Riscaldamento centralizzato, vantaggi e costi

Il riscaldamento centralizzato presenta molti vantaggi, fra cui la possibiltà di ripartire i costi fra tutti gli inquilini del condominio.

Riscaldamento centralizzato, vantaggi e costi
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Il riscaldamento centralizzato è uno degli impianti più diffusi nei condomini. Il motivo principale è che questo libera i proprietari delle abitazioni dalla gestione del riscaldamento di casa, lasciando questo tipo di responsabilità all’amministratore del palazzo.

 

 

E’ evidente come in questo modo ci sia un controllo centrale che impedisce l’autonomia dei singoli inquilini delle case nella gestione del riscaldamento domestico. Una delle regole principali a cui deve sottoporsi un impianto centralizzato è il suo calendario di utilizzo, che viene stabilito a seconda della regione e della fascia climatica in cui ci si trova.

 

Dal 2016, poi, è diventata obbligatoria l’installazione delle valvole termostatiche e dei sistemi di contabilizzazione del calore: in questo modo è garantita una ripartizione delle spese più equa e veritiera, poiché è possibile rilevare esattamente i consumi individuali di ogni singolo utente.

 

Impianto di riscaldamento: le normative

 

Non trattandosi di un impianto di riscaldamento che permette una regolazione autonoma da parte di ogni singolo utente, la sua gestione e la responsabilità della sua sicurezza vengono affidate per legge all’amministratore di condominio, che ha anche il compito di tenere aggiornati tutti i residenti del palazzo di ogni tipo di adeguamento.

 

Riscaldamento centralizzato e valvole termostatiche con gatto che testa il tutto

 

Le nuove normative, in particolare la Legge n. 220 dell’11.12.2012 entrata in vigore il 18.06.2013, permettono comunque ad ogni utente di staccarsi dal riscaldamento centralizzato anche senza bisogno del parere positivo dell’assemblea di condominio. Questa scelta, però, non deve causare aumenti nella spesa per l’energia da parte degli altri condomini e comporta, comunque, l’obbligo di continuare a pagare la propria parte per la manutenzione straordinaria dell’impianto centralizzato.

 

La nuova legge impone anche l’installazione di valvole termostatiche per la regolazione del calore e di un sistema di contabilizzazione su ogni singolo termosifone, in modo da poter dedurre l’effettivo consumo di ognuno e far sì che il singolo utente paghi per ciò che realmente ha consumato. In questo modo si hanno i vantaggi dell’autonomia di regolazione della temperatura in ogni stanza e, al tempo stesso, della non responsabilità nella gestione dell’impianto di riscaldamento.

 

Pro e contro delL’impianto centralizzato

 

In genere i più favoriti dall’utilizzo di un riscaldamento centralizzato sono coloro che passano molto tempo a casa. Oltre a questo, gli utilizzatori di questo tipo di sistema hanno anche il vantaggio di non doversi occupare personalmente della gestione e della pulizia periodica dell’impianto, essendo questi compiti mansioni dell’amministratore del condominio, che dovrà anche accertarsi che i controlli e la manutenzione siano svolti da parte di tecnici specializzati.

 

Altri vantaggi sono dati dalle caldaie centralizzate, che hanno una durata maggiore rispetto a quelle autonome e assicurano anche una resa termica superiore. Se da una parte è vero che il loro costo è più alto, è anche vero che questo viene ripartito fra tutti i condomini e che quindi la quota singola risulterà inferiore al costo di una caldaia autonoma.

 

Sul piano della sicurezza c’è il vantaggio che si può essere sicuri che i controlli annuali vengano eseguiti, mentre nel caso di una caldaia autonoma non si può avere la garanzia che tutti siano in regola con la manutenzione. Anche dal punto di vista ecologico, l’impianto centralizzato risulta vincente, poiché meno inquinante, data la presenza di una sola canna fumaria.

 

Riscaldamento-centralizzato-efficienza

 

Fra gli svantaggi, quello che salta più all’occhio, è la non libertà di poter scegliere gli orari di accensione e spegnimento, che vengono invece deliberati dall’assemblea condominiale e dalle normative comunali. Se poi, per motivi di lavoro, o vacanza, o altro, un utente si trova a stare lontano da casa per un periodo di tempo piuttosto lungo, dovrà comunque pagare la propria quota di riscaldamento, nonostante non lo abbia utilizzato.

 

I costi dell’impianto centralizzato

 

Il costo di un impianto di riscaldamento centralizzato dipende, oltre che dai consumi, dal costo della caldaia, dalla potenza e dal numero degli appartamenti che deve servire. Per fare un esempio, l’installazione di una caldaia in un condominio con 36 appartamenti con tutti i lavori annessi come (rimozione della vecchia caldaia, sistemazione della canna fumaria e alle formalità burocratiche) arriva a sfiorare anche la cifra di 40.000,00 €.

 

Va però tenuto conto delle agevolazioni fiscali che prevedono una detrazione IRPEF del 65%. Inoltre, una caldaia centralizzata ha un costo più elevato di quella singola, ma sarà sicuramente più economica di questa, perché la spesa viene ripartita fra tutti i condomini.

 

Anche il costo del consumo effettivo è minore rispetto al riscaldamento autonomo, a meno che un utente non passi molto tempo fuori da casa e si trovi quindi a dover pagare per qualcosa da cui non ha tratto beneficio. Con la nuova normativa, comunque, è possibile quantificare i propri consumi e regolarli, grazie all’introduzione delle valvole termostatiche e dei sistemi di contabilizzazione la cui installazione è stata resa obbligatoria.

 

Con le prime si può regolare la temperatura di ogni singolo termosifone e gestire quindi il calore e la resa termica in ogni stanza; i secondi permettono di misurare con più precisione il consumo effettivo di ogni utente e avvicinare la sua spesa sempre più al reale utilizzo dell’impianto.

 

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