazione costruttori edili del Molise (Acem-Ance) ha sollevato dubbi sull’efficacia della nuova proposta di patente a punti, avanzata dal Governo come soluzione per ridurre gli infortuni sul lavoro.
La critica alla patente a punti
L’introduzione della patente a punti, sebbene possa sembrare un deterrente valido, per Acem rappresenta un approccio troppo generalista. Corrado Di Niro, presidente dell’Associazione, sottolinea come questa misura non riesca a distinguere adeguatamente tra le realtà imprenditoriali, ignorando la varietà di storie, esperienze e strutture che caratterizzano il settore.
Verso un sistema di qualificazione innovativo
Secondo Acem, è tempo di riformare il sistema di qualificazione esistente, orientandosi verso un modello più globale. Un sistema che non si limiti a valutare le imprese sulla base di criteri economico-finanziari e tecnico-organizzativi, ma che consideri anche aspetti come l’anzianità dell’impresa, l’esperienza accumulata, il know-how aziendale, e un’attenta analisi dei precedenti infortuni.
L’importanza dell’esperienza e della reputazione
La proposta dell’Associazione punta a valorizzare la storia e la reputazione delle imprese all’interno del processo di qualificazione, offrendo così una visione più completa della loro affidabilità e competenza in materia di sicurezza.
Formazione e consapevolezza: la chiave del cambiamento
Al di là delle modifiche normative, Acem evidenzia l’urgenza di un impegno più profondo nella formazione di tutti i soggetti coinvolti nei cantieri edili. Un investimento in educazione e consapevolezza che potrebbe rivelarsi il vero motore di una trasformazione culturale, indispensabile per garantire un ambiente di lavoro sicuro ed equo.
L’appello di Acem-Ance al Governo e agli stakeholder del settore è chiaro: per una reale innovazione in termini di sicurezza sul lavoro, è necessario superare gli approcci tradizionali, abbracciando soluzioni che tengano conto della complessità e della diversità del mondo dell’edilizia. Solo così sarà possibile costruire un futuro in cui la sicurezza è davvero su misura per ogni realtà imprenditoriale.