22 Novembre 2024
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Investimenti nelle costruzioni, presentato oggi all’Assemblea di Anaepa-Confartigianato Edilizia il report dell’Ufficio Studi.
Sarà presentato oggi il report dell'Ufficio Studi di Confartigianato sugli investimenti nelle costruzioni: anticipazioni sulle previsioni.

Si apre nuovo ciclo dell’edilizia?

 

Si apre oggi, 11 luglio 2024 a Roma, l’Assemblea di Anaepa-Confartigianato Edilizia e nell’occasione sarà presentato il report dell’Ufficio Studi di Confartigianato sul ciclo degli investimenti nelle costruzioni.

 

I primi dati rivelano che, dopo 2 mesi di flessione, ad aprile 2024 si registra un +2,3% rispetto a marzo. Nel complesso, però, l’andamento resta in negativo, con un calo dell’1,2% nel trimestre febbraio-aprile 2024 rispetto al trimestre precedente.

 

Anche il clima di fiducia delle imprese continua ad essere in flessione in tutti i comparti presi in esame, ad eccezione del comparto delle costruzioni dove si registrano attese positive su nuovi ordini e rilancio dei piani di costruzione.

 

Investimenti nelle costruzioni: le previsioni di Banca d’Italia

 

A livello macroeconomico le previsioni prospettano una battuta d’arresto per l’edilizia nel triennio 2024/26. Stando all’esercizio previsivo pubblicato il 13 giugno da Banca d’Italia-Eurosistema, gli investimenti nelle costruzioni “tengono botta” nel 2024 (+0,6%), sull’onda lunga dell’espansione sostenuta da Superbonus e incentivi fiscali.

 

Dopodiché, si prevedono cali nell’ordine del 3,5% nel 2025 e dell’1,7% nel 2026. Ancora più negative le previsioni rilasciate dalla Commissione Europea che già per il 2024 ipotizzano -2,0% nel 2024 e -5,9% nel 2025.

 

Prospettive future: il “climabonus” necessario per il rilancio?

 

Il più importante fattore che potrebbe impattare sugli investimenti nelle costruzioni è la prossima entrata in vigore della direttiva 2024/1275 del Parlamento Europeo e del Consiglio, la cosiddetta direttiva Case Green.

 

In particolare, in Europa il 40% del consumo energetico finale e il 36% delle emissioni di gas serra provengono dalle costruzioni: motivo per cui la lotta al cambiamento climatico passa anche da un piano di intervento incisivo sul settore dell’edilizia.

 

In sintesi, in materia di prestazione energetica degli edifici, gli Stati membri dovranno adottare misure per ridurre il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.

 

Il numero di edifici coinvolti negli interventi è significativo. Infatti, riguardo la classe energetica registrata durante i passaggi di proprietà, quasi due terzi (63,8%) degli edifici residenziali si trovano nelle classi meno efficienti: 26,5% nella classe F e 37,3% nella classe G.

 

Per garantire la sostenibilità economica della transizione verde degli edifici, è necessario un sistema di incentivi fiscali consistente e adeguato. Infatti, solo un sistema di incentivi stabile nel tempo può offrire sicurezza a famiglie e imprese nella pianificazione di costosi interventi edilizi.

 

Questo il pensiero del Presidente di Confartigianato Imprese, Marco Granelli: “Serve passare dall’era disordinata del Superbonus a quella ordinata del ‘climabonus’“.

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